Scianna: l’immagine si trasforma in cosmetico?

Scianna: l'immagine si trasforma in cosmetico?

Scianna: l'immagine si trasforma in cosmetico?

Giada Liguori

Settembre 5, 2025

Viviamo in un’epoca caratterizzata dalla proliferazione della comunicazione, un fenomeno che ha assunto dimensioni industriali. In questo contesto, le parole del celebre fotografo siciliano Ferdinando Scianna risuonano con particolare urgenza: “La musica rischia di diventare rumore, l’immagine rischia di diventare cosmetico”. Queste frasi, pronunciate durante la presentazione del documentario a lui dedicato, “Ferdinando Scianna – il fotografo dell’ombra”, diretto dall’amico Roberto Andò, offrono uno spunto di riflessione profondo sulla percezione dell’immagine nel mondo contemporaneo.

Il documentario, proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia, ha ricevuto un caloroso applauso dal pubblico. La sua distribuzione avverrà in un’uscita evento dal 6 all’8 ottobre, grazie a Fandango, e il film ha anche ottenuto lo Special Award Premio Film Impresa, un riconoscimento che sottolinea l’importanza del legame tra arte e impresa culturale.

un legame profondo tra arte e amicizia

Roberto Andò, regista di fama, ha sempre cercato di raccontare storie attraverso la sua complicità con i soggetti dei suoi film. “Ho realizzato documentari su artisti che ammiro e con cui ho una certa consuetudine”, spiega Andò, indossando una spilla con la bandiera della Palestina. La sua opera è un tributo non solo a Scianna, ma anche a un’amicizia profonda e duratura, che si è radicata nel tempo grazie a una serie di incontri significativi. “Volevo farlo da tempo, ma ora arriva nel momento giusto, perché sento forte il bisogno di preservare le persone che amo”, aggiunge il regista.

la visione artistica di ferdinando scianna

Ferdinando Scianna non è solo un fotografo, ma un narratore visivo che ha saputo immortalare la bellezza e la brutalità delle realtà che ha incontrato. La sua carriera è costellata di successi e riconoscimenti:

  1. 1982: primo fotografo italiano a entrare a far parte dell’agenzia Magnum Photos.
  2. Le sue fotografie in bianco e nero raccontano storie di microcosmi, riflettendo le contraddizioni della società contemporanea.

Il documentario di Andò esplora il legame cinquantennale tra lui e Scianna, un’amicizia che affonda le radici nell’amore per la cultura e l’arte. Le conversazioni tra i due, arricchite da interviste a personalità come Giuseppe Tornatore, Dacia Maraini e Gianni Berengo Gardin, offrono uno sguardo intimo sulla vita e sul lavoro di Scianna. “Una fotografia è buona se ha un senso complesso, di comprensione di un momento di vita, e di emozione”, afferma Scianna, rivelando la sua filosofia artistica. Le sue parole ci ricordano che, in un’epoca in cui l’immagine può facilmente diventare superficiale e commerciale, è fondamentale cercare una profondità e un significato che vadano oltre la mera estetica.

un messaggio di autenticità nella moda

Scianna ha anche lasciato il segno nel mondo della moda, collaborando con marchi prestigiosi come Dolce e Gabbana e riviste come Vogue. La sua capacità di unire arte e commercio ha dimostrato che la fotografia può essere un potente strumento di comunicazione, capace di trasmettere emozioni e raccontare storie anche in contesti apparentemente frivoli. Tuttavia, la sua avvertenza è chiara: senza una narrazione significativa, l’immagine rischia di diventare solo un cosmetico, priva di sostanza.

Il documentario, quindi, non è solo un omaggio a Scianna, ma una riflessione critica sul valore dell’immagine nel nostro tempo. La cultura visiva, spesso inondata da contenuti superficiali e fugaci, ha bisogno di artisti come Scianna che, attraverso la loro opera, ci invitano a guardare più a fondo. Le sue fotografie, cariche di storia e significato, ci spingono a considerare la realtà in tutta la sua complessità, a riconoscere la bellezza anche nelle imperfezioni e a valorizzare l’autenticità.

In un mondo dove la comunicazione è sempre più rapida e superficialmente accessibile, le parole di Scianna e il lavoro di Andò ci ricordano l’importanza di fermarci, di riflettere e di cercare la sostanza dietro le immagini. La fotografia, per Scianna, è un mezzo per raccontare storie, per creare connessioni emotive e per preservare la memoria di momenti significativi. In questo modo, il suo lavoro diventa una forma di resistenza contro la banalità e l’effimero, un invito a riscoprire il potere dell’immagine come strumento di comprensione e comunicazione autentica.