Attacco della Guardia Costiera libica: la testimonianza shock del capomissione della Ocean Viking

Attacco della Guardia Costiera libica: la testimonianza shock del capomissione della Ocean Viking

Attacco della Guardia Costiera libica: la testimonianza shock del capomissione della Ocean Viking

Matteo Rigamonti

Agosto 28, 2025

Nell’ambito delle operazioni di soccorso in mare, un episodio inquietante ha scosso la comunità internazionale. Il 24 agosto 2023, la nave umanitaria Ocean Viking, gestita da SOS Méditerranée, è stata bersagliata dalla Guardia Costiera libica in acque internazionali, a circa 40 miglia dalla costa libica. Le parole di Angelo Selim, capomissione della Ocean Viking, evidenziano la gravità della situazione: «Hanno sparato ad altezza uomo, potevano uccidere e ne erano consapevoli». Questo attacco ha riacceso il dibattito sulle politiche migratorie e sul ruolo dell’Italia nel supporto alla Guardia costiera libica.

il racconto dell’attacco

Secondo la ricostruzione di Selim, l’assalto è stato effettuato da una motovedetta della Guardia costiera di Tripoli, una delle unità donate dall’Italia. Durante un intervento di soccorso autorizzato dalle autorità italiane, la motovedetta ha accelerato verso la Ocean Viking, ignorando le richieste di allontanamento. Selim ha spiegato: «Quando il nostro mediatore li ha contattati, prima lo hanno insultato e minacciato, poi hanno iniziato a sparare».

  1. Colpi esplosi: Utilizzando un mitragliatore e un fucile di precisione di grosso calibro, i colpi sono stati sparati ad altezza uomo.
  2. Danni: Un proiettile ha infranto uno dei vetri del ponte di comando, mettendo in pericolo la vita degli operatori a bordo.
  3. Rischio di omicidio: Selim ha affermato che, se non si fossero buttati a terra, oggi si parlerebbe di morti.

SOS Méditerranée ha definito l’incidente un «attacco deliberato», evidenziando che i colpi erano diretti non solo contro le persone, ma anche contro le attrezzature di bordo. Video e fotografie mostrano danni a motoscafi di soccorso, antenne e finestre, mentre a bordo della Ocean Viking si trovavano 87 migranti, salvati poche ore prima.

le ripercussioni politiche

L’attacco ha sollevato interrogativi sulle relazioni tra Italia, Unione Europea e Guardia costiera libica. Selim si chiede: «I libici vengono addestrati dall’Italia per minacciarci?». Queste domande pongono un dilemma etico e politico sulle politiche migratorie e sul ruolo dell’Italia nel supportare una Guardia costiera accusata di violazioni dei diritti umani.

Le indagini sull’accaduto sono in corso. La Polizia Scientifica italiana ha avviato i rilievi a bordo della Ocean Viking, mentre la Guardia costiera ha acquisito materiali audiovisivi per ricostruire la dinamica dell’attacco. È importante notare che, secondo verifiche indipendenti, la motovedetta coinvolta era una delle unità fornite dall’Italia a Tripoli, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle operazioni di salvataggio.

la reazione dell’unione europea

L’Unione Europea ha deciso di seguire da vicino la vicenda. Markus Lammert, portavoce della Commissione, ha dichiarato: «Abbiamo contattato le autorità libiche competenti per chiarire i fatti». Al momento, non sono state prese decisioni sulle possibili conseguenze. Questa risposta evidenzia la complessità della situazione, dove le politiche migratorie e i diritti umani si intrecciano con le dinamiche geopolitiche nel Mediterraneo.

Questi eventi non solo mettono in discussione l’efficacia delle politiche migratorie europee, ma sollevano anche interrogativi sulla sicurezza delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo, un mare che continua a essere teatro di tragedie umanitarie. La Ocean Viking, come altre navi umanitarie, si trova in prima linea in questa crisi, cercando di salvare vite umane nonostante le crescenti minacce e le ostilità.