“La Salita” è un’opera prima che si propone come un film ‘necessario’, un’opera che mette in luce una Napoli spesso dimenticata, compresa la sua anima più oscura, quella dei carceri. Presentato alle Giornate degli Autori della Biennale Cinema 2025, il film di Massimiliano Gallo racconta di un vero e proprio miracolo avvenuto nel 1983, quando il grande Eduardo De Filippo, attore e drammaturgo napoletano di spicco, si dedicò con passione alla riabilitazione dei giovani detenuti del carcere minorile di Nisida.
La storia di “La Salita” si intreccia con quella di un periodo in cui il teatro si rivelò un potente strumento di riscatto sociale. De Filippo, già senatore a vita, non si limitò a recitare sulle tavole del palcoscenico, ma scelse di utilizzare il suo talento per dare dignità e speranza ai ragazzi rinchiusi in carcere. La sua iniziativa di ricostruire il teatro all’interno del penitenziario minorile di Nisida non è stata solo un gesto artistico, ma un atto di grande umanità. Creò una scuola di scenotecnica e recitazione, un’opportunità per i giovani detenuti di esplorare la loro creatività e, attraverso di essa, di riscoprire un senso di identità e di appartenenza.
Massimiliano Gallo, parlando del suo debutto alla regia, esprime il desiderio di raccontare questa storia con consapevolezza e autenticità. “Volevo avere la piena consapevolezza di quello che stessi facendo”, afferma Gallo, evidenziando l’importanza di una narrazione che viene dal cuore. La sua connessione personale con la storia è palpabile: “È una storia che mi appartiene, che racconta il vincolo, la speranza di alcuni ragazzi e la voglia di riscattare la propria vita”. Questo profondo legame con l’argomento ha permesso a Gallo di dare vita a un’opera che non solo racconta il passato, ma offre anche spunti di riflessione per il presente.
il cast e il messaggio del film
Nel film, il cast è composto da attori di grande talento, tra cui Roberta Caronia, Alfredo Francesco Cossu, Mariano Rigillo, Antonio Milo, Shalana Santana, Gianfelice Imparato, Maurizio Casagrande e lo stesso Massimiliano Gallo. Ognuno di loro contribuisce a dare vita a una storia che è tanto personale quanto collettiva, un’affermazione della potenza del teatro come mezzo di trasformazione. L’importanza del teatro come strumento di riabilitazione è un tema ricorrente, e “La Salita” ne diventa un potente manifesto.
La scelta di ambientare il film nel contesto di un carcere minorile è cruciale. La realtà carceraria, spesso vista come un luogo di punizione, viene qui reinterpretata come uno spazio di opportunità e crescita. Gallo mette in luce come, anche nei luoghi più bui, ci sia una possibilità di redenzione e di cambiamento. Il carcere di Nisida, con la sua storia e la sua architettura, diventa un personaggio a sé stante nel film, un simbolo della lotta per la dignità e la speranza.
un impegno culturale e sociale
La produzione di “La Salita” è stata resa possibile grazie a Panamafilm e alla Film Commission Regione Campania, un segnale del crescente impegno della regione nel sostenere progetti culturali che raccontano storie significative. In un momento storico in cui il cinema sembra spesso allontanarsi dalla realtà sociale, Massimiliano Gallo si propone di riportarlo al centro, affrontando temi di grande attualità come il disagio giovanile e la necessità di riscatto.
La figura di Eduardo De Filippo emerge come un faro di speranza e di innovazione. La sua convinzione che il teatro potesse cambiare la vita delle persone è il fulcro attorno a cui ruota “La Salita”. Questo film non è solo un tributo a un grande artista, ma una riflessione sul potere delle arti nel trasformare esistenze. Gallo riesce a catturare l’essenza di De Filippo, mostrando come il suo operato avesse radici profonde nella cultura napoletana e nella sua capacità di sognare un futuro migliore.
Il film si fa portavoce di una Napoli che non è solo quella dei luoghi comuni, ma una città vibrante di cultura, arte e speranza. Con “La Salita”, Massimiliano Gallo non solo racconta una storia, ma offre anche uno spaccato di vita che invita alla riflessione, alla contemplazione e, soprattutto, all’azione. In un mondo in cui spesso si tende a dimenticare i più vulnerabili, questo film riporta l’attenzione su di loro, ricordandoci che ogni individuo ha il diritto a una seconda possibilità e che, attraverso il teatro, può trovare la strada verso una vita migliore.