Recentemente, la cronaca di Venezia ha riportato alla ribalta la figura di una giovane borseggiatrice conosciuta con il soprannome di “Shakira”. Questa ventenne ha guadagnato notorietà per le sue attività illecite nella città lagunare. La sua storia è emersa nuovamente dopo che è stata condannata a un anno di reclusione per aver violato un divieto di dimora, ma sorprendentemente è stata rilasciata subito dopo la sentenza. Questo articolo esplorerà le ragioni di questa decisione e il contesto che circonda la figura di Shakira.
La condanna e il rilascio
La condanna è stata emessa dalla giudice Michela Rizzi, che ha accolto un patteggiamento, rendendo la pena non definitiva. Questo significa che la giovane non è stata immediatamente incarcerata, ma ha ricevuto un nuovo provvedimento di allontanamento dalla città, questa volta in base al decreto Caivano, che prevede misure più severe per individui considerati pericolosi. Tuttavia, la storia di Shakira è caratterizzata da una serie di violazioni precedenti, che hanno sollevato non poche polemiche tra i cittadini.
Il dibattito pubblico
Il dibattito si è acceso immediatamente dopo la notizia del suo rilascio. Molti residenti e turisti hanno espresso il loro disappunto, sottolineando che Shakira era già stata sorpresa in città nonostante i divieti imposti in passato. Il pubblico ministero aveva inizialmente richiesto una pena più severa, pari a un anno e sei mesi, ma la difesa è riuscita a ottenere una riduzione della pena a soli dodici mesi. Questo ha suscitato un’ondata di indignazione sui social media, dove molti utenti hanno messo in discussione l’efficacia delle misure di prevenzione e della giustizia.
Chi è Shakira?
Ma chi è esattamente Shakira? Pur non essendo il suo vero nome conosciuto, la giovane è diventata un volto familiare a Venezia, dove è riconosciuta per le sue abili tecniche di borseggio. Nata a Roma da una famiglia di origini bosniache, ha iniziato la sua carriera criminale in giovane età, unendosi a bande specializzate in furti con destrezza. A soli vent’anni, ha accumulato un impressionante numero di procedimenti penali, che ammontano a circa sessanta, concentrati principalmente su borseggi e violazioni di misure preventive.
In molti video girati dai “cittadini non distratti”, Shakira appare mentre si muove tra turisti e vaporetti, sempre con la sua astuzia e destrezza. Queste riprese hanno contribuito a costruire una sorta di mito attorno alla sua figura, rendendola un simbolo della lotta contro la criminalità a Venezia. Nonostante le ripetute ordinanze di allontanamento, Shakira è riuscita a tornare più volte in città, il che ha portato a interrogarsi sulla capacità delle autorità di far rispettare le misure di sicurezza.
Il futuro della sicurezza a Venezia
A seguito della scarcerazione di Shakira, le autorità locali dovranno monitorare attentamente il suo comportamento e verificare se rispetterà il nuovo divieto di dimora. La situazione ha sollevato interrogativi sulla necessità di un intervento più incisivo per garantire la sicurezza pubblica, in un contesto in cui il turismo rappresenta una delle principali fonti di reddito per la città.
Il caso di Shakira diventa emblematico della lotta tra le autorità e la criminalità organizzata, ma anche della percezione di insicurezza che permea le vie di Venezia. Mentre la città cerca di mantenere la sua immagine di meta romantica e affascinante, la presenza di borseggiatori come Shakira continua a minare la tranquillità dei residenti e dei turisti.
L’attenzione mediatica su questo caso non accenna a diminuire, e i cittadini di Venezia sono sempre più preoccupati per la sicurezza nelle loro strade. La figura di Shakira, con il suo passato criminale e le sue ripetute violazioni delle leggi, diventa simbolo di un problema che richiede soluzioni efficaci e tempestive. La sfida per le autorità è ora quella di dimostrare che, nonostante la libertà di Shakira, la giustizia può e deve prevalere, garantendo un futuro più sicuro per tutti coloro che vivono e visitano la storica città lagunare.