L’impero Armani si trova attualmente in un momento di transizione cruciale, dopo la scomparsa del suo fondatore e visionario, Giorgio Armani, avvenuta all’età di 91 anni. La notizia della sua morte ha scosso il mondo della moda e i suoi numerosi sostenitori, portando a una riflessione profonda sul lascito che il designer ha lasciato non solo nel settore della moda, ma anche nella cultura e nell’economia di Milano e oltre. L’apertura del testamento di Armani, prevista nei giorni successivi ai funerali, rappresenta un passo fondamentale per determinare il futuro della maison.
L’eredità di Giorgio Armani
Secondo fonti vicine al gruppo Armani, il patrimonio personale del designer è stimato superiore ai 12 miliardi di dollari, un’eredità che riflette il suo impatto duraturo nel panorama della moda internazionale. I dipendenti dell’azienda, che si sono sempre sentiti parte di una grande famiglia, hanno espresso la loro intenzione di collaborare con la famiglia di Armani per proteggere e rispettare la visione del fondatore. In un messaggio pubblicato su importanti testate come il Corriere della Sera e La Repubblica, i dipendenti hanno affermato:
- “Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l’ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione.”
Giorgio Armani ha lasciato dietro di sé non solo un marchio iconico, ma anche un modello di business che ha saputo mantenere una forte identità nonostante le sfide del mercato globalizzato. Senza figli, Armani ha la libertà di disporre della sua eredità come meglio crede, senza dover soddisfare quote di legittima. Tuttavia, la sua eredità non è solo una questione di patrimonio finanziario, ma anche di valori e di un approccio innovativo alla moda.
La composizione del consiglio di amministrazione
I suoi tre nipoti, Silvana e Roberta, figlie del defunto fratello Sergio, e Andrea Camerana, figlio della sorella Rosanna, siedono attualmente nel consiglio di amministrazione di Armani. Accanto a loro si trovano figure chiave come Leo Dell’Orco, braccio destro di Armani e responsabile delle linee maschili, e Federico Marchetti, fondatore di Yoox. Questa composizione suggerisce un equilibrio tra famiglia e collaboratori, cruciale per determinare come verrà gestita l’eredità e il futuro del marchio.
Sarà solo con l’apertura del testamento che si conoscerà il destino preciso del patrimonio di Armani e come verranno distribuiti i beni tra familiari e collaboratori più stretti. Contestualmente, entrerà in vigore un nuovo statuto, predisposto nel 2016 e modificato nel 2023, che prevede sei categorie di azioni con diritti di voto e prerogative di governance differenziate. Tuttavia, i diritti patrimoniali rimarranno uniformi, garantendo una certa equità tra gli azionisti.
La strategia di successione e la fondazione
Un aspetto fondamentale della strategia di successione di Armani è rappresentato dalla Fondazione Armani, che avrà il compito di garantire l’equilibrio all’interno della Giorgio Armani Spa e di mantenere l’armonia tra gli eredi. Armani stesso aveva dichiarato che la fondazione avrebbe dovuto lavorare per evitare che il gruppo venisse “acquistato da altri o spezzettato”. Nonostante una recente apertura verso la possibilità che il gruppo possa perdere la sua indipendenza in futuro, il designer aveva chiarito che ciò non sarebbe avvenuto a breve.
Il nuovo statuto impone che le decisioni strategiche, come fusioni e scissioni, richiedano il consenso di almeno il 75% dei voti in assemblea, assicurando così una certa stabilità nelle direzioni future dell’azienda. Inoltre, sarà necessario attendere cinque anni dall’adozione dello statuto per valutare l’ingresso in Borsa, un passo che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui il marchio viene gestito e percepito nel mercato.
In attesa dell’apertura del testamento e delle decisioni che ne deriveranno, il mondo della moda osserva con trepidazione come si evolverà l’impero Armani. La figura di Giorgio Armani, che ha saputo rivoluzionare il concetto di eleganza e raffinatezza, continuerà a influenzare le generazioni future, mentre la sua eredità rimane saldamente ancorata alla famiglia e ai collaboratori che hanno condiviso con lui questo straordinario viaggio.