Confessione choc dell’ex: il dramma di Tina Sgarbini e la fuga disperata di Christian Persico

Confessione choc dell'ex: il dramma di Tina Sgarbini e la fuga disperata di Christian Persico

Confessione choc dell'ex: il dramma di Tina Sgarbini e la fuga disperata di Christian Persico

Matteo Rigamonti

Agosto 26, 2025

La tragica vicenda di Tina Sgarbini, 47 anni, ha scosso profondamente la comunità di Montecorvino Rovella, in provincia di Salerno. Durante un interrogatorio di convalida del fermo, Christian Persico, 36 anni, ha confessato di aver ucciso la sua compagna. Tina è stata trovata senza vita nel suo appartamento di via Monsignor Michelangelo Franchini, sabato mattina. Le prime indagini hanno rivelato che la causa della morte è stata asfissia, probabilmente strangolamento.

Dopo un iniziale silenzio, Persico ha deciso di parlare con il giudice, ammettendo le sue responsabilità. Il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per Persico, attualmente detenuto nel carcere di Fuorni, a Salerno. L’accusa di omicidio pluriaggravato pende su di lui, mentre la Procura ha avviato indagini per chiarire ogni aspetto di questa terribile vicenda.

Le parole del difensore e il tentativo di suicidio

L’avvocato Michele Gallo, legale di Persico, ha rivelato un particolare inquietante riguardo la fuga del suo assistito, durata circa 16 ore prima dell’arresto. Persico avrebbe tentato di suicidarsi prima di essere catturato dai carabinieri, un gesto che evidenzia il profondo stato di angoscia in cui si trovava. “Il mio assistito è affranto. È molto provato”, ha dichiarato il legale, aggiungendo che la Procura ha già conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo di Tina, fondamentale per chiarire i dettagli della morte.

Le indagini si concentrano ora sulla ricostruzione degli eventi avvenuti nella notte tra venerdì e sabato. Gli investigatori stanno cercando di raccogliere testimonianze e prove per comprendere meglio la dinamica della lite che ha portato all’omicidio. Persico e Sgarbini avevano una relazione di lunga data, che negli ultimi tempi sembrava deteriorata, con segni evidenti di conflitto.

Il contesto di violenza domestica

Questa tragedia si complica ulteriormente poiché Tina aveva già cacciato Persico da casa, come riportato dal padre della vittima. La donna, secondo le testimonianze, aveva preso questa decisione perché il compagno “faceva i comodi suoi e non lavorava”. Questo aspetto della relazione è un elemento chiave nella dinamica di molti casi di femminicidio, dove la violenza spesso emerge da situazioni di conflitto non risolto e di dipendenza emotiva o economica.

Il sindaco di Montecorvino Rovella, Martino D’Onofrio, ha espresso il suo sconcerto per quanto accaduto, affermando che la comunità è rimasta attonita di fronte a un evento così drammatico. “Non ci risultano denunce e neanche segnali di pericolo”, ha dichiarato, sottolineando che è difficile intervenire quando non ci sono evidenti motivi di criticità. Questo pone una questione importante sul riconoscimento e la gestione della violenza domestica, che spesso si svolge dietro le porte chiuse delle abitazioni.

Il biglietto di scuse e il dolore della comunità

Un ulteriore dettaglio inquietante è emerso dal biglietto che Persico ha lasciato ai suoi genitori, in cui ammette di aver “fatto una cavolata”. Queste parole, seppur vaghe, indicano una certa consapevolezza del gesto estremo che ha compiuto. Tuttavia, non possono certo alleviare la sofferenza della comunità o della famiglia di Tina, che ora si trova a dover affrontare un lutto inaspettato e devastante.

La vicenda ha scosso profondamente la comunità di Montecorvino Rovella, che si è stretta attorno alla famiglia di Tina e ai suoi tre figli, avuti da una relazione precedente. Il sindaco ha dichiarato che, se necessario, verrà predisposto un supporto psicologico per i ragazzi, che si sono ritrovati improvvisamente senza la madre. È fondamentale, in questi casi, non solo il supporto immediato, ma anche un intervento a lungo termine per aiutare i bambini a superare un trauma così profondo e inaspettato.

L’urgenza di affrontare la violenza di genere

Questa tragica storia mette in luce l’urgenza di affrontare il problema della violenza di genere in Italia e nel mondo. La mancanza di segnali evidenti non deve essere un alibi per ignorare situazioni potenzialmente pericolose. È fondamentale che le istituzioni e le comunità si impegnino a creare reti di supporto per le vittime e a sensibilizzare la popolazione riguardo ai segnali di allerta della violenza domestica.

La storia di Tina Sgarbini è un triste promemoria della fragilità delle relazioni e della necessità di ascoltare e supportare coloro che possono trovarsi in situazioni di vulnerabilità. La comunità di Montecorvino Rovella, come molte altre, ha ora l’opportunità di riflettere su quanto accaduto e di lavorare insieme per prevenire che tragedie simili si ripetano in futuro.