Ben Gvir avverte: gli europei vivranno il terrorismo sulla propria pelle

Ben Gvir avverte: gli europei vivranno il terrorismo sulla propria pelle

Ben Gvir avverte: gli europei vivranno il terrorismo sulla propria pelle

Matteo Rigamonti

Settembre 2, 2025

Il clima politico in Medio Oriente è caratterizzato da tensioni crescenti, e le recenti dichiarazioni del ministro israeliano di estrema destra, Itamar Ben-Gvir, hanno ulteriormente esacerbato questa situazione. Le sue critiche alla decisione del Belgio di riconoscere uno Stato palestinese presso le Nazioni Unite hanno sollevato interrogativi tra i funzionari israeliani e hanno messo in luce le divisioni esistenti nella comunità internazionale.

Ben-Gvir ha affermato che “i Paesi europei che si abbandonano all’ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas finiranno per sperimentare il terrore in prima persona“. Questa dichiarazione riflette una visione radicale e preoccupante, suggerendo che coloro che sostengono il riconoscimento della Palestina potrebbero affrontare gravi conseguenze. Il ministro ha richiamato alla memoria eventi tragici della storia israeliana, sostenendo che chi ha creduto a illusioni simili ha dovuto affrontare atti di violenza estremi, come stupri, omicidi e massacri.

Le relazioni tese tra Israele e Europa

Queste parole assumono un’importanza particolare in un contesto in cui le relazioni tra Israele e i Paesi europei sembrano sempre più tese. Ben-Gvir, noto per le sue posizioni forti e polarizzanti, ha un ruolo significativo nel governo di Benjamin Netanyahu. La sua retorica incendiaria non solo si rivolge alla popolazione israeliana, ma critica apertamente i leader europei, accusandoli di non comprendere la gravità della situazione.

Il riconoscimento della Palestina come Stato da parte del Belgio rappresenta un cambiamento significativo nella politica europea sul conflitto israelo-palestinese. Negli ultimi anni, diversi Paesi europei hanno adottato posizioni più favorevoli ai diritti palestinesi, ma tali decisioni incontrano sempre la ferma opposizione di Israele. Ben-Gvir ha sostenuto che queste azioni non solo sono sbagliate, ma potenzialmente pericolose, suggerendo che il supporto per la causa palestinese potrebbe aumentare la violenza in Europa stessa.

La retorica contro il terrorismo

Il ministro ha esortato la comunità internazionale a unirsi contro il terrorismo, affermando che “premiare il terrorismo non è la soluzione”. Questa retorica è comune tra molti politici israeliani, i quali temono che una maggiore legittimazione internazionale della causa palestinese possa minacciare la sicurezza dello Stato di Israele. Ben-Gvir ha evocato immagini di attacchi terroristici che ha affermato di aver vissuto in prima persona, utilizzando la sua esperienza per giustificare la sua posizione dura.

La questione del riconoscimento dello Stato palestinese è complessa e controversa. Attualmente, circa 138 dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite riconoscono la Palestina come Stato, ma Israele e i suoi alleati, tra cui gli Stati Uniti, si oppongono a tale riconoscimento, ritenendo che debba avvenire attraverso negoziati diretti. Questa divergenza ha portato a tensioni all’interno della comunità internazionale, con Paesi europei che cercano di bilanciare il supporto per i diritti umani dei palestinesi e le esigenze di sicurezza di Israele.

La crescente polarizzazione in Israele

Le dichiarazioni di Ben-Gvir si inseriscono in un contesto di crescente radicalizzazione e polarizzazione all’interno della politica israeliana. La sua figura è emblematica di un cambiamento nella società israeliana, dove una parte significativa della popolazione sostiene misure più dure contro i palestinesi. Ciò è evidente nei recenti sviluppi sul campo, dove la violenza è aumentata e le operazioni militari israeliane sono diventate più frequenti.

Inoltre, la situazione in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza rimane critica, con scontri tra le forze israeliane e i gruppi militanti palestinesi che continuano a causare perdite umane. Le parole di Ben-Gvir possono essere interpretate come un tentativo di galvanizzare il sostegno interno a Israele in un periodo in cui la sicurezza nazionale è al centro del dibattito pubblico.

In sintesi, le affermazioni di Itamar Ben-Gvir rappresentano una visione estrema e polarizzante del conflitto israelo-palestinese, evidenziando le profonde divisioni esistenti non solo in Israele, ma anche a livello globale. Mentre il Belgio e altri Paesi europei cercano di affermare il loro sostegno per un futuro pacifico e giusto per i palestinesi, la risposta israeliana continua a essere quella di una resistenza ferma, alimentata da paure reali e percepite di minacce alla sicurezza.