L’argomento delle pensioni si fa sempre più centrale nel dibattito politico italiano, specialmente con l’avvicinarsi della stagione della legge di bilancio. Ogni agosto, i partiti iniziano a discutere di proposte per affrontare questioni cruciali come salari, contratti, fisco e pensioni. Quest’anno, però, un elemento aggiuntivo complica ulteriormente il panorama: le elezioni regionali in arrivo. La maggioranza di governo cerca di capitalizzare ogni opportunità per rafforzare il consenso tra gli elettori.
Uno dei temi più caldi è rappresentato dal Trattamento di Fine Rapporto (TFR), che si profila come una nuova fonte di risorse potenzialmente in grado di risolvere i problemi legati al sistema pensionistico. La Lega ha già annunciato piani per una nuova rottamazione delle pensioni, proponendo il congelamento dell’aumento dell’età pensionabile e suggerendo un’uscita anticipata dal lavoro a 64 anni. Tuttavia, i dati dell’INPS rivelano che le uscite flessibili dal lavoro nel 2024 sono state solo 36.983, una cifra sorprendentemente bassa rispetto alle 69.315 del 2023. Questo calo è in gran parte attribuibile al ricalcolo interamente contributivo di Quota 103 e alla diminuzione di Opzione donna, misure che non hanno avuto l’impatto sperato.
Il ruolo del TFR nel sistema pensionistico
Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha suggerito che una soluzione alternativa potrebbe risiedere nel tesoretto del TFR. Questa somma, trasferita all’INPS, potrebbe garantire una rendita sufficiente a fornire un assegno pensionistico dignitoso. Inoltre, considerando l’incremento dell’età media della popolazione e la crescente necessità di assistenza per gli anziani, il TFR potrebbe svolgere un ruolo cruciale anche nel settore delle cure a lungo termine.
Fratelli d’Italia non è da meno nel dibattito, e attraverso Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera, ha rilanciato l’idea di versare una parte del TFR nei fondi pensione. Questa proposta, sebbene non nuova, sta tornando alla ribalta. Rizzetto ha dichiarato: “Intendo ripresentare il tema del ‘semestre di silenzio assenso’ per il versamento della quota TFR ai fondi di previdenza complementare”. Ha anche sottolineato la necessità di aumentare la deducibilità, attualmente fissata intorno ai 5.160 euro.
Le reazioni politiche e le proposte alternative
Tuttavia, l’opposizione non sta a guardare e accusa la maggioranza di voler “mettere le mani sul TFR”, un patrimonio che, come ha affermato il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto, appartiene ai lavoratori e non al governo. La battaglia politica si intensifica, con ogni partito che cerca di rivendicare il proprio ruolo nella gestione delle risorse pensionistiche.
Forza Italia si concentra su questioni fiscali, proponendo una detassazione per straordinari, premi di produzione e lavoro festivo. Maurizio Casasco, responsabile economico del partito, ha affermato: “Questa è una nostra proposta da tempo”, ricordando anche l’importanza della detassazione a seguito di rinnovi contrattuali. Per comprendere quali misure verranno effettivamente incluse nella prossima legge di bilancio, sarà necessario attendere i prossimi sviluppi, poiché il primo incontro pubblico del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è previsto solo dopo il 7 settembre a Cernobbio.
Aspettative e preoccupazioni economiche
In attesa di tale incontro, gli analisti si concentrano sulle entrate fiscali di luglio, che verranno comunicate il 5 settembre. Questi dati saranno fondamentali per capire il trend fiscale e per fare previsioni sul prossimo anno. Finora, l’andamento è stato positivo, ma c’è preoccupazione per l’atteggiamento dei contribuenti non dipendenti, che potrebbero adottare un approccio attendista in vista dell’anticipata rottamazione.
Il settore bancario rappresenta un altro fronte caldo. Sebbene non siano previsti incontri ufficiali tra il governo e l’ABI, si intensificano le preoccupazioni riguardo a un possibile “pizzicotto” più incisivo del previsto, che potrebbe influenzare negativamente le azioni delle banche. Le istituzioni finanziarie, così come altre banche europee, stanno monitorando con attenzione le tensioni politiche in Francia, che potrebbero avere ripercussioni sul mercato.
Le normative attualmente in vigore prevedono già dei vincoli per il prossimo anno, con la legge di bilancio 2025 che stabilisce il congelamento della deduzione delle DTA per i periodi d’imposta 2025 e 2026. Questo significa che le banche non potranno ridurre l’imponibile con tali deduzioni e dovranno pagare più tasse in questi due anni, recuperando però gli importi nei tre o quattro anni successivi. In altre parole, le banche si troveranno a fronteggiare un aumento della tassazione nei prossimi anni, con l’auspicio di una riduzione futura.
In questo contesto di incertezze e cambiamenti, il dibattito su pensioni e TFR si fa sempre più acceso, evidenziando la complessità della situazione economica e sociale italiana e le sfide che il governo dovrà affrontare per garantire un sistema pensionistico equo e sostenibile.