Una notte di tempesta geomagnetica: la Terra sotto attacco cosmico

Una notte di tempesta geomagnetica: la Terra sotto attacco cosmico

Una notte di tempesta geomagnetica: la Terra sotto attacco cosmico

Matteo Rigamonti

Settembre 3, 2025

Nella notte del 1° settembre, la Terra è stata colpita da una tempesta geomagnetica che ha catturato l’attenzione di scienziati e appassionati di astronomia. Questo fenomeno è stato innescato da un’espulsione di massa coronale (CME) diretta verso il nostro pianeta. Le prime rilevazioni della CME sono state effettuate dal satellite ACE (Advanced Composition Explorer) della NASA, situato a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Alle 22:30 ora italiana, il satellite ha registrato l’arrivo della massa coronale, segnalando che il nostro pianeta stava per essere investito da un flusso di particelle cariche.

Solo mezz’ora dopo, intorno alle 23:00, il campo magnetico terrestre ha cominciato a risentire degli effetti di questa tempesta. La CME, spinta da venti solari che viaggiavano a una velocità impressionante di oltre 600 chilometri al secondo, ha generato una tempesta di classe G2, definita di intensità moderata. Secondo il Centro di previsione meteorologica spaziale della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), questa classificazione indica che gli effetti sulla tecnologia e sulle comunicazioni potrebbero essere limitati, ma non trascurabili.

Effetti della tempesta geomagnetica

Durante una tempesta geomagnetica di classe G2, si possono verificare:

  1. Piccole fluttuazioni nei sistemi di navigazione GPS.
  2. Interferenze nelle comunicazioni radio a basse frequenze.
  3. Aumento delle radiazioni per i satelliti in orbita, con possibili rischi per i dispositivi elettronici a bordo.

È importante notare che, sebbene gli effetti diretti sulla vita quotidiana possano essere minimi, i ricercatori seguono attentamente questi eventi per comprendere meglio il loro impatto a lungo termine.

Dopo il picco iniziale, la tempesta si è rapidamente ridotta alla classe G1, segnalando una diminuzione dell’intensità. Tuttavia, la NOAA ha avvertito che esiste ancora la possibilità di un’intensificazione della tempesta nella giornata del 2 settembre. Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste, ha dichiarato all’ANSA: “La tempesta è già in calo, al momento il campo magnetico terrestre non risulta perturbato. Siamo però ancora immersi nel plasma della CME, quindi bisogna vedere le eventuali interazioni con la magnetosfera della Terra”.

La natura delle tempeste geomagnetiche

Le tempeste geomagnetiche sono fenomeni naturali che si verificano quando il vento solare, un flusso di particelle cariche provenienti dal Sole, interagisce con il campo magnetico terrestre. La forza e l’impatto di tali eventi dipendono da diversi fattori, tra cui l’orientamento del campo magnetico delle espulsioni di massa coronale. Se il campo magnetico della CME è orientato verso Sud, opposto a quello terrestre, la probabilità di un’intensificazione della tempesta aumenta. Al contrario, se l’orientamento è verso Nord, l’attività geomagnetica tende a essere più contenuta.

Questi eventi non sono rari; ogni anno, il nostro pianeta è colpito da tempeste geomagnetiche di varia intensità. Tuttavia, l’interesse scientifico è sempre alto, poiché le tempeste di maggiore intensità possono avere conseguenze significative per le infrastrutture tecnologiche e per il nostro ambiente. Durante eventi particolarmente forti, come la famosa tempesta solare del 1859, nota come l’Evento di Carrington, si sono registrati effetti drammatici, tra cui aurore visibili a latitudini molto più basse del normale e interruzioni delle comunicazioni telegrafiche.

Spettacolo visivo delle aurore

Oltre agli effetti tecnologici, le tempeste geomagnetiche offrono anche uno spettacolo visivo straordinario. Le aurore boreali e australi, fenomeni luminosi che si verificano nelle regioni polari, sono il risultato della collisione delle particelle cariche con l’atmosfera terrestre. Gli appassionati di astronomia e di fenomeni naturali si sono riuniti in diverse località per osservare le aurore, sperando di catturare immagini indimenticabili di questo straordinario spettacolo della natura.

Le previsioni meteorologiche spaziali sono diventate sempre più accurate nel prevedere l’arrivo di tempeste geomagnetiche, grazie ai progressi nella tecnologia satellitare e nella comprensione della fisica solare. I dati raccolti dai satelliti come ACE e altri strumenti di monitoraggio aiutano gli scienziati a informare il pubblico e le autorità riguardo a potenziali rischi e a prendere decisioni informate per proteggere le infrastrutture critiche.

Mentre la tempesta geomagnetica del 1° settembre si affievolisce, resta da vedere se ci saranno ulteriori sviluppi nelle ore successive. Gli scienziati continuano a monitorare la situazione, consapevoli che la nostra stella, il Sole, ha ancora molte sorprese in serbo per noi.