Il 10 settembre 2025, la Corte d’Assise di Messina ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per estinzione del reato, a causa della morte dell’imputato, Stefano Argentino. Questo tragico epilogo segue il suicidio di Argentino, avvenuto il 6 agosto 2025, nel carcere di Gazzi, dove era detenuto per il femminicidio di Sara Campanella. La giovane, studentessa universitaria di 22 anni, è stata brutalmente uccisa il 31 marzo 2025, nei pressi del Policlinico di Messina, da un collega ossessionato da lei.
Sara Campanella era una ragazza brillante e dal futuro promettente, in procinto di laurearsi in medicina. La sua vita è stata spezzata da un atto di violenza inaudita, perpetrato da Stefano Argentino, il quale non accettava il rifiuto della giovane. Secondo le indagini, Sara aveva più volte chiesto ad Argentino di lasciarla in pace, come dimostrano alcune registrazioni audio che testimoniano i suoi ripetuti tentativi di interrompere la relazione. Argentino, invece, continuava a perseguitarla, alimentando un’ossessione che si è rivelata fatale.
il suicidio di argentino e le conseguenze
Dopo la confessione del crimine, Argentino è stato arrestato e rinchiuso in carcere. Tuttavia, la sua vita si è tragicamente conclusa quando si è impiccato nella sua cella. La notizia del suicidio ha scatenato un’ondata di dolore e indignazione, non solo tra i familiari di Sara, ma anche nell’intera comunità. La sua morte ha portato a una seconda inchiesta sulla gestione della sicurezza e della vigilanza all’interno del carcere, dove Argentino aveva manifestato tendenze suicide. Settimana dopo settimana, sette persone, tra personale penitenziario e sanitario, sono state indagate per possibili responsabilità nel non aver vigilato adeguatamente su di lui.
le nuove accuse contro la madre di argentino
La famiglia di Sara Campanella, rappresentata dagli avvocati Cettina La Torre, Filippo Barbera e Riccardo Meandro, ha deciso di non fermarsi e ha presentato un esposto alla Procura di Messina. L’intento è quello di indagare ulteriormente sulla possibilità di favoreggiamento e concorso nella commissione del reato da parte di terzi, in particolare nei confronti della madre di Argentino, Daniela Santoro. Cetty Zaccaria, madre di Sara, ha dichiarato: “Ci aspettiamo la verità, quella che sinora è stata cambiata, adattata alle proprie convenienze. Sara era amore e continuerà a dare amore”.
Le nuove accuse contro Daniela Santoro sono emerse dopo che gli avvocati della famiglia Campanella hanno esaminato scambi di chat e conversazioni tra madre e figlio, ritenendo che questi potessero indicare una sua implicazione morale nella vicenda. Secondo le informazioni fornite, la madre di Argentino sarebbe stata a conoscenza dell’ossessione del figlio per Sara e, anziché dissuaderlo, lo avrebbe incoraggiato. Questa condotta potrebbe configurare una grave responsabilità, in quanto potrebbe essere vista come un favoreggiamento morale.
la lotta per la giustizia
Il caso di Sara Campanella ha scosso profondamente la comunità messinese e ha sollevato interrogativi su temi più ampi, come la gestione della salute mentale e la violenza di genere. Le dinamiche di stalking e delle relazioni tossiche sono state messe sotto i riflettori, sollecitando una riflessione su come la società possa meglio tutelare le potenziali vittime e prevenire atti di violenza.
Le indagini proseguono e la famiglia Campanella è determinata a ottenere giustizia per Sara. Il loro impegno è alimentato non solo dal dolore per la perdita della giovane, ma anche dalla speranza che la verità venga finalmente a galla e che le responsabilità vengano accertate. La questione del femminicidio e della violenza sulle donne è un tema che deve essere affrontato con serietà e attenzione, affinché tragedie come quella di Sara non si ripetano mai più.
La comunità di Messina, unita nel lutto, continua a chiedere giustizia e a sostenere la famiglia della vittima, mentre si attende con ansia l’evoluzione delle indagini e le eventuali conseguenze legali per i coinvolti. La memoria di Sara Campanella rimarrà viva nel cuore di chi l’ha conosciuta e di chi, come la sua famiglia, lotta perché la sua storia non venga dimenticata e perché la verità emerga.