Il recente Forum della competitività ha visto la partecipazione di esperti di spicco, tra cui il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz. Durante il suo intervento, Stiglitz ha messo in discussione l’accordo commerciale tra Europa e Stati Uniti, esprimendo forti dubbi sulla sua validità e sostenibilità. Le sue affermazioni hanno acceso un dibattito acceso sulla natura delle relazioni commerciali internazionali e sul ruolo degli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump.
Le affermazioni di Stiglitz
Stiglitz ha esordito con una dichiarazione provocatoria: “Non credo che qualsiasi accordo con Trump valga la carta su cui è scritto.” Questa affermazione riassume la sua visione critica nei confronti della gestione delle politiche commerciali da parte dell’attuale amministrazione americana. Ha citato un esempio concreto per sostenere la sua tesi:
- Trump ha stipulato un accordo con Canada e Messico durante il suo primo mandato.
- Il primo giorno del secondo mandato lo ha strappato, dimostrando la volatilità delle intese commerciali.
Questa riflessione mette in luce la difficoltà di stabilire relazioni durature in un clima politico instabile.
La logica della giungla
Stiglitz ha evidenziato come l’approccio di Trump alle relazioni internazionali si basi su una logica di “legge della giungla”, dove prevale il più potente. Ha affermato: “Il presidente degli Stati Uniti non crede nello Stato di diritto”, suggerendo che questa mentalità solleva interrogativi importanti sul futuro delle relazioni commerciali globali.
La posizione economica degli Stati Uniti
Un aspetto cruciale del dibattito riguarda la posizione economica degli Stati Uniti. Stiglitz ha sottolineato che, sebbene gli Stati Uniti abbiano una spesa militare imponente, la loro incidenza sull’economia globale è in calo. Ha affermato che:
- Gli Stati Uniti rappresentano meno del 20% del Pil mondiale.
- Rappresentano molto meno del 20% del commercio globale.
Questa osservazione invita a riflettere sulla potenza economica americana e sul potenziale vantaggio competitivo dell’Unione Europea in un eventuale negoziato commerciale.
Critiche all’accordo commerciale
Stiglitz ha messo in guardia contro l’idea che l’accordo tra Europa e Stati Uniti possa essere vantaggioso per il continente europeo. Ha dichiarato: “Era svantaggioso per l’Europa”, sottolineando che questa situazione si inserisce in un contesto di tensioni geopolitiche e conflitti, come quello tra Russia e Ucraina. Un elemento significativo dell’accordo è l’impegno dell’Europa ad acquistare armi americane da inviare in Ucraina, evidenziando le debolezze dell’industria della difesa europea.
Le parole di Stiglitz pongono interrogativi sulle future relazioni commerciali e sulla necessità di una strategia europea più coesa. In un mondo in cui le dinamiche di potere stanno cambiando, è cruciale che l’Europa sviluppi una visione chiara per navigare nel complesso panorama delle relazioni internazionali.
L’intervento di Stiglitz non è solo una critica a un accordo specifico, ma un richiamo a riflessioni più profonde sulle modalità di collaborazione tra le nazioni. In un’epoca di crescente protezionismo e tensioni globali, è essenziale che le future negoziazioni siano basate su principi di equità e cooperazione, piuttosto che su una logica di dominanza. La sfida consiste nel costruire relazioni più resilienti e collaborative, capaci di affrontare le sfide globali che ci attendono.