Il dissalatore di Porto Empedocle, situato in provincia di Agrigento, ha già sollevato diverse problematiche che mettono in discussione la sua efficienza e funzionalità. Inaugurato lo scorso agosto, l’impianto ha subito un guasto a un giunto, costringendo a fermarsi per riparazioni urgenti. A complicare ulteriormente la situazione, il 11 settembre, Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario del governo per l’emergenza siccità, ha annunciato che il dissalatore verrà spento di notte a causa del rumore eccessivo. Dell’Acqua ha previsto un intervento di insonorizzazione per il 20 settembre, dopo il quale l’impianto dovrebbe tornare a operare a pieno regime.
Le lamentele dei cittadini e le polemiche politiche si sono intensificate. Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico in assemblea regionale, ha criticato l’intero progetto dei dissalatori, sottolineando che avrebbero dovuto rappresentare una soluzione alla crisi idrica della Sicilia occidentale, ma stanno mostrando limiti strutturali e gestionali. Catanzaro ha messo in dubbio l’efficacia dell’iniziativa, suggerendo che sarebbe stato più opportuno investire nella manutenzione delle reti idriche, attualmente in uno stato di degrado preoccupante. Secondo un report dell’Istat del 2022, il 51,6% dell’acqua immessa nelle reti siciliane viene disperso, un dato allarmante che evidenzia le gravi inefficienze del sistema idrico regionale.
Investimenti e dissalatori in Sicilia
Da giugno, la Regione Siciliana ha annunciato un investimento di 100 milioni di euro per tre dissalatori, localizzati a Gela, Porto Empedocle e Trapani, con l’obiettivo di mitigare la crisi idrica. Tuttavia, ad oggi, solo il dissalatore di Porto Empedocle è completamente operativo. Questo solleva interrogativi sulla programmazione e sulla gestione delle risorse idriche in un contesto dove gli abitanti devono convivere con l’acqua razionata e l’uso di autobotti e cisterne.
- Dissalatore di Porto Empedocle: attualmente operativo, ma con problematiche di rumore.
- Dissalatore di Gela: progettato per fornire 50 litri al secondo, ma insufficiente per il fabbisogno locale.
- Dissalatore di Trapani: in attesa di operatività, con le stesse problematiche di gestione.
La questione diventa complessa poiché i dissalatori, pur essendo una soluzione temporanea, non possono coprire il fabbisogno idrico attuale, che è enormemente superiore alla quantità d’acqua fornita. Inoltre, il processo di dissalazione produce una salamoia di scarto che deve essere smaltita in modo appropriato, rappresentando un ulteriore problema ambientale.
Critiche e difese politiche
Le critiche di Catanzaro trovano sostegno in un contesto in cui i dissalatori vengono visti da alcuni come una panacea, mentre in realtà potrebbero rappresentare solo una misura temporanea. Il presidente dei consiglieri di Forza Italia in Sicilia, Stefano Pellegrino, ha difeso l’operazione, sottolineando che i dissalatori non devono essere considerati la soluzione unica, ma piuttosto un passo necessario per affrontare l’emergenza idrica.
Il futuro del dissalatore di Porto Empedocle e degli altri impianti previsti è quindi in bilico. La loro effettiva utilità sarà determinata non solo dalla loro capacità di operare senza interruzioni, ma anche dalla volontà politica di affrontare le problematiche strutturali delle reti idriche. È fondamentale che la Regione Siciliana non perda di vista la necessità di una gestione oculata e integrata delle risorse idriche, affinché simili iniziative possano davvero contribuire a risolvere una crisi che dura da anni. La speranza è che la situazione di Porto Empedocle possa diventare un’occasione di apprendimento e miglioramento per affrontare le sfide future legate all’acqua in Sicilia.