Pelù: un nuovo inizio dopo la sfida all’udito

Pelù: un nuovo inizio dopo la sfida all'udito

Pelù: un nuovo inizio dopo la sfida all'udito

Giada Liguori

Settembre 8, 2025

Piero Pelù, icona del rock italiano e frontman dei Litfiba, ha recentemente condiviso un momento difficile della sua vita che ha profondamente influenzato il suo modo di vedere il mondo e la musica. “È abbastanza nella mia natura non lasciarmi andare”, ha dichiarato Pelù, riflettendo su un periodo buio che ha affrontato negli ultimi tre anni. Questo percorso è iniziato durante una sessione di registrazione, quando un improvviso shock uditivo gli ha causato un danno permanente al nervo acustico. Un’esperienza devastante che, però, ha aperto la porta a un nuovo capitolo della sua esistenza.

il documentario ‘Piero Pelù. Rumore dentro’

Il suo viaggio personale e artistico è raccontato nel documentario “Piero Pelù. Rumore dentro”, diretto da Francesco Fei. Questa pellicola ha debuttato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e sarà disponibile nelle sale dal 10 al 12 novembre grazie a Nexo Studios. Pelù ha scelto Fei come regista, con cui aveva già collaborato per alcuni videoclip, per dare vita a una storia di resilienza e consapevolezza. “Quando ho iniziato a parlare di questi problemi alle orecchie, gli acufeni e i tinniti, ho ricevuto messaggi di molte persone che vivevano la mia stessa condizione”, ha spiegato Pelù, sottolineando l’importanza di condividere esperienze e creare una rete di sostegno.

la nuova consapevolezza e l’arte

Il documentario esplora non solo le difficoltà legate ai problemi uditivi di Pelù, ma anche la nuova consapevolezza della solitudine che ha sviluppato. “A volte mi sento isolato, costretto a proteggere il mio udito per non peggiorare la situazione”, ha confessato. Fortunatamente, il rocker non sta degenerando nella sordità, ma il costante rumore nelle sue orecchie è diventato una compagnia costante. “Ha una nota di mi”, ha osservato Pelù, aggiungendo una riflessione profonda sui conflitti che affliggono il mondo.

Durante un photocall, ha esposto una bandiera palestinese, sottolineando come il rumore che sente sia insignificante rispetto al dolore provocato dai droni a Gaza. “Quelli colpiscono i bambini, colpiscono tutti e dovrebbero colpire anche le nostre coscienze”, ha detto con passione, evidenziando l’urgenza di rimanere vigili e impegnati. Questo incidente ha avuto un impatto profondo sulla sua vita quotidiana e sul suo rapporto con la musica, che prima era diretto e immediato. “Ora è mediato da strumenti come le cuffie di protezione”, ha spiegato, evidenziando come la sua arte sia stata influenzata dalla sua nuova condizione.

il progetto musicale ‘Deserti’

Per affrontare questo cambiamento e ripartire, Pelù ha impiegato mesi di introspezione e lavoro. “La musica mi ha aiutato molto; scrivere le canzoni per l’album ‘Deserti’ è stata una forma di terapia”, ha detto, riferendosi al suo progetto musicale che è diventato anche la colonna sonora del documentario. L’album “Deserti” non è solo un lavoro discografico, ma rappresenta un viaggio interiore. “Preparare il tour e cercare di ripartire da un punto che sembrava un binario morto è stata una sfida”, ha aggiunto.

Pelù ha anche messo in evidenza l’importanza del viaggio nella sua vita. “Viaggiare per me significa staccare da quello a cui appartengo e cercare di sentirmi sempre di più cittadino del mondo”, ha affermato, sottolineando come l’esperienza di esplorare nuovi luoghi e culture possa liberare la mente e il cuore.

Un aspetto fondamentale della sua vita artistica è l’impegno sociale. Il 18 settembre, Pelù ha organizzato il concerto “S.O.S. Palestina!” a Firenze, raccogliendo fondi per le attività di Medici Senza Frontiere in Palestina. “La politica di oggi purtroppo dimostra di essere al servizio delle lobby economiche”, ha commentato, criticando l’atteggiamento di alcuni governi rispetto alla questione palestinese. “Credo che sia chiaro come anche il governo italiano non sappia opporsi in maniera netta all’occupazione illegale perpetrata con violenza”, ha aggiunto, evidenziando la necessità di una risposta più ferma e umana da parte delle istituzioni.

Pelù ha anche citato Patti Smith, dicendo: “People have the power” (le persone hanno il potere). Questo invito all’azione rappresenta una call to action per tutti coloro che sentono la necessità di impegnarsi attivamente per il cambiamento. “Dobbiamo essere estremamente vigili, attenti, dobbiamo essere cittadini attivi”, ha concluso, trasmettendo un messaggio di speranza e responsabilità. La sua esperienza personale, unita al suo impegno sociale, dimostra come l’arte possa essere una forma di resistenza e una fonte di ispirazione per molti.