La Sagra di San Luigi Gonzaga, in programma a Rovereto, una frazione di Modena, è diventata il fulcro di un acceso dibattito. Questo evento, che si svolgerà dal 28 agosto al 1° settembre, ha suscitato reazioni contrastanti a causa della sua programmazione, che prevede un accostamento tra la messa solenne celebrata dall’arcivescovo di Modena, Monsignor Erio Castellucci, e uno spettacolo di Drag Queen. In particolare, il 31 agosto, la celebrazione religiosa si terrà al mattino, mentre nel pomeriggio, sullo stesso palco, si esibiranno due Drag Queen in uno show definito dagli organizzatori come «leggero, adatto a tutti».
Questa combinazione ha infiammato le polemiche, specialmente tra i membri del Popolo della Famiglia, un movimento politico e culturale che si oppone a pratiche e manifestazioni ritenute contrarie ai valori tradizionali della famiglia. Mirko De Carli, dirigente nazionale del movimento, ha espresso il suo disappunto in un comunicato ufficiale, sottolineando che l’evento è stato inserito nel calendario ufficiale del sito della Diocesi di Carpi. «Dopo la scandalosa vicenda della mostra blasfema, ora un concerto di Drag Queen? Che succede nel modenese?», ha dichiarato De Carli, evidenziando il disorientamento dei fedeli e chiedendo l’immediato annullamento dello spettacolo.
Il riferimento alla “mostra blasfema” menzionata da De Carli risale a un episodio controverso avvenuto nel 2022, quando un’esposizione d’arte fu al centro di polemiche a causa di opere ritenute offensive nei confronti della religione. Questo episodio culminò in un’aggressione all’autore delle opere, evidenziando come la comunità locale possa reagire in modo acceso a ciò che percepisce come una minaccia ai propri valori.
la risposta della diocesi di carpi
In risposta a queste polemiche, la Diocesi di Carpi ha prontamente chiarito che la Sagra di San Luigi non è organizzata da istituzioni ecclesiali, ma dall’associazione laica e apartitica “Tutti insieme a Rovereto e Sant’Antonio-Onlus”. Secondo la Diocesi, la partecipazione delle parrocchie è limitata a proposte di iniziative specifiche, con l’approvazione degli organizzatori, mentre la programmazione degli spettacoli rimane di competenza esclusiva dell’associazione. La Diocesi ha anche voluto sottolineare che la parola “sagra” ha assunto nel tempo un significato storico e popolare, privo di connotazioni religiose dirette, e che l’intitolazione all’illustre santo San Luigi Gonzaga, risalente al 1926, ha perso da decenni il suo esclusivo riferimento religioso.
un confronto tra tradizione e modernità
La polemica ha messo in luce un conflitto più ampio tra tradizioni religiose e laiche. In un contesto in cui la società italiana è sempre più diversificata, eventi come la Sagra di San Luigi Gonzaga possono diventare un terreno di confronto tra diverse visioni del mondo. Da un lato, ci sono coloro che vedono le Drag Queen come un’espressione di libertà artistica e inclusività, dall’altro quelli che considerano tali performance inadeguate o addirittura provocatorie in un contesto che ha radici religiose.
Nonostante le critiche, gli organizzatori della sagra hanno ribadito la loro intenzione di portare avanti l’evento, sottolineando che la manifestazione è concepita per essere un momento di festa e aggregazione per tutta la comunità. Il programma prevede non solo spettacoli di intrattenimento, ma anche attività gastronomiche e culturali, puntando a coinvolgere un pubblico vasto e variegato.
le drag queen e la cultura lgbtq+ in italia
La presenza di Drag Queen ha suscitato un dibattito più ampio sulla cultura LGBTQ+ in Italia, un tema che continua a sollevare tensioni in diverse parti del paese. Mentre alcune città celebrano la diversità con eventi di orgoglio e festival dedicati, altre si trovano ad affrontare le resistenze di gruppi conservatori che si oppongono a qualsiasi forma di espressione che non si allinei con le loro convinzioni.
In questo contesto, la Sagra di San Luigi Gonzaga rappresenta un microcosmo delle sfide che la società italiana sta affrontando nel tentativo di trovare un equilibrio tra tradizione e modernità. Le Drag Queen, simboli di una cultura che abbraccia la diversità, si trovano ad affrontare l’opposizione di chi vede in loro una minaccia ai valori consolidati. La reazione della Diocesi, che ha cercato di mantenere una posizione neutrale, evidenzia anche la difficoltà delle istituzioni religiose nel gestire queste tensioni.
Mentre la sagra si avvicina, è probabile che il dibattito continui a infiammarsi, attirando l’attenzione dei media e del pubblico. La questione centrale rimane: come può una comunità trovare un terreno comune in un mondo in cui le differenze di opinione e di valori sono sempre più evidenti?