Intelligenza artificiale e umanesimo: la sfida di Boccia a Digithon per mettere la persona al centro

Intelligenza artificiale e umanesimo: la sfida di Boccia a Digithon per mettere la persona al centro

Intelligenza artificiale e umanesimo: la sfida di Boccia a Digithon per mettere la persona al centro

Matteo Rigamonti

Settembre 14, 2025

Durante la recente maratona digitale Digithon, tenutasi a Bisceglie, Francesco Boccia, ideatore dell’evento, ha condiviso le sue riflessioni sul futuro dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sulla società. In un dialogo profondo e stimolante con il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Boccia ha sottolineato l’importanza di ripensare il nostro approccio alla digitalizzazione, ponendo l’accento sulla necessità di mettere la persona e il bene comune al centro di ogni innovazione tecnologica.

La digitalizzazione come strumento al servizio della comunità

“La digitalizzazione può e deve essere uno strumento al servizio della persona, della comunità, della solidarietà”, ha dichiarato Boccia. Ha evidenziato come, in assenza di una visione etica, il rischio che la logica del profitto e della velocità possa prevalere sia concreto. Questo non è solo un tema di attualità, ma una questione cruciale che ha implicazioni profonde per il nostro futuro. Siamo in un’epoca in cui la tecnologia ha il potere di connettere le persone come mai prima d’ora, ma in cui, paradossalmente, i legami umani possono risultare più fragili.

L’importanza dell’accesso e delle competenze digitali

Boccia ha messo in luce come un algoritmo, per quanto sofisticato, non possa mai sostituire valori fondamentali come il perdono, la comprensione e l’empatia. “La tecnologia, sebbene possa migliorare molti aspetti della nostra vita quotidiana, ha anche il potenziale di esacerbare le disuguaglianze sociali“, ha avvertito. In molti casi, l’innovazione tecnologica non ha portato a una maggiore equità, ma ha amplificato le disparità esistenti, creando nuove forme di esclusione e marginalizzazione.

Un punto fondamentale del discorso di Boccia è stato l’accesso alla rete e le competenze digitali. Secondo lui, l’accesso alla rete, le competenze digitali e l’uso critico delle tecnologie non possono essere privilegi di pochi. Questa affermazione sottolinea l’importanza dell’inclusione digitale come parte integrante dell’inclusione sociale. In un mondo sempre più connesso, la mancanza di accesso a strumenti digitali rappresenta un ostacolo significativo per molte persone, limitando le loro opportunità di partecipazione attiva nella società.

Verso un umanesimo rinnovato

Boccia ha insistito sul fatto che un “umanesimo rinnovato” deve promuovere giustizia e solidarietà, utilizzando l’educazione digitale come mezzo per raggiungere questi obiettivi. In un contesto in cui le tecnologie possono essere utilizzate per creare divisioni, è fondamentale che la società si impegni a garantire che tutti abbiano accesso alle competenze necessarie per navigare in questo nuovo mondo digitale.

Inoltre, Boccia ha evidenziato un fenomeno preoccupante: “Le tecnologie ci rendono sicuramente più connessi, ma non necessariamente in relazione”. Questa osservazione mette in luce una contraddizione insita nella nostra era digitale; nonostante la facilità di comunicazione, molte persone si sentono isolate e distanti gli uni dagli altri. La crescita dei contatti virtuali spesso non si traduce in relazioni significative, e ciò può avere un impatto devastante sul benessere psicologico degli individui.

Concludendo il suo intervento, Boccia ha esortato a un cambio di paradigma: “Mettere la persona al centro, nella società di oggi, vuol dire avere il coraggio di dire no alla legge del più forte che utilizza il progresso per aumentare potere e profitto”. Questa affermazione riassume l’essenza della sua visione per un futuro in cui l’umanità e la tecnologia possano coesistere in modo armonioso, contribuendo a un progresso sostenibile e inclusivo.

La questione del nuovo umanesimo, così come delineata da Boccia, rappresenta una sfida cruciale per il nostro tempo. In un’epoca in cui la tecnologia avanza a un ritmo senza precedenti, è fondamentale che la società riconsideri le proprie priorità, ponendo al centro i valori umani e la dignità di ogni individuo, affinché il progresso tecnologico possa realmente servire il bene comune.