Scoperta sorprendente: l’antico cranio di Petralona sta per rivelare i suoi segreti

Scoperta sorprendente: l'antico cranio di Petralona sta per rivelare i suoi segreti

Scoperta sorprendente: l'antico cranio di Petralona sta per rivelare i suoi segreti

Matteo Rigamonti

Settembre 5, 2025

Il cranio di Petralona, scoperto nel 1960 in una caverna vicino a Salonicco, Grecia, ha catturato l’attenzione degli studiosi di paleoantropologia per decenni. Questo fossile, rinvenuto inglobato nella roccia, non appartiene né a un Homo sapiens né a un Neanderthal, ma è riconducibile a un ominide ancora più primitivo. Recenti studi condotti da un team internazionale di ricerca, pubblicati sulla rivista Journal of Human Evolution, hanno fornito nuove evidenze e tecniche di datazione che potrebbero avvicinarci a una comprensione più chiara delle origini di questo importante reperto.

La scoperta del cranio di Petralona

La scoperta del cranio di Petralona avvenne durante i lavori di esplorazione di una grotta, dove gli archeologi trovarono un fossile privo di mascella, con una stalagmite di calcite che si era formata sulla fronte. Questa scoperta ha dato inizio a una serie di indagini, ma i risultati precedenti hanno portato a datarlo in un intervallo piuttosto ampio, che va da 170.000 a 700.000 anni fa. Diverse analisi morfologiche avevano portato a considerare il cranio come appartenente a Homo sapiens, Homo neanderthalensis o Homo heidelbergensis, rendendo la sua identificazione un vero enigma.

Nuove tecniche di datazione

Il team di ricerca guidato da Christophe Falguères dell’Istituto di paleontologia umana di Parigi ha intrapreso un nuovo approccio per datare il fossile. Utilizzando una tecnica di precisione nota come datazione uranio-torio, i ricercatori hanno misurato il tasso di decadimento dell’uranio presente nella calcite che circonda il cranio. I risultati hanno rivelato che:

  1. Se il cranio fosse stato a diretto contatto con la parete della grotta fin dall’inizio, la sua età sarebbe compresa tra 277.000 e 539.000 anni.
  2. Se, invece, il cranio fosse stato depositato successivamente, la datazione si attesterebbe tra 277.000 e 410.000 anni.

Questi risultati non solo forniscono una nuova finestra temporale per il cranio di Petralona, ma suggeriscono anche che la sua anatomia sia distintiva sia rispetto agli Homo sapiens che ai Neanderthal.

Implicazioni per l’evoluzione umana

Le caratteristiche del cranio portano a ipotizzare che possa appartenere a un individuo di Homo heidelbergensis, un ominide che ha vissuto in Europa durante il Pleistocene, contemporaneamente ai Neanderthal. Questo incrocio di specie e il loro coesistere nel tempo solleva interrogativi affascinanti riguardo all’evoluzione umana e ai loro comportamenti.

Il paleoantropologo Chris Stringer, del Museo di storia naturale di Londra, uno degli autori dello studio, ha descritto il cranio di Petralona come quasi certamente maschile, basandosi sulle dimensioni e sulla robustezza del fossile. Inoltre, l’usura moderata dei denti suggerirebbe che apparteneva a un giovane adulto, il che rende ancora più intrigante il suo profilo evolutivo. Le somiglianze con un altro cranio trovato a Kabwe, in Zambia, risalente a circa 300.000 anni fa e anch’esso classificato come Homo heidelbergensis, aggiungono un ulteriore strato di complessità all’interpretazione di Petralona.

La grotta di Petralona, dove fu trovato il cranio, non è solo un sito di importanza paleontologica, ma anche un luogo di grande rilevanza archeologica. Situata vicino a una delle più antiche città della Grecia, si è rivelata un tesoro di reperti e informazioni che contribuiscono a delineare la vita e l’ambiente degli ominidi che abitavano la regione. La scoperta di strumenti in pietra e altri resti archeologici nelle vicinanze suggerisce che la grotta fosse un luogo di rifugio e attività per le antiche popolazioni umane.

La ricerca continua a progredire, e gli scienziati sono sempre più motivati a esplorare ulteriormente le implicazioni di queste nuove scoperte. L’analisi dei fossili, insieme a tecniche avanzate di datazione e studio morfologico, potrebbe non solo chiarire l’identità del cranio di Petralona, ma anche gettare nuova luce sulle origini dell’umanità e sulla diversità delle specie che hanno abitato il nostro pianeta. Con l’avanzare della tecnologia e delle metodologie di ricerca, è probabile che nei prossimi anni emergeranno ulteriori informazioni che arricchiranno la nostra comprensione dell’evoluzione umana.