Riccardo Pozzobon, geologo planetario di 40 anni e ricercatore di spicco dell’Università di Padova, ha tragicamente perso la vita in Alaska durante una missione scientifica. Il suo lavoro si era concentrato sullo studio dei ghiacciai e delle loro dinamiche, portandolo a esplorare luoghi remoti e affascinanti del pianeta, dai vulcani islandesi alla Patagonia. Pozzobon è stato un membro attivo della comunità scientifica internazionale, contribuendo significativamente alla preparazione degli astronauti per future missioni sulla Luna e su Marte, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea.
L’incidente che ha portato alla sua morte, avvenuto il 3 settembre, è stato tanto tragico quanto inaspettato. Pozzobon stava studiando il ghiacciaio Mendenhall, situato nei pressi di Juneau, nell’ambito di un progetto supportato dal National Geographic Grant Program. Durante una pausa pranzo con due colleghi italiani, è scivolato in un torrente di fusione glaciale, finendo per essere inghiottito da un crepaccio. Nonostante gli sforzi delle autorità locali per localizzarlo, le ricerche si sono protratte per diversi giorni senza esito, fino a quando le operazioni sono state ufficialmente sospese, lasciando un vuoto incolmabile nella comunità scientifica e tra i suoi cari.
La notizia della sua morte ha colpito profondamente l’Università di Padova, dove Pozzobon era molto apprezzato sia come ricercatore che come docente. La rettrice, Daniela Mapelli, ha espresso il suo cordoglio, sottolineando come Riccardo fosse impegnato nella sua passione al momento della tragedia. Ha dichiarato: «La morte lo ha colto mentre lavorava per il suo ateneo, mentre si cimentava in una delle sue passioni. Il dolore e il senso di ingiustizia si accompagnano alla volontà di ricordare Riccardo». Anche il direttore del Dipartimento di Geoscienze, Nicola Surian, ha voluto rendere omaggio alla figura di Pozzobon, definendolo un ricercatore brillante e un docente capace di creare legami autentici.
un percorso accademico brillante
Riccardo Pozzobon ha iniziato il suo percorso accademico conseguendo la laurea in Geologia nel 2010, seguita da un dottorato in Geologia Planetaria nel 2015. Durante i suoi studi, ha collaborato con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, approfondendo la sua ricerca sulle sottosuperfici planetarie e in particolare sui tubi di lava. Le sue scoperte e la sua dedizione lo hanno reso un punto di riferimento internazionale nel campo della geologia planetaria. Tra i suoi allievi e collaboratori c’era anche Luca Parmitano, astronauta italiano che ha condiviso la sua profonda ammirazione per Pozzobon, ricordandolo come un mentore e un amico.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato una reazione di cordoglio anche oltre i confini italiani. La Società Geologica Italiana ha avviato un fondo di donazione per supportare la compagna di Pozzobon, Claudia, e il loro piccolo figlio, offrendo così un aiuto concreto in un momento così difficile. L’Università di Padova si sta preparando a organizzare una cerimonia ufficiale in memoria di Pozzobon, per onorare la sua vita e il suo lavoro, ma anche per sostenere la sua famiglia nel lungo periodo.
un’eredità duratura
La vita di Riccardo Pozzobon è stata caratterizzata dalla passione per la ricerca e dalla voglia di esplorare l’ignoto. I suoi colleghi lo ricordano non solo come un geologo, ma anche come un esploratore e un visionario. La sua dedizione alla scienza e il suo spirito avventuroso lo hanno portato in angoli del mondo dove pochi osano avventurarsi, contribuendo a una migliore comprensione della geologia terrestre e planetaria.
L’incidente sul ghiacciaio Mendenhall, avvenuto in circostanze tanto banali quanto fatali, ha messo in evidenza i rischi connessi al lavoro scientifico in ambienti estremi. La comunità scientifica è rimasta sotto shock, considerando la perdita di un professionista così talentuoso e promettente. Pozzobon, con il suo approccio innovativo e la sua capacità di ispirare gli altri, lascia un’eredità che continuerà a vivere attraverso i suoi studi e le sue scoperte. La sua vita e il suo lavoro rimarranno un faro di ispirazione per le generazioni future di scienziati e ricercatori.