Istat: 226mila nuovi occupati nel secondo trimestre, un segnale di ripresa

Istat: 226mila nuovi occupati nel secondo trimestre, un segnale di ripresa

Istat: 226mila nuovi occupati nel secondo trimestre, un segnale di ripresa

Matteo Rigamonti

Settembre 12, 2025

Il secondo trimestre del 2025 ha segnato un momento cruciale per il mercato del lavoro italiano, come dimostrano i dati recentemente pubblicati dall’Istat. L’input di lavoro, misurato attraverso le ore lavorate di Contabilità Nazionale, ha mostrato un incremento dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi risultati suggeriscono una leggera crescita della produttività e un miglioramento dell’attività economica complessiva nel Paese.

Analisi dei dati sul mercato del lavoro

L’analisi dei dati sul mercato del lavoro rivela che il numero di occupati, valutato attraverso la Rilevazione sulle forze di lavoro e depurato dagli effetti stagionali, è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al primo trimestre, stabilendosi a 24 milioni 169 mila unità. Tuttavia, rispetto al secondo trimestre del 2024, si è registrato un incremento di 226 mila occupati, corrispondente a un aumento percentuale dello 0,9%. Questo dato è particolarmente rilevante, poiché indica una continua espansione dell’occupazione, fondamentale per il rilancio dell’economia italiana dopo le difficoltà vissute durante la pandemia di Covid-19.

  1. Tasso di occupazione: il tasso di occupazione per la fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni si attesta al 62,6%. Questo valore è in linea con le aspettative degli analisti, che avevano previsto una stabilizzazione del tasso di occupazione dopo i picchi registrati nei trimestri precedenti.
  2. Tasso di disoccupazione: nel secondo trimestre, il tasso di disoccupazione si è mantenuto stabile al 6,3%, lo stesso valore registrato nel primo trimestre del 2025. Tuttavia, rispetto al secondo trimestre del 2024, si osserva una diminuzione di 0,1 punti percentuali. Attualmente, il numero dei disoccupati in Italia è di un milione 623 mila, con una riduzione di 9 mila unità rispetto all’anno precedente.
  3. Tasso di inattività: si continua a registrare un calo degli inattivi nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni, con una diminuzione di 150 mila unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 12 milioni 294 mila.

Politiche attive del lavoro

L’analisi dei dati è ulteriormente arricchita dalla considerazione delle politiche attive del lavoro messe in campo dal governo italiano. Negli ultimi anni, sono state implementate diverse misure per favorire l’occupazione giovanile, migliorare le competenze professionali e sostenere le categorie più svantaggiate. Queste iniziative hanno avuto un impatto positivo, come dimostrano i recenti dati Istat.

È importante notare che il contesto economico globale ha un ruolo significativo nell’andamento del mercato del lavoro. Fattori come l’inflazione, le tensioni geopolitiche e le politiche monetarie delle banche centrali influenzano le scelte delle imprese e, di conseguenza, la creazione di posti di lavoro. È fondamentale che l’Italia continui a monitorare questi aspetti e ad adattare le proprie politiche economiche di conseguenza, al fine di sostenere una crescita occupazionale sostenibile.

La situazione attuale del mercato del lavoro italiano si inserisce in un quadro più ampio di recupero post-pandemia. L’Italia, come molti altri Paesi europei, sta affrontando la sfida di riprendersi dalle conseguenze economiche della crisi sanitaria. Tuttavia, i segnali positivi provenienti dai dati dell’Istat rappresentano un motivo di ottimismo e una base solida su cui costruire un futuro lavorativo più stabile e prospero per tutti i cittadini.

In sintesi, i dati sul mercato del lavoro per il secondo trimestre del 2025 offrono un quadro incoraggiante, con un aumento degli occupati e una stabilizzazione del tasso di disoccupazione. Sebbene ci siano ancora sfide da affrontare, l’andamento positivo del mercato del lavoro è un indicatore chiave della resilienza dell’economia italiana e della sua capacità di adattamento ai cambiamenti in atto.