Sorrentino e La grazia: un viaggio tra amore, incertezze e politica

Sorrentino e La grazia: un viaggio tra amore, incertezze e politica

Sorrentino e La grazia: un viaggio tra amore, incertezze e politica

Giada Liguori

Agosto 28, 2025

Il cinema di Paolo Sorrentino ha sempre dimostrato una straordinaria abilità nel fondere la bellezza visiva con tematiche profonde e complesse. Il suo ultimo film, “La grazia”, presentato in concorso alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, si distingue per la sua riflessione sull’amore, sull’incertezza e sulle sfide politiche del presente. Con una distribuzione prevista nelle sale italiane a partire dal 15 gennaio 2026, questo lavoro si configura come un’opera che invita a esplorare le sfide emotive e morali che caratterizzano le decisioni politiche.

Un amore complesso e le sue sfide

Sorrentino descrive “La grazia” come un film che esplora l’amore in varie forme: l’amore per una moglie scomparsa, per una figlia e, in un contesto più ampio, per le istituzioni e la giustizia. Il protagonista, Mariano De Santis, interpretato da Toni Servillo, è il Presidente della Repubblica, un uomo vedovo che vive al Quirinale con la figlia Dorotea, interpretata da Anna Ferzetti. La giurista riflette la formazione e il pensiero critico del padre, creando un legame profondo tra le loro esperienze.

Il tema del dubbio in politica

Il film affronta una situazione delicata: De Santis deve decidere su due richieste di grazia legate all’eutanasia. Qui emerge il tema del dubbio, considerato da Sorrentino fondamentale in politica. Il regista sottolinea che “l’esercizio del dubbio è una delle qualità poco frequentate in politica”, evidenziando come spesso le decisioni vengano prese senza un vero processo di riflessione. Questo aspetto è cruciale, specialmente su questioni così sensibili come la vita e la morte.

  1. Responsabilità: La capacità di mettersi in discussione è essenziale per un politico.
  2. Crisi di valori: Sorrentino osserva come le certezze di oggi siano spesso prive di ideologie solide.
  3. Riflessione collettiva: La narrazione non si limita a una storia personale, ma si espande a una dimensione collettiva.

Una narrazione intima e universale

“La grazia” non si limita a raccontare una storia individuale, ma si immerge in un contesto collettivo. L’amore per la moglie, scomparsa otto anni prima, diventa il motore emotivo della narrazione, simbolizzando tutto ciò che è andato perduto nella vita di De Santis. La sua presenza, seppur assente fisicamente, permea ogni scena, creando un legame profondo tra il personale e il politico.

La scelta di affrontare il tema dell’eutanasia rende “La grazia” un’opera coraggiosa e attuale, capace di stimolare un dibattito su questioni etiche rilevanti. Sorrentino si interroga su cosa significhi concedere grazia e sulle conseguenze delle proprie decisioni, sottolineando che la grazia implica una profonda responsabilità verso la vita e la sofferenza altrui.

In un’epoca in cui i temi legati alla vita, alla morte e alla dignità umana sono al centro di accesi confronti, il film si erge come una riflessione necessaria su come la politica debba affrontare questioni delicate. Con il suo stile inconfondibile, Sorrentino invita lo spettatore a riflettere sulle proprie convinzioni e valori.

Toni Servillo, nei panni di Mariano De Santis, offre un’interpretazione straordinaria, capace di esprimere vulnerabilità e forza di un uomo di fronte a scelte impossibili. La chimica con Anna Ferzetti rende palpabile il conflitto interiore del protagonista e il peso delle sue responsabilità.

In conclusione, “La grazia” rappresenta un’opera che mescola con maestria commedia e dramma, creando un’atmosfera di riflessione e discussione. La grazia, così come viene presentata nel film, diventa una metafora della condizione umana: imperfetta, complessa e, in definitiva, profondamente umana. La Mostra di Venezia ha accolto questo film con entusiasmo, confermando l’importanza di Sorrentino nel panorama cinematografico contemporaneo e la sua capacità di porre interrogativi fondamentali attraverso il linguaggio del cinema.