Milano e Roma: i contribuenti più tassati e più ricchi d’Italia

Milano e Roma: i contribuenti più tassati e più ricchi d'Italia

Milano e Roma: i contribuenti più tassati e più ricchi d'Italia

Giada Liguori

Settembre 6, 2025

Nel panorama fiscale italiano, il 2023 ha evidenziato dati significativi riguardanti l’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Secondo l’analisi della Cgia, i contribuenti italiani hanno dichiarato un’Irpef complessiva di circa 190 miliardi di euro, rappresentando quasi un terzo delle entrate tributarie totali del Paese. Questo dato sottolinea l’importanza dell’Irpef nel sistema fiscale italiano e mette in risalto come la tassazione incida notevolmente sulle finanze familiari degli italiani.

Prelievo medio netto e disparità regionali

Tra le diverse aree geografiche, emerge chiaramente che il prelievo medio netto più alto è stato registrato nella Città Metropolitana di Milano, con un importo di 8.846 euro. Questo sorprendente dato riflette non solo il livello di reddito della popolazione milanese, ma anche la pressione fiscale a cui sono sottoposti i contribuenti in questa regione. Milano è seguita da Roma, dove il prelievo medio netto si attesta a 7.383 euro, e da province come:

  1. Monza-Brianza (6.908 euro)
  2. Bolzano (6.863 euro)
  3. Bologna (6.644 euro)

Al contrario, la Sardegna si distingue come la regione con il carico fiscale più leggero, con un prelievo medio di 3.619 euro.

Reddito complessivo medio e tassazione

La graduatoria delle province per reddito complessivo medio dichiarato evidenzia ulteriormente le disparità economiche nel Paese. Con un reddito medio di 33.604 euro, Milano si posiziona al primo posto, seguita da:

  1. Bologna (29.533 euro)
  2. Monza-Brianza (29.455 euro)
  3. Lecco (28.879 euro)
  4. Bolzano (28.780 euro)
  5. Parma (28.746 euro)
  6. Roma (28.643 euro)

Queste città non solo sono le più ricche in termini di reddito, ma anche quelle che affrontano una tassazione più elevata.

Situazione fiscale nel Mezzogiorno

La situazione fiscale in Italia evidenzia un divario significativo tra Nord e Sud. Le province del Mezzogiorno, in particolare, mostrano dati allarmanti. La Città Metropolitana di Cagliari si posiziona come l’area del Sud con il livello di prelievo Irpef più alto, ma occupa solo il 25° posto in termini di reddito complessivo medio, collocandosi al 46° posto nella graduatoria generale delle province. Questo mette in evidenza come, nonostante un prelievo relativamente alto, il reddito medio dichiarato rimanga ben al di sotto delle medie nazionali.

A livello nazionale, il 65,9% dei contribuenti dichiara un reddito inferiore alla media nazionale, che per il 2023 si attesta a 24.830 euro. Tuttavia, nelle regioni del Sud e delle Isole, questa percentuale supera il 70%, con la Calabria che presenta la situazione più critica, con il 77,7% dei contribuenti (circa 919.009 persone) che hanno dichiarato redditi inferiori alla media nazionale.

Prospettive fiscali future

In Italia, gli attuali 42,5 milioni di contribuenti Irpef comprendono una varietà di categorie: quasi 23,8 milioni sono lavoratori dipendenti, 14,5 milioni sono pensionati, 1,6 milioni sono lavoratori autonomi e un numero simile di persone percepisce altri tipi di reddito. La distribuzione di questi contribuenti è varia: Roma conta quasi 3 milioni di contribuenti, seguita da Milano con 2,4 milioni, Torino con 1,7 milioni, Napoli con 1,65 milioni e Brescia con 941.000. In contrasto, la provincia di Isernia risulta la meno popolosa in termini di contribuenti, con poco più di 59.000 persone.

Le prospettive fiscali per il futuro non sono delle più rosee. Nel Documento di economia e finanza (Def) del 2025, si prevede una pressione fiscale del 42,7%, con un incremento dello 0,1% rispetto all’anno precedente. Questo aumento della pressione fiscale non è attribuibile a un aumento delle tasse, ma è il risultato di una serie di novità legislative di natura economica introdotte a livello politico.

In questo quadro, è fondamentale considerare come le politiche fiscali e le scelte economiche del governo possano influenzare non solo il carico fiscale, ma anche la capacità dei cittadini di generare reddito e prosperità. Le disparità tra le diverse aree del Paese richiedono un’attenzione particolare, affinché si possano sviluppare strategie efficaci per ridurre il divario economico e garantire una maggiore equità fiscale tra le diverse regioni italiane.