Ciro Grillo, la vittima chiede giustizia: Sentivo le loro parole inquietanti

Ciro Grillo, la vittima chiede giustizia: Sentivo le loro parole inquietanti

Ciro Grillo, la vittima chiede giustizia: Sentivo le loro parole inquietanti

Matteo Rigamonti

Settembre 3, 2025

Il processo Ciro Grillo ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, diventando un caso emblematico che solleva interrogativi sulla violenza sessuale e sulla cultura del consenso. In questo contesto, la giovane che ha denunciato le violenze ha espresso la volontà di essere presente in aula per assistere alla lettura della sentenza, attesa per domani o, al massimo, per giovedì. La vicenda coinvolge Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, e tre suoi amici, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di due studentesse durante l’estate del 2019 in Costa Smeralda.

La requisitoria del pm e la richiesta di pena

Durante le repliche del processo, il Procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, ha presentato una requisitoria incisiva, chiedendo per ciascuno degli imputati una pena di nove anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici. Le sue parole hanno messo in evidenza la gravità della situazione: «La ragazza fin da subito, dopo la violenza, fa i nomi di tutti», ha dichiarato Capasso, sottolineando la testimonianza della giovane, che avrebbe udito uno degli imputati dire: “Prendila, ora tocca a me”.

Il racconto della vittima e la difesa

Secondo l’accusa, la notte del 17 luglio 2019, le due ragazze avrebbero incontrato i quattro ragazzi in una discoteca. Dopo una serata di festa, si sarebbero spostate nella villa in cui Ciro Grillo e i suoi amici soggiornavano. Qui, la giovane protagonista della denuncia avrebbe subito violenze di gruppo, mentre la sua amica si sarebbe addormentata sul divano. Quest’ultima si sarebbe ritrovata coinvolta in fotografie a sfondo sessuale scattate senza il suo consenso.

L’avvocato Giulia Bongiorno, legale della ragazza, ha difeso con fermezza la sua assistita contro le insinuazioni della difesa. Ha affermato: «La mia assistita non è una ninfomane, non è una disagiata», evidenziando come la giovane sia stata umiliata e massacrata. Inoltre, Bongiorno ha ricordato un episodio di violenza subito dalla giovane un anno prima, utilizzato dalla difesa per screditare la credibilità della ragazza.

La questione del consenso

La questione del consenso è stata centrale nel dibattito del processo. La difesa ha cercato di sostenere che non c’era chiara evidenza di mancanza di consenso, mentre l’accusa ha messo in risalto la testimonianza dettagliata della ragazza. Questo caso ha sollevato interrogativi più ampi sulla cultura del consenso e sulle dinamiche di potere nelle relazioni.

La vicenda di Ciro Grillo rappresenta un momento cruciale nel dibattito pubblico sulla violenza sessuale. La partecipazione della giovane all’udienza per ascoltare la sentenza rappresenta un atto di coraggio che potrebbe incoraggiare altre vittime a rompere il silenzio e cercare giustizia. La lettura della sentenza, attesa con trepidazione, potrebbe segnare un passo importante nella lotta contro la violenza di genere e nella costruzione di una società più giusta e rispettosa.