La decima edizione della maratona digitale Digithon, che si è svolta a Bisceglie, in Puglia, ha dato il via a una serie di riflessioni cruciali sulla tecnologia e il suo impatto sulla società. Francesco Boccia, ideatore e fondatore dell’evento, ha lanciato un forte appello sull’importanza di utilizzare l’intelligenza artificiale (IA) per il bene comune, piuttosto che per fini distruttivi. Con oltre 100 startup pronte a competere, l’atmosfera è carica di innovazione, ma la preoccupazione per l’uso irresponsabile delle tecnologie è palpabile.
La storia delle rivoluzioni capitalistiche
Boccia ha iniziato la sua riflessione parlando della storia delle rivoluzioni capitalistiche, sottolineando come ogni cambiamento significativo abbia portato sia opportunità che disuguaglianze. Ha affermato: “Ogni rivoluzione capitalistica ha infranto schemi e trasformato comportamenti sociali”, evidenziando il ruolo cruciale della politica nel mantenere un equilibrio tra profitto e potere. Quando la politica fallisce in questo compito, ha avvertito, “la storia ha conosciuto guerre e conflitti”.
L’influenza dell’intelligenza artificiale
Il contesto attuale, caratterizzato dalla crescente influenza dell’IA, solleva ulteriori preoccupazioni. Boccia ha notato che, sebbene molti sperassero che la rivoluzione digitale avrebbe portato a una società più equa, la realtà è ben diversa. Ha dichiarato: “Oggi vediamo le tecnologie più raffinate piegate a logiche di dominio”, facendo riferimento a come l’IA venga utilizzata in ambiti controversi, come la sorveglianza di massa e la manipolazione politica.
- Uso dell’IA in ambiti controversi:
- Sorveglianza di massa
- Influenza politica sui social media
- Manipolazione dei dati nelle elezioni
Boccia ha avvertito che “se l’IA diventa strumento di armi e propaganda, non stiamo parlando di progresso”, ma di una deriva che minaccia la sopravvivenza dell’umanità. Questo richiamo alla cautela è particolarmente rilevante in un’epoca in cui le tecnologie evolvono rapidamente e l’assenza di regolamentazioni può portare a scenari inimmaginabili.
La responsabilità della politica
Secondo Boccia, la responsabilità della politica è fondamentale: “Il compito della politica è chiaro e non rinviabile: fermare questa deriva”. Ha sottolineato l’importanza di costruire regole globali che orientino l’innovazione verso la pace, la giustizia sociale e la sostenibilità. Queste regole devono garantire che l’IA non diventi “l’ennesima arma nelle mani di pochi”, ma un’opportunità per il progresso umano.
La sua visione si inserisce in un contesto globale in cui organizzazioni internazionali e governi stanno iniziando a discutere normative più severe per garantire un uso etico e responsabile dell’IA. L’introduzione di regolamenti da parte dell’Unione Europea sul trattamento dei dati e sull’uso dell’IA rappresenta un passo significativo in questa direzione.
La decima edizione di Digithon non è solo un evento per startup, ma un’opportunità per riflettere su come l’innovazione tecnologica possa essere guidata da valori etici e sociali. Le startup partecipanti competono non solo per premi, ma anche per contribuire a un futuro migliore. La sfida è duplice: incentivare l’innovazione e garantire che non venga sfruttata per fini negativi.
In questo contesto, le parole di Boccia risuonano come un richiamo a un’azione collettiva per garantire che l’intelligenza artificiale non diventi un’arma di distruzione, ma una forza per il bene. La richiesta di una governance dell’IA che tuteli i diritti umani e la democrazia è sempre più urgente, e la decima edizione di Digithon potrebbe rappresentare un punto di partenza per un dialogo più ampio su questi temi, dove imprenditori, politici e cittadini possano collaborare per costruire un futuro in cui la tecnologia sia al servizio dell’umanità.