Trump e il mistero dell’odio tra Putin e Zelensky

Trump e il mistero dell'odio tra Putin e Zelensky

Trump e il mistero dell'odio tra Putin e Zelensky

Matteo Rigamonti

Settembre 15, 2025

Recentemente, l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rilasciato dichiarazioni incisive riguardo alla tensione tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Durante un incontro con i reporter, Trump ha definito l’odio tra i due leader come “imperscrutabile”, evidenziando la profonda animosità che caratterizza il loro rapporto. Questa affermazione si inserisce in un contesto geopolitico complesso e di lunga data.

Le radici dell’ostilità tra Russia e Ucraina

L’ostilità tra Russia e Ucraina ha radici storiche che risalgono a secoli fa, ma ha raggiunto un nuovo apice con l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e l’inizio del conflitto armato nel Donbass. Zelensky, eletto presidente nel 2019, ha cercato di instaurare un dialogo con Mosca, ma le speranze di pace sono state infrante dall’intensificarsi delle ostilità, culminate nell’invasione russa del 2022. Questo contesto ha reso il dialogo tra i due leader quasi impossibile.

La proposta di Trump per un incontro

Trump ha suggerito che un incontro tra Putin e Zelensky, sia esso un vero vertice o un semplice incontro, potrebbe essere una soluzione. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di un intervento esterno per facilitare questo dialogo, poiché tra i due presidenti “si odiano così tanto che quasi non riescono a parlare”. Le parole di Trump risuonano con la realtà del conflitto, dove la comunicazione è stata spesso ostacolata da accuse reciproche e propaganda.

  1. Diversi leader mondiali hanno cercato di mediare, tra cui:
  2. Emmanuel Macron, presidente francese
  3. Olaf Scholz, cancelliere tedesco

Tuttavia, le loro iniziative sono state spesso ostacolate dalla rigidità delle posizioni di entrambe le parti. La Russia insiste sulla sua sicurezza nazionale e sul riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass, mentre l’Ucraina rifiuta qualsiasi compromesso sulla sovranità territoriale.

Le sfide della mediazione

Le parole di Trump possono essere interpretate come un tentativo di riaccendere il dibattito su un possibile ruolo degli Stati Uniti come mediatori. Durante la sua presidenza, Trump ha mantenuto una posizione ambivalente nei confronti della Russia, alternando momenti di apertura a critiche feroci. La sua affermazione di dover “convincerli” a parlare ricorda il suo approccio controverso ma pragmatico nei confronti della diplomazia internazionale.

Il tema dell’incontro tra i due leader è fondamentale non solo per la stabilità regionale, ma anche per l’equilibrio geopolitico globale. La guerra ha portato a una crisi energetica in Europa e a un aumento dei prezzi alimentari. Le conseguenze del conflitto si fanno sentire ovunque, rendendo urgente una soluzione.

Tuttavia, il pessimismo regna sovrano. La disillusione riguardo alla possibilità di un dialogo costruttivo è palpabile. Zelensky ha ripetutamente affermato che non ci sarà pace finché la Russia non ritirerà le sue truppe e non restituirà i territori occupati. D’altra parte, Putin continua a giustificare le sue azioni con argomentazioni storiche e di sicurezza nazionale, rendendo le prospettive di un compromesso ancora più remote.

Inoltre, la questione dell’alleanza tra l’Ucraina e la NATO complica ulteriormente il quadro. L’adesione dell’Ucraina all’Alleanza atlantica è vista da Mosca come una minaccia diretta, mentre Kiev considera la NATO come una garanzia per la propria sicurezza. Questo conflitto di interessi rende il dialogo ancora più difficile e crea un ambiente in cui le trattative sembrano un’utopia.

In sintesi, l’affermazione di Trump sull’odio “imperscrutabile” tra Putin e Zelensky mette in luce una delle sfide più difficili della diplomazia contemporanea. La strada verso la pace in Ucraina è irta di ostacoli e richiede non solo la volontà di dialogare, ma anche un contesto favorevole che incoraggi entrambe le parti a sedersi attorno a un tavolo. Fino a quando questa situazione non cambierà, il futuro del conflitto rimarrà incerto e le parole di Trump potrebbero rimanere solo un’eco in un deserto di incomprensione e ostilità.