Negli ultimi anni, il panorama occupazionale italiano ha mostrato segni di ripresa, con dati incoraggianti provenienti dall’Istat. Nel secondo trimestre del 2023, gli occupati sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto al trimestre precedente, ma hanno visto un incremento di 226.000 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, la vera sorpresa arriva dal Mezzogiorno, dove per la prima volta dall’inizio delle serie storiche nel 2004 si registra un tasso di occupazione superiore al 50% per la fascia di età tra i 15 e i 64 anni, toccando il 50,1%. Questo dato segna un significativo passo avanti verso la riduzione del divario occupazionale tra Nord e Sud, un tema che ha storicamente afflitto l’Italia.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato con entusiasmo questi risultati, affermando che “siamo sulla strada giusta”. Le sue parole riflettono un cambiamento di paradigma nelle politiche economiche, mirato non solo a sostenere il Sud, ma a valorizzare le sue potenzialità. Dati recenti dimostrano che, nonostante le sfide legate all’invecchiamento della popolazione e alla stretta sulle pensioni anticipate, il numero degli occupati over 50 ha superato per la prima volta la soglia dei 10 milioni, con un incremento di 96.000 unità rispetto al primo trimestre del 2023 e di 422.000 rispetto al secondo trimestre del 2022.
Un cambiamento culturale e sociale
Questo trend positivo è emblematico di un cambiamento culturale e sociale, che vede gli over 50 diventare il gruppo più consistente tra i lavoratori, rappresentando quasi il 42% degli occupati. In un contesto in cui la forza lavoro totale ha raggiunto 24.169.000 persone, il numero di occupati è aumentato di un milione rispetto al 2019, un segnale di ripresa che prelude a una possibile stabilizzazione economica.
Tuttavia, la situazione non è altrettanto rosea per i più giovani. Gli under 35, a causa di un calo demografico e di un aumento degli anni di formazione, hanno visto il loro numero scendere a 5.333.000, in calo di circa 61.000 unità rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione in questa fascia di età è passato dal 52,4% al 44,3% in ventuno anni, un segnale preoccupante che mette in luce le difficoltà di accesso al mercato del lavoro per i giovani. In contrasto, tra i lavoratori tra i 50 e i 64 anni, il tasso di occupazione ha visto un notevole incremento, passando dal 42,4% al 66,4% grazie a politiche che incentivano la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare per le donne.
Crescita occupazionale al sud
Un’analisi settoriale evidenzia che l’industria in senso stretto ha registrato 4,8 milioni di occupati, tornando ai livelli del 2008, un dato che riflette una ripresa economica post-pandemia. Tuttavia, è il Mezzogiorno a segnare la crescita più significativa, con 96.000 nuovi posti di lavoro creati su base annua, rispetto ai 89.000 del Nord e ai 43.000 del Centro. Meloni ha ribadito l’importanza di investire nel Sud, sottolineando come queste scelte non intendano spaccare l’Italia, ma piuttosto valorizzare l’energia e il talento del Sud.
Il governo ha deciso di abbandonare una stagione di assistenzialismo che ha spesso perpetuato l’idea di un Mezzogiorno destinato a rimanere indietro. Attraverso investimenti in infrastrutture e politiche attive per il lavoro, l’obiettivo è creare un ambiente competitivo che consenta al Sud di esprimere il proprio potenziale. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha definito questi risultati come “importanti”, sottolineando l’impegno del governo nel sostenere la buona occupazione, specialmente per giovani e donne. Le sfide storiche che il Sud ha affrontato sono ora viste come opportunità per costruire un futuro migliore.
Situazione attuale della disoccupazione
In termini di disoccupazione, il tasso è rimasto stabile al 6,3% nel secondo trimestre del 2025, con un calo di 0,1 punti rispetto all’anno precedente. I disoccupati sono scesi a 1.623.000, segnando una diminuzione di 82.000 unità in un anno. Parallelamente, il numero degli inattivi tra i 15 e i 64 anni è sceso a 12.294.000, con un tasso di inattività al 33%, che denota un miglioramento rispetto ai trimestri precedenti.
Per quanto riguarda il genere, le donne al lavoro hanno raggiunto 10.265.000 unità, con un tasso di occupazione del 53,7%, mentre gli uomini hanno un tasso del 71,5%. Anche se questi dati mostrano un lieve calo rispetto al trimestre precedente, si nota un aumento rispetto allo stesso trimestre del 2024, evidenziando un trend positivo. L’input di lavoro complessivo, espresso dalle ore lavorate, è aumentato dello 0,2% in termini congiunturali e dell’1,7% in termini tendenziali.
In questo contesto, la sfida principale rimane quella di garantire opportunità di lavoro a tutti, soprattutto ai giovani, affinché il Sud possa continuare a prosperare e contribuire attivamente all’economia nazionale.