La storia politica italiana è caratterizzata da conflitti interni, specialmente nei partiti emergenti come Fratelli d’Italia (FdI). Recentemente, a Prato, la situazione è degenerata in un vero e proprio scontro tra fazioni, con accuse pesanti e attacchi personali che hanno attirato l’attenzione dei media. Al centro di questa crisi c’è Tommaso Cocci, capogruppo di FdI e candidato alle elezioni regionali del 12 e 13 ottobre. Cocci si trova a dover affrontare accuse di pedofilia, uso di sostanze stupefacenti e presunta affiliazione alla massoneria, il tutto alimentato da lettere anonime che circolano tra i membri del consiglio comunale.
Le lettere anonime e le minacce
La prima lettera è stata inviata a febbraio, seguita da un’altra ad aprile, contenente minacce dirette: «Se continui a fare politica ti distruggiamo la vita». Cocci, un avvocato con una carriera politica promettente, ha risposto affermando: «Ho fatto una sciocchezza, ma non mi faccio ricattare». Secondo le sue dichiarazioni, le lettere giungerebbero da membri del suo stesso partito, sollevando interrogativi sulla lealtà all’interno di FdI.
- Febbraio: Prima lettera anonima.
- Aprile: Seconda lettera con minacce.
- 18 aprile: Cocci denuncia alla Digos.
La questione della massoneria
Un aspetto controverso della vicenda è l’appartenenza di Cocci alla massoneria. Egli ha confermato di essere segretario della Loggia del Sagittario, guidata da Riccardo Matteini Bresci, noto per il suo coinvolgimento in scandali politici. Cocci ha chiarito di essere iscritto alla loggia da 12 anni, ma di aver messo il suo status “in sonno”. È interessante notare che il suo nome non risulta nelle indagini relative all’ex sindaca Ilaria Bugetti, ma la sua affiliazione non fa che alimentare le speculazioni.
La mozione per i test antidroga
Un ulteriore sviluppo è rappresentato da una mozione presentata in consiglio comunale da Claudio Belgiorno, collega di Cocci, che richiedeva test antidroga per tutti i consiglieri. Belgiorno ha negato di essere coinvolto nella creazione delle lettere anonime, ma ha confermato di averle ricevute e inoltrate ai referenti del partito. Questa situazione ha messo in discussione l’integrità del gruppo consiliare di FdI a Prato e ha sollevato dubbi sull’atmosfera di rivalità che lo caratterizza.
La guerra interna a Fratelli d’Italia a Prato non è solo una questione di potere locale, ma riflette le dinamiche più ampie della politica italiana. La lotta per la sopravvivenza politica può portare a comportamenti che sfociano nel ridicolo. Mentre le elezioni si avvicinano, l’attenzione è rivolta a Prato, un microcosmo delle sfide e contraddizioni della politica italiana contemporanea.