Familiar Touch: un viaggio poetico nell’intimità dell’Alzheimer di Friedland

Familiar Touch: un viaggio poetico nell'intimità dell'Alzheimer di Friedland

Familiar Touch: un viaggio poetico nell'intimità dell'Alzheimer di Friedland

Giada Liguori

Settembre 4, 2025

In occasione del mese dedicato alla sensibilizzazione sulla malattia di Alzheimer, il 25 settembre arriva nelle sale italiane “Familiar Touch”, il pluripremiato film di Sarah Friedland. La pellicola, con protagonista l’attrice Kathleen Chalfant, affronta in modo inedito e delicato le tematiche legate alla demenza, mescolando poesia visiva e rigore narrativo per offrire una rappresentazione che va oltre la mera perdita, esplorando piuttosto la trasformazione dell’identità e del corpo.

“Familiar Touch” è distribuito da Fandango Distribuzione e ha già attirato l’attenzione grazie alla campagna “Missing Ruth”, una strategia di comunicazione che ha preso piede sui social e attraverso affissioni in alcune delle principali città italiane. Questa iniziativa si ispira a un episodio chiave del film, creando un legame emotivo con il pubblico prima ancora della sua uscita.

Il film ha ottenuto un riconoscimento straordinario alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha vinto tre premi, tra cui il Leone del futuro – Premio Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis”, Miglior Regia e Miglior Attrice per Kathleen Chalfant nella sezione Orizzonti. Questi premi sottolineano non solo la qualità artistica della pellicola, ma anche la sua capacità di toccare corde profonde legate alla condizione umana e alla fragilità della memoria.

La regia di Sarah Friedland

Sarah Friedland, alla sua prima esperienza con un lungometraggio, è già conosciuta per il suo lavoro come regista e coreografa. La sua esperienza nell’arte visiva si riflette nella narrazione di “Familiar Touch”, dove il movimento e l’immagine si intrecciano per raccontare l’esperienza di una persona affetta da demenza. La sceneggiatura è il frutto di un’accurata osservazione delle dinamiche intergenerazionali e delle interazioni quotidiane all’interno di una comunità di riposo di Los Angeles, dove Friedland ha lavorato come assistente per le persone anziane.

Il film ruota attorno alla figura di Ruth Goldman, interpretata da Kathleen Chalfant, una donna anziana che, in preda alla demenza, si ritrova a uscire di casa per quello che crede essere un appuntamento in un hotel. La realtà si rivela ben diversa, portandola in una struttura per anziani, dove dovrà confrontarsi con una serie di volti e routine sconosciute. Questo viaggio di Ruth diventa così una metafora del cambiamento e dell’adattamento, un processo che, sebbene difficile, è anche carico di scoperte e nuove esperienze.

La resilienza dello spirito umano

Il film non si limita a rappresentare la perdita di identità attraverso gli occhi della protagonista, ma riesce a mettere in luce anche la resilienza dello spirito umano. Nonostante il suo mondo stia cambiando, Ruth continua a cercare la connessione con il suo passato e con le persone che la circondano, mostrando che la sua essenza rimane intatta. La regia di Friedland riesce a catturare questi momenti con una sensibilità unica, creando una narrazione che va oltre la semplice cronaca della malattia.

Kathleen Chalfant, già nota per le sue interpretazioni in serie come “The Affair” e “House of Cards”, offre una performance straordinaria, capace di trasmettere la vulnerabilità e la forza di Ruth. La sua interpretazione è supportata da un cast di talentuosi attori, tra cui Carolyn Michelle, Andy Mcqueen e H. Jon Benjamin, che contribuiscono a rendere l’atmosfera del film ancora più immersiva e autentica.

Un approccio empatico alla demenza

L’innovativa narrazione di “Familiar Touch” si distingue per il suo approccio empatico nei confronti della demenza, un tema spesso trattato con superficialità in altri contesti. Sarah Friedland riesce a farci vivere l’esperienza di Ruth in modo profondo, invitandoci a riflettere non solo sulla malattia, ma anche sulle relazioni umane e sull’importanza delle connessioni emotive. Il film ci ricorda che anche in un contesto di fragilità e perdita, ci sono spazi per la bellezza e la poesia.

In un’epoca in cui le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer stanno diventando sempre più prevalenti, “Familiar Touch” offre una rappresentazione necessaria e toccante. La sensibilizzazione su queste tematiche è fondamentale, non solo per informare il pubblico, ma anche per ridurre lo stigma associato alle malattie mentali e per promuovere una maggiore comprensione. La scelta di lanciare il film a settembre, mese dedicato alla consapevolezza sull’Alzheimer, sottolinea l’impegno di Friedland e del suo team nel portare alla luce storie che meritano di essere raccontate.

La capacità di “Familiar Touch” di mescolare elementi visivi poetici con una narrazione profonda e significativa rappresenta un passo avanti nel modo in cui il cinema affronta tematiche delicate e complesse. Attraverso il suo sguardo intimo e riflessivo, il film di Friedland non solo intrattiene, ma invita a una riflessione profonda sulla vita, sulla memoria e sull’identità.