Oltre 1.800 edifici distrutti a Gaza City: il dramma sotto il fuoco israeliano

Oltre 1.800 edifici distrutti a Gaza City: il dramma sotto il fuoco israeliano

Oltre 1.800 edifici distrutti a Gaza City: il dramma sotto il fuoco israeliano

Matteo Rigamonti

Settembre 13, 2025

Negli ultimi mesi, la situazione a Gaza City è diventata sempre più drammatica, con l’esercito israeliano che ha intrapreso una nuova offensiva portando alla distruzione di oltre 1.800 edifici, secondo un’analisi condotta dalla CNN. Questo evento si colloca in un contesto di crescente tensione e conflitto nella regione, dove le ripercussioni per la popolazione civile sono devastanti.

L’analisi della CNN si basa su immagini satellitari fornite da Planet Labs, che documentano la devastazione avvenuta tra il 9 agosto e il 5 settembre. Le immagini rivelano un’ampia demolizione di edifici, in particolare residenziali, evidenziando il cambiamento radicale del paesaggio urbano di Gaza. La città, già sofferente a causa del blocco e dei precedenti conflitti, ha subito un colpo ulteriore con questa nuova offensiva.

Aree colpite dalla devastazione

L’area di Zeitoun, a sud del centro di Gaza City, è stata particolarmente colpita. Qui, l’esercito israeliano ha ritirato le proprie forze e ha fatto esplodere una scuola utilizzata come base operativa. Le immagini satellitari mostrano chiaramente come, tra il 9 e il 17 agosto, l’esercito abbia demolito porzioni significative del quartiere di Al-Tuffah, dove molte famiglie palestinesi sfollate avevano trovato rifugio. Queste azioni hanno portato a un ulteriore aumento del numero di sfollati, in un contesto già critico.

A Jabalya, una località situata a nord di Gaza City, la situazione è altrettanto allarmante. L’analisi della CNN rivela che più di 750 edifici sono stati rasi al suolo in questa area. A differenza di quanto si potrebbe pensare, gran parte della distruzione non è avvenuta attraverso bombardamenti aerei o combattimenti diretti, ma grazie a demolizioni sistematiche condotte dall’esercito israeliano con l’ausilio di scavatrici e bulldozer.

La metodologia di demolizione

Immagini satellitari scattate durante questo periodo mostrano chiaramente i mezzi pesanti all’opera, demolendo edifici isolato dopo isolato. Ecco alcuni dei dati chiave emersi:

  1. 19 agosto: una foto mostra le macchine da costruzione israeliane che avanzano nel quartiere di Zeitoun.
  2. 20 agosto: un’altra immagine evidenzia il loro progresso di 300 metri più in profondità, lasciandosi alle spalle una scia di devastazione.
  3. 25 agosto: almeno 16 scavatrici attive nella base di Zeitoun dell’IDF, con demolizioni che continuano incessantemente.

Questo metodo di operare ha generato una distruzione visibile e profonda, amplificando il dolore e la sofferenza della popolazione civile.

L’impatto sulla popolazione civile

Tra il 5 e l’8 settembre, la situazione ha ulteriormente peggiorato con il bombardamento di cinque grattacieli, come confermato da Mahmoud Basal, portavoce della Protezione Civile di Gaza. Questi edifici ospitavano un gran numero di persone: in totale, contenevano 209 appartamenti, ognuno dei quali accoglieva almeno 20 persone durante questo stato di emergenza. Questo significa che oltre 4.100 bambini, donne e anziani si sono ritrovati all’improvviso senza casa, aggiungendo così un ulteriore peso alla già pesante crisi umanitaria in corso.

È importante notare che la distruzione a Gaza City non è iniziata con l’annuncio dell’offensiva. Già prima che il gabinetto di sicurezza israeliano comunicasse i suoi piani, i segni di devastazione erano evidenti. Ciò suggerisce che la situazione era già in deterioramento e che le misure drastiche adottate dall’esercito israeliano sono state una continuazione di un approccio aggressivo e mirato.

Questa situazione ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale, con molte organizzazioni per i diritti umani che chiedono un intervento e una valutazione imparziale delle azioni condotte. Le immagini satellitari e le testimonianze dei residenti dipingono un quadro desolante, ma la complessità del conflitto israelo-palestinese richiede una comprensione approfondita delle dinamiche storiche e politiche che hanno portato a questa crisi.

Le conseguenze di tali azioni non riguardano solo la perdita di vita e di beni materiali, ma hanno un impatto duraturo sulle comunità locali, che si trovano a dover affrontare non solo la mancanza di ripari, ma anche la scarsità di servizi essenziali come acqua, cibo e assistenza sanitaria. In un contesto già segnato da blocchi e limitazioni, la situazione attuale richiede un’attenzione urgente e una risposta coordinata da parte della comunità internazionale.