Il tragico incidente che ha colpito la famiglia De Astis ha scosso profondamente la comunità di Milano e ha sollevato interrogativi cruciali sulla responsabilità sociale e sulla tutela dei minori. Il 11 agosto 2023, Cecilia De Astis, una donna di 71 anni, è stata travolta e uccisa da un’auto rubata, guidata da quattro ragazzini rom di età compresa tra 11 e 13 anni. Questo evento ha messo in luce non solo la questione della sicurezza pubblica, ma anche la necessità di un intervento educativo e sociale per prevenire simili tragedie.
La richiesta di giustizia di Filippo Di Terlizzi
Filippo Di Terlizzi, il figlio di Cecilia, ha espresso il suo dolore e la sua richiesta di giustizia in un’intervista. Le sue parole sono un chiaro invito a riflettere su come tutti debbano essere tutelati e su come si possa evitare il ripetersi di situazioni così drammatiche. Ha dichiarato: «A nome di mia mamma e di tutti noi chiedo giustizia». Di Terlizzi ha sottolineato che è fondamentale considerare il contesto in cui vivono i minori coinvolti. Ha affermato che:
- I ragazzi devono essere messi in condizioni di non nuocere.
- È necessario un “lavoro di recupero” per i minori, molti dei quali provengono da ambienti difficili.
- Hanno diritto a un’educazione che spesso è stata loro negata.
La situazione familiare dei minori coinvolti
Durante l’udienza presso il tribunale dei minorenni di Milano, il giudice Ciro Iacomino ha preso decisioni significative riguardo ai ragazzi coinvolti. La responsabilità genitoriale di tre dei minori è stata assegnata al Comune di Milano. Questo provvedimento riguarda due fratellini di 11 e 13 anni e una ragazzina di 11 anni. La madre della ragazza, attualmente irreperibile, non è stata trovata, sollevando interrogativi sulla situazione familiare dei minori e sulle sfide sociali che affrontano.
In aula, si è discusso anche della presenza dei genitori dei ragazzini, alcuni dei quali sono attualmente in carcere. Queste dinamiche familiari complicano ulteriormente la già delicata situazione giuridica e sociale dei minori coinvolti.
Un appello per un cambiamento sociale
Di Terlizzi ha evidenziato un tema di crescente preoccupazione: la sicurezza pubblica. Ha dichiarato: «Ogni giorno siamo a rischio di furti negli appartamenti, di scippi violenti sulle metropolitane e sui mezzi pubblici». Questa affermazione riflette una sensazione di insicurezza che molti cittadini avvertono nella vita quotidiana. La paura di subire violenze o furti è un fenomeno che coinvolge l’intera comunità, alimentando un clima di tensione e sfiducia.
Il caso di Cecilia De Astis riporta alla luce la necessità di un intervento sociale efficace. È fondamentale che le istituzioni si facciano carico delle problematiche legate al disagio giovanile, creando programmi di supporto e recupero per i minori in difficoltà. Senza un adeguato intervento, il rischio è che questi giovani continuino a vivere in un ciclo di violenza e illegalità.
La richiesta di Di Terlizzi non è solo un appello per giustizia, ma anche una sollecitazione a un cambiamento concreto nella società. La speranza è che questo tragico evento possa servire da catalizzatore per un dialogo più ampio e profondo sulla sicurezza, l’educazione e la responsabilità sociale, affinché simili incidenti non si ripetano e si possa costruire un futuro migliore per tutti.