Rottamazioni: un mare di rate non versate e incassi a sorpresa

Rottamazioni: un mare di rate non versate e incassi a sorpresa

Rottamazioni: un mare di rate non versate e incassi a sorpresa

Giada Liguori

Agosto 27, 2025

Il tema delle rottamazioni fiscali in Italia riveste un’importanza cruciale per comprendere le dinamiche economiche e sociali del paese. Negli ultimi anni, le quattro rottamazioni avviate dal 2016 hanno generato un gettito di circa 33 miliardi di euro. Tuttavia, la situazione è preoccupante: ben 47 miliardi di rate non versate evidenziano le difficoltà di molti contribuenti nel rispettare i propri impegni fiscali. Questi dati, riportati nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato della Corte dei Conti, offrono un quadro chiaro della realtà attuale.

la situazione delle rottamazioni fiscali

Le rottamazioni consentono ai contribuenti di sanare i debiti tributari attraverso il pagamento di rate a condizioni agevolate. Nonostante abbiano permesso di incassare somme significative, si sono anche trasformate in un’opportunità per chi cerca di procrastinare i pagamenti. Spesso, i contribuenti aderiscono a questi strumenti versando la prima rata, ma non proseguono con i pagamenti, allungando il tempo prima che l’amministrazione fiscale possa attivare procedure di riscossione coattiva.

Un esempio emblematico è rappresentato dall’ultima rottamazione, la quater, avviata nel 2022 e attualmente in corso. Al 31 dicembre 2024, gli incassi ammontano a 12,2 miliardi di euro, di cui 6,8 miliardi sono stati riscossi nel 2023 e 5,4 miliardi nel 2024. Tuttavia, la Corte dei Conti mette in guardia: 11,2 miliardi di euro delle rate scadute nel 2023 e nel 2024 non sono stati versati, suggerendo che molte adesioni sono finalizzate a posticipare l’intervento dell’amministrazione fiscale.

analisi delle rottamazioni precedenti

Analizzando le rottamazioni precedenti, emergono dati allarmanti:

  1. La prima rottamazione del 2016 prevedeva un introito di 19,6 miliardi, ma ha visto solo 9,2 miliardi di incassi, con un tasso di omessi versamenti del 53%.
  2. La seconda rottamazione del 2017 ha incassato poco più di 3 miliardi, contro i 9,3 miliardi previsti.
  3. La terza rottamazione del 2018 ha registrato 8,5 miliardi di incassi, rispetto ai 29,3 miliardi stimati.

Questi numeri evidenziano una tendenza preoccupante: il totale dei mancati versamenti supera le entrate effettive, rivelando una difficoltà sistematica da parte dei debitori di onorare i propri impegni fiscali.

la crescita delle rateizzazioni

La Corte dei Conti non si limita a evidenziare il problema delle rottamazioni, ma amplia l’analisi al tema delle rateizzazioni dei crediti tributari, un fenomeno in crescita. Entro la fine del 2024, le rateazioni concesse dall’Agenzia delle entrate-Riscossione hanno raggiunto un carico cumulato di 53,5 miliardi, con oltre 6 milioni di richieste, in aumento di 1,2 milioni rispetto al 2023. Questo porta a una crescita del 26% dello stock di rateazioni. Dal 2008, l’Agenzia ha gestito 15,5 milioni di richieste di rateazione, con un volume di cartelle iscritte a ruolo che supera i 261 miliardi di euro.

Nonostante la rateizzazione sembri uno strumento efficace per la gestione dei crediti, la Corte dei Conti avverte che nel tempo ha subito continue modifiche normative, spesso incoerenti, che si prestano a usi strumentali da parte dei debitori. Nel 2024, gli incassi derivanti dalla rateizzazione hanno raggiunto 4,7 miliardi, rappresentando circa il 30% degli incassi totali, con un incremento significativo rispetto all’anno precedente (+66,7%).

In sintesi, il quadro delineato dai dati sulle rottamazioni e sulle rateizzazioni è complesso. Da un lato, si riconosce l’importanza di strumenti che possono favorire la regolarizzazione dei debitori; dall’altro, emerge la necessità di misure più efficaci per prevenire l’abuso di tali opportunità. Il governo e l’amministrazione fiscale devono affrontare una sfida significativa: trovare un equilibrio tra la necessità di incassare i crediti tributari e il rispetto delle difficoltà economiche dei contribuenti, evitando che le rottamazioni diventino un ulteriore incentivo all’evasione fiscale.