Robot come estensioni del corpo umano: un aiuto per il futuro

Robot come estensioni del corpo umano: un aiuto per il futuro

Robot come estensioni del corpo umano: un aiuto per il futuro

Giada Liguori

Settembre 15, 2025

Negli ultimi anni, la robotica ha compiuto progressi straordinari, non solo in termini di capacità tecnologiche, ma anche nella comprensione delle interazioni tra esseri umani e robot. Una recente ricerca pubblicata sulla rivista iScience ha gettato nuova luce su come i robot, in particolare quelli progettati per l’interazione umana, possano essere percepiti come vere e proprie estensioni del corpo umano. Questa scoperta ha implicazioni significative per il design dei robot, specialmente in contesti come la riabilitazione motoria, dove l’interazione umana è cruciale.

Lo studio, coordinato da Alessandra Sciutti dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Genova, è stato realizzato in collaborazione con il gruppo di Joo-Hyun Song della Brown University. Grazie ai fondi del Consiglio Europeo della Ricerca, i ricercatori hanno condotto esperimenti sia in Italia che negli Stati Uniti. I risultati hanno rivelato che quando le persone collaborano con un robot umanoide, come nel caso del robot iCub, la mano del robot viene percepita come parte del proprio schema corporeo. Questo fenomeno è simile a quello che accade tra esseri umani, dove il concetto di ‘near-hand effect’, ovvero l’effetto della mano vicina, entra in gioco.

Il near-hand effect e la percezione del robot

Il ‘near-hand effect’ è un processo cognitivo che modifica l’attenzione visiva di un individuo in base alla vicinanza della propria mano a un oggetto. In altre parole, quando la mano è vicina a qualcosa che si desidera afferrare o utilizzare, il cervello si prepara automaticamente a interagire con quell’oggetto. Questa dinamica non si limita solo agli esseri umani; la ricerca dimostra che, in presenza di un robot umanoide, questi meccanismi inconsci vengono attivati. La mano del robot, quindi, può essere interpretata come parte dell’estensione fisica della persona, influenzando il modo in cui essa interagisce con l’ambiente circostante.

Esperimenti e scoperte chiave

Lo studio ha esplorato anche la capacità del cervello di integrare oggetti esterni nel proprio schema corporeo. Questo schema corporeo esteso consente alle persone di coordinare i movimenti, evitare ostacoli e afferrare oggetti senza la necessità di guardarli direttamente. Giulia Scorza Azzarà, dottoranda all’IIT e prima responsabile dello studio, ha progettato un esperimento in cui una persona e il robot iCub devono collaborare per tagliare una saponetta utilizzando un cavo d’acciaio. Durante l’esperimento, è emerso che la mano del robot veniva percepita come ‘mano vicina’ solo da coloro che avevano collaborato attivamente con il robot e che lo consideravano un partner competente e piacevole.

Implicazioni per la progettazione dei robot

Questa scoperta ha importanti conseguenze per la progettazione di robot destinati a lavorare a stretto contatto con gli esseri umani. Ad esempio, nei contesti di riabilitazione, dove i robot possono assistere le persone nel recupero delle capacità motorie, è fondamentale che l’interazione tra paziente e robot sia fluida e naturale. Se i pazienti percepiscono il robot come un’estensione del proprio corpo, ciò potrebbe migliorare notevolmente l’efficacia della riabilitazione.

Le implicazioni di questa ricerca si estendono anche ad altri settori. Ecco alcuni esempi:

  1. Logistica: i robot potrebbero diventare compagni di lavoro efficaci, aumentando la produttività.
  2. Assistenza: i robot potrebbero migliorare l’esperienza lavorativa e rendere le macchine più accessibili.
  3. Formazione: è fondamentale preparare la società a queste nuove interazioni.

Infine, la ricerca mette in luce l’importanza di un approccio multidisciplinare nello sviluppo della robotica. La combinazione di neuroscienze, psicologia e ingegneria è essenziale per creare robot che non solo funzionino bene, ma che siano anche in grado di interagire in modo naturale e intuitivo con gli esseri umani. Con l’evoluzione continua della tecnologia e la crescente integrazione dei robot nelle nostre vite, è fondamentale continuare a esplorare queste dinamiche per garantire che il futuro della robotica sia non solo innovativo, ma anche umano.