Il Garante della Privacy lancia un appello: segnalate i siti sessisti per un intervento rapido

Il Garante della Privacy lancia un appello: segnalate i siti sessisti per un intervento rapido

Il Garante della Privacy lancia un appello: segnalate i siti sessisti per un intervento rapido

Matteo Rigamonti

Agosto 31, 2025

In un’epoca in cui le piattaforme online proliferano e i contenuti condivisi si moltiplicano, il tema della protezione della dignità e della privacy delle persone diventa sempre più urgente. Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante per la protezione dei dati personali, ha lanciato un appello ai cittadini affinché segnalino i siti web sessisti e degradanti, sottolineando l’importanza di non rimanere in silenzio di fronte a tali violazioni. Le sue dichiarazioni, rilasciate in un’intervista all’ANSA, mettono in luce come l’Autorità sia in prima linea nella lotta contro la diffusione di contenuti che minacciano la dignità umana.

L’intervento del Garante

Cerrina Feroni ha evidenziato che il Garante può agire sia d’ufficio, come già avvenuto con l’istruttoria avviata sui portali Mia Moglie e Phica.eu, sia su segnalazione delle persone coinvolte. Questi siti, noti per la loro natura offensiva e per la pubblicazione di contenuti intimi senza consenso, sono stati chiusi, ma il problema di fondo persiste: nuove piattaforme emergono costantemente, continuando a perpetuare la violenza online e la violazione della privacy.

  1. Fatti gravissimi che colpiscono dignità e reputazione.
  2. Le vittime di tali violazioni sono spesso donne.
  3. Le piattaforme online raccolgono e diffondono immagini intime, creando un clima di terrore.

La vicepresidente ha esortato le vittime a non subire in silenzio e a denunciare ogni caso di violazione della privacy.

La chiusura di portali offensivi

I portali Mia Moglie e Phica.eu rappresentano un esempio emblematico di come la tecnologia possa essere utilizzata per scopi dannosi. Entrambi i siti pubblicavano contenuti intimi e umilianti, mascherandosi come spazi di “scambio”, ma alimentando una violazione sistematica della dignità delle persone coinvolte. La chiusura di questi portali, sebbene un passo avanti, non ha risolto il problema, poiché il fenomeno si ripresenta in nuove forme e con nuovi domini, rendendo la vigilanza del Garante e della società civile ancora più necessaria.

Strumenti di protezione e sensibilizzazione

Il Garante per la protezione dei dati personali ha a disposizione strumenti efficaci per combattere tali violazioni. Gli individui che scoprono contenuti che li riguardano senza consenso possono presentare un reclamo al Garante, il quale ha il potere di ordinare la rimozione immediata del materiale e di avviare procedimenti sanzionatori contro i responsabili. Questa procedura è fondamentale per garantire un intervento tempestivo e per limitare i danni causati dalla diffusione di contenuti offensivi.

Oltre alla violazione della privacy, il tema dei contenuti sessisti e degradanti tocca anche aspetti penali. La diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite, comunemente nota come revenge porn, è stata introdotta come reato nel 2019 con la legge sul “Codice rosso”. Questa legislazione è stata un passo cruciale per la protezione delle vittime, riconoscendo la gravità del reato e prevedendo pene severe per i trasgressori.

Il Garante ha quindi un ruolo fondamentale non solo nel monitorare e intervenire su casi di violazione della privacy, ma anche nel sensibilizzare l’opinione pubblica su queste problematiche. È essenziale che le persone siano consapevoli dei propri diritti e delle possibilità di azione disponibili, e che si sentano incoraggiate a denunciare ogni forma di abuso.

In questo contesto, l’invito di Cerrina Feroni a segnalare siti e contenuti sessisti è un passo significativo verso la costruzione di un ambiente online più sicuro e rispettoso per tutti. La responsabilità non ricade solo sulle autorità, ma su ciascuno di noi: segnalare, denunciare e non restare in silenzio è fondamentale per combattere la cultura della violenza e del disprezzo, e per difendere i diritti fondamentali di ogni individuo. La lotta contro il sessismo online richiede un impegno collettivo, e il Garante per la protezione dei dati personali si propone come un alleato nella difesa della dignità umana in un mondo sempre più digitalizzato.