L’intelligenza artificiale (AI) si sta affermando come un motore di crescita fondamentale per l’economia globale, e il settore industriale italiano non fa eccezione. Floriano Masoero, presidente e CEO di Siemens Italia, ha recentemente dichiarato che l’AI potrebbe generare un incremento del Pil compreso tra 80 e 100 miliardi di euro per le imprese italiane. Questa cifra rappresenta un’opportunità straordinaria, ma Masoero ha anche avvertito che l’Italia è attualmente in una posizione di svantaggio rispetto ad altri paesi europei.
La situazione attuale delle aziende italiane
Durante il Forum di Cernobbio, Masoero ha evidenziato che solo l’8,2% delle aziende italiane ha avviato progetti concreti nell’ambito dell’intelligenza artificiale applicata all’industria. Questo dato è ben al di sotto delle percentuali di paesi come Danimarca e Germania, dove l’adozione dell’AI ha superato rispettivamente il 27% e il 20%. La media europea si attesta attorno al 13,5%, evidenziando un ritardo significativo che l’Italia deve affrontare per non rimanere indietro in questa corsa all’innovazione.
L’AI come rivoluzione democratica
Masoero ha descritto l’adozione dell’AI come una “vera rivoluzione industriale democratica”. Grazie ai costi di implementazione relativamente contenuti, anche le piccole e medie imprese (PMI) possono trarre vantaggio dall’AI. Le PMI, che rappresentano una parte cruciale del tessuto economico italiano, stanno già mostrando esempi virtuosi di utilizzo dell’AI. Ecco alcune applicazioni pratiche:
- Analisi dei dati in tempo reale: alcune PMI utilizzano algoritmi di machine learning per monitorare e ottimizzare i processi produttivi.
- Gestione della supply chain: altre aziende integrano soluzioni di AI nei loro sistemi di logistica, migliorando l’efficienza e riducendo i costi operativi.
Questi esempi dimostrano che anche le aziende più piccole possono beneficiare delle innovazioni tecnologiche, sebbene ci sia ancora un ampio margine di crescita.
Necessità di un approccio strategico
Per colmare il gap con gli altri paesi europei, è fondamentale un approccio più strategico e coordinato. Masoero ha sottolineato l’importanza di investimenti significativi nella formazione e nello sviluppo delle competenze. La mancanza di una forza lavoro adeguatamente formata è uno dei principali ostacoli all’adozione dell’AI nel settore industriale. È essenziale che istituzioni, università e aziende collaborino per creare programmi di formazione mirati.
Inoltre, la creazione di un ecosistema favorevole all’innovazione è cruciale. Ciò implica:
- Investimenti in ricerca e sviluppo.
- Politiche che incentivino le aziende a investire nell’AI, come agevolazioni fiscali e fondi per la ricerca.
Masoero ha anche evidenziato che la digitalizzazione dell’industria è fondamentale per affrontare le sfide globali, come la sostenibilità e la competitività. L’AI può contribuire a sviluppare soluzioni più sostenibili, ottimizzando i processi produttivi e riducendo gli sprechi.
In questo contesto, Siemens Italia si propone come un attore di riferimento, non solo per la fornitura di tecnologie avanzate, ma anche per supportare le aziende nella transizione verso un’industria 4.0. L’azienda sta investendo in iniziative per promuovere la cultura dell’innovazione e della digitalizzazione, consapevole che il futuro della produzione industriale dipende dalla capacità di adattarsi e abbracciare il cambiamento.
In conclusione, il messaggio di Masoero è chiaro: l’Italia ha un’opportunità senza precedenti di sfruttare l’intelligenza artificiale per stimolare la crescita economica. Tuttavia, per cogliere questa opportunità, è fondamentale che aziende, istituzioni e società si uniscano per accelerare il processo di adozione. La finestra di opportunità si sta chiudendo rapidamente, e il tempo per agire è ora.