Negli ultimi tempi, il dibattito sulle competenze professionali e sull’ambito di intervento degli ordini professionali ha suscitato un ampio interesse tra gli addetti ai lavori e non solo. Rosario De Luca, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, ha recentemente rilasciato un’intervista alla web tv di categoria, affrontando le polemiche suscitate dalla decisione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) di confermare che il protocollo Asse.Co. (Asseverazione di conformità contributiva e retributiva) rimane di esclusiva competenza dei consulenti del lavoro. Questa scelta ha suscitato le rimostranze del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, che ha richiesto l’estensione di tale protocollo anche a loro.
L’importanza della reazione della categoria
De Luca ha esordito affermando che non ama le polemiche tra ordini professionali, specialmente quando riguardano tentativi di invadere ambiti di competenza altrui. Per lui, è fondamentale che ci sia un clima di unità, solidarietà e condivisione tra i vari ordini. Tuttavia, ha anche riconosciuto la legittimità della reazione della sua categoria, la quale ha manifestato orgoglio e consapevolezza rispetto al proprio lavoro. Questo è un segnale positivo dell’importanza e della qualità del percorso professionale intrapreso dai consulenti del lavoro negli ultimi venti anni.
Il protocollo Asse.Co. e la sua rilevanza
Il protocollo Asse.Co., introdotto per garantire la conformità contributiva e retributiva, è una misura cruciale nel panorama lavorativo italiano. Esso permette di attestare il rispetto delle normative in materia di lavoro e contribuzione, un aspetto fondamentale per la protezione dei diritti dei lavoratori e per la regolarità delle imprese. La decisione dell’INL di mantenere questo protocollo esclusivamente nelle mani dei consulenti del lavoro è stata quindi accolta con favore da De Luca, il quale ha sottolineato che tale scelta è stata compiuta sulla base di considerazioni di competenza e specializzazione.
De Luca ha continuato a spiegare che, sin dalla legge Biagi, i consulenti del lavoro sono stati individuati come i professionisti più adatti a svolgere queste funzioni. Ha rimarcato che la formazione dei consulenti del lavoro è caratterizzata da un percorso di studi e di tirocinio che fornisce una conoscenza approfondita delle problematiche lavorative e normative. Questa specializzazione è ciò che consente ai consulenti di affrontare in modo efficace e professionale le sfide del mercato del lavoro.
La vigilanza e il futuro della professione
L’intervento del Ministero del Lavoro è stato un altro punto cruciale della sua argomentazione. De Luca ha ricordato che diversi ministri, da Sacconi a Damiano, hanno firmato provvedimenti che hanno conferito ai consulenti del lavoro poteri specifici in materia di conciliazione dei rapporti di lavoro, arbitrato e politiche attive. Tali decisioni sono state prese sulla base di una valutazione del contesto professionale e delle capacità dei consulenti, scelti per la loro competenza e per la capacità di vigilanza necessaria quando si devolvono poteri dello Stato a un ordine professionale.
La vigilanza è fondamentale, poiché garantisce che le attività dei consulenti del lavoro non solo siano conformi alle normative vigenti, ma anche che rispondano a standard di qualità e professionalità. De Luca ha chiarito che le polemiche in corso non sono legate a questioni di valenza pubblica, ma piuttosto a dinamiche private tra categorie professionali.
La reazione della categoria dei consulenti del lavoro, evidenziata da De Luca, pone l’accento sull’importanza di difendere le proprie competenze e il proprio ruolo nel sistema economico e sociale. In un periodo in cui il mercato del lavoro è in continua evoluzione e le normative si fanno sempre più complesse, il ruolo dei consulenti del lavoro diventa cruciale per garantire un corretto funzionamento delle relazioni lavorative.
Inoltre, la discussione sulle competenze professionali è un tema che tocca non solo gli addetti ai lavori, ma anche le istituzioni e i cittadini. È essenziale che ci sia chiarezza sui ruoli e le responsabilità di ciascuna categoria professionale per evitare confusione e sovrapposizioni. De Luca ha invitato a mantenere un dialogo costruttivo tra le diverse categorie professionali, sottolineando che la collaborazione e il rispetto reciproco sono fondamentali per il progresso del settore.
La reazione dei consulenti del lavoro rappresenta un’opportunità per riflettere sull’importanza della professionalità e sulla necessità di tutelare le competenze acquisite nel tempo. La professione di consulente del lavoro si evolve, rispondendo alle sfide del mercato, e la capacità di adattarsi alle nuove esigenze è un segno distintivo di questa categoria. De Luca ha concluso ricordando che il futuro sarà caratterizzato da ulteriori sviluppi e innovazioni, e che la comunità dei consulenti del lavoro è pronta ad affrontare queste sfide con competenza e determinazione.