La mail che incastra i vertici di Rfi: la verità sulla strage di Brandizzo e come si poteva evitare la tragedia

La mail che incastra i vertici di Rfi: la verità sulla strage di Brandizzo e come si poteva evitare la tragedia

La mail che incastra i vertici di Rfi: la verità sulla strage di Brandizzo e come si poteva evitare la tragedia

Matteo Rigamonti

Settembre 5, 2025

La strage di Brandizzo, avvenuta nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023, ha lasciato un segno profondo nella comunità e nell’intero settore ferroviario italiano. Cinque operai, impegnati in lavori di manutenzione sui binari della stazione di Brandizzo, sono stati travolti e uccisi da un treno che stava percorrendo una tratta che avrebbe dovuto essere interrotta. A distanza di due anni dall’incidente, emergono nuove informazioni che potrebbero compromettere seriamente i vertici di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), la società responsabile della gestione della rete ferroviaria.

la mail che incrimina rfi

Recentemente, una mail ha messo in luce che Rfi aveva modificato i programmi di interruzione della linea, annullando un blocco di quattro ore e mezza che avrebbe potuto salvare le vite degli operai. Secondo le ricostruzioni, la decisione di annullare l’interruzione programmata era stata presa in considerazione per via di altri cantieri in corso, come quelli sulla tratta Trofarello-Asti, che avevano portato a dirottare i treni su percorsi alternativi. Tuttavia, come evidenziato dallo Spresal, il servizio di prevenzione e sicurezza sul lavoro dell’Asl To3, ci sarebbero state alternative praticabili per evitare la tragedia.

le responsabilità e le mancanze

La situazione è stata descritta come una vera e propria “conversazione fra sordi”, in cui si è arrivati a contrattare un’interruzione di appena 90 minuti, del tutto insufficiente per i lavori che dovevano essere eseguiti. Lo Spresal ha denunciato un modus operandi caratterizzato da una programmazione inefficace e tollerata, creando un ambiente di lavoro pericoloso.

  1. Si sarebbe potuto sopprimere o limitare i treni.
  2. Avrebbero potuto modificare percorso e orari.
  3. Le misure necessarie non sono state adottate.

Tali misure non sono state adottate, in parte a causa di riunioni non verbalizzate e di programmi modificati frequentemente e senza preavviso.

un quadro desolante

Il quadro emerso è definito “desolante” e si complica ulteriormente con l’evidenza di errori umani. Proprio nel momento in cui il treno stava sopraggiungendo, il capo tecnico di Rfi, Antonio Massa, era occupato a “contrattare” verbalmente con la capostazione di Chivasso. Secondo quanto riportato, chiunque fosse coinvolto nella decisione di procedere in quella maniera doveva essere consapevole che il tempo libero da treni era estremamente limitato. L’attenzione si concentra, quindi, non solo su Massa, ma anche su chi si trovava nella sua gerarchia, rendendo evidente una mancanza di responsabilità condivisa.

La strage ha aperto un dibattito cruciale sulla sicurezza nei cantieri ferroviari e sulla gestione delle operazioni da parte di Rfi. La mancanza di comunicazione e la cattiva programmazione hanno contribuito a creare un contesto in cui il rischio di incidenti mortali era inaccettabilmente alto. La procura di Ivrea ha avviato un’inchiesta per stabilire le responsabilità penali, e il caso è diventato un punto focale per l’analisi delle procedure di sicurezza nel settore ferroviario italiano.

In un clima di crescente tensione, le famiglie delle vittime attendono giustizia e chiarezza su quanto accaduto quella tragica notte. Le testimonianze dei lavoratori e le indagini in corso possono fornire importanti spunti per garantire che simili tragedie non si ripetano in futuro. La necessità di riforme e di una revisione delle procedure di sicurezza è diventata un tema centrale, con l’obiettivo di proteggere la vita dei lavoratori e garantire la sicurezza delle operazioni ferroviarie.

La strage di Brandizzo rappresenta non solo una tragedia personale per le famiglie colpite, ma anche un campanello d’allarme per tutta la società, che deve chiedere conto a chi ha la responsabilità di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. La verità deve emergere, e la responsabilità deve essere accertata, affinché simili incidenti non possano mai più verificarsi.