Usa e il Ponte sullo Stretto: le spese per la Nato mettono in discussione il progetto

Usa e il Ponte sullo Stretto: le spese per la Nato mettono in discussione il progetto

Usa e il Ponte sullo Stretto: le spese per la Nato mettono in discussione il progetto

Matteo Rigamonti

Settembre 3, 2025

Negli ultimi giorni, la questione del Ponte sullo Stretto di Messina ha riacceso il dibattito politico italiano, con un focus particolare sulle implicazioni internazionali legate agli Stati Uniti e alla NATO. Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’ambasciatore americano presso la NATO, Matthew Whitaker, ha espresso preoccupazioni riguardo all’inclusione delle spese per il Ponte nel calcolo delle spese per la difesa da parte di alcuni alleati europei, tra cui l’Italia.

Il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta un progetto infrastrutturale ambizioso, volto a connettere la Sicilia con il resto d’Italia. Tuttavia, la proposta di considerare le spese per questo progetto come parte del budget per la difesa ha suscitato interrogativi e preoccupazioni. Whitaker ha sottolineato l’importanza di rispettare l’obiettivo di spesa del 2% del PIL per la difesa stabilito dalla NATO, evidenziando che è fondamentale evitare interpretazioni creative che possano compromettere la credibilità degli impegni di difesa.

Le dichiarazioni di Whitaker

Durante un’intervista, Whitaker ha affermato:

  1. “Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa.”
  2. È “molto importante” che l’impegno degli alleati sia “assunto con fermezza.”

Queste dichiarazioni evidenziano la crescente preoccupazione degli Stati Uniti riguardo alla trasparenza e alla serietà degli investimenti nella difesa da parte dei suoi alleati. Gli Stati Uniti, storicamente il maggiore finanziatore della NATO, desiderano che tutti i membri contribuiscano in modo equo e responsabile, senza cercare scappatoie per ridurre gli investimenti militari.

La posizione dell’Italia

L’Italia si trova in una posizione delicata, poiché il governo sta valutando come contabilizzare le spese per il Ponte sullo Stretto nel contesto delle obbligazioni di spesa per la difesa. Questo dibattito sull’inclusione delle spese per infrastrutture civili come il Ponte nelle spese militari è emblematico di una questione più ampia che coinvolge la NATO e i suoi membri. Mentre alcuni Paesi cercano di ampliare la definizione di spesa per la difesa, altri insistono sulla necessità di mantenere una chiara distinzione tra spese militari e civili.

Implicazioni geopolitiche

La questione del Ponte sullo Stretto si inserisce in un contesto geopolitico particolarmente rilevante. Con le tensioni in aumento tra la Russia e l’Occidente, in particolare dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, gli Stati Uniti e altri membri della NATO hanno intensificato gli sforzi per garantire una maggiore preparazione militare. In questo scenario, la credibilità degli impegni finanziari dei membri della NATO diventa cruciale per mantenere l’unità e la deterrenza dell’Alleanza.

In questo clima di incertezze, l’Italia dovrà riflettere attentamente sulle proprie priorità e sull’impatto delle proprie scelte sulla sicurezza collettiva e sull’unità dell’Alleanza. Gli investimenti nel Ponte sullo Stretto potrebbero generare benefici economici significativi, ma la questione di come classificare tali spese è di primaria importanza nelle conversazioni con i partner della NATO. Whitaker ha ribadito l’importanza di affrontare il tema con serietà e responsabilità, osservando che “seguiamo con molta attenzione” le scelte fatte dai Paesi alleati.