Un viaggio nel cuore della faglia: il tunnel che svela i segreti dei terremoti

Un viaggio nel cuore della faglia: il tunnel che svela i segreti dei terremoti

Un viaggio nel cuore della faglia: il tunnel che svela i segreti dei terremoti

Matteo Rigamonti

Settembre 15, 2025

Nel cuore delle Alpi svizzere, precisamente nel Ticino, è stato completato un ambizioso progetto di ricerca: un tunnel lungo 120 metri, progettato per affiancare una delle faglie più studiate del settore sismologico. Questa iniziativa ha come obiettivo principale quello di approfondire la nostra comprensione dei terremoti, rispondendo a due interrogativi fondamentali che da anni affliggono la comunità scientifica: cosa avviene poco prima dell’inizio di un terremoto e quali fattori ne determinano l’arresto.

Il tunnel è situato presso il BedrettoLab, un centro di ricerca del Politecnico Federale di Zurigo, e rappresenta un elemento chiave del progetto Fear (Fault Observation and Research), a cui partecipa anche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Roma. Questo progetto è stato finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca con un investimento di 14 milioni di euro, sottolineando l’importanza della ricerca sismologica a livello europeo.

L’importanza dell’osservatorio sulla faglia

Domenico Giardini, dell’ETH di Zurigo ed ex-presidente dell’INGV, ha descritto l’osservatorio sulla faglia come “il tassello mancante del puzzle dello studio dei terremoti”. Giardini ha evidenziato che, sebbene esistano eccellenti reti di monitoraggio sismico in tutto il mondo, la maggior parte di questi strumenti è situata sulla superficie terrestre, e quindi a una distanza considerevole dai punti di origine dei terremoti. Inoltre, i pochi sensori collocati nei pozzi si trovano normalmente solo nelle vicinanze delle faglie, ma non all’interno di esse, limitando così la quantità di dati raccolti.

Il tunnel non solo offre l’opportunità di monitorare in modo diretto le faglie, ma consente anche di studiare in dettaglio la formazione e la propagazione dei terremoti. Grazie alla sua posizione strategica, i ricercatori potranno analizzare i segnali precursori che potrebbero, in futuro, contribuire a prevedere eventi sismici di grande intensità. La sfida è ambiziosa: comprendere i meccanismi interni della terra, che rimangono per molti aspetti ancora misteriosi.

Innovazione e tecnologia nel progetto

Uno degli aspetti più innovativi di questo progetto è l’installazione di una vasta gamma di sensori all’interno del tunnel e nei pozzi adiacenti. Questi strumenti formano una rete di monitoraggio unica al mondo, in grado di raccogliere dati dettagliati sui cambiamenti di temperatura, pressione e altre variabili fisiche che potrebbero precedere un terremoto. I ricercatori prevedono di utilizzare questi dati per creare modelli più precisi sulla dinamica delle faglie e sui processi che portano a un evento sismico.

Inoltre, alcuni dei pozzi scavati per raggiungere la faglia sono progettati per iniettare acqua, consentendo di indurre piccoli terremoti di magnitudo 1. Sebbene questa magnitudo sia ben al di sotto della soglia di percezione umana, è sufficiente a generare movimenti del suolo significativi. Questa tecnica, nota come induzione sismica, potrebbe rivelarsi cruciale per la comprensione di come si sviluppano e si propagano le tensioni all’interno delle faglie, offrendo così preziose informazioni per il futuro.

Collaborazione internazionale e impatti futuri

Un altro aspetto interessante del progetto Fear è la collaborazione internazionale che esso promuove. La sinergia tra istituzioni di ricerca svizzere e italiane non solo arricchisce il panorama scientifico, ma rappresenta anche un esempio di come la scienza possa superare i confini nazionali per affrontare problemi globali. La sismologia è un campo che richiede un approccio multidisciplinare, e l’unione delle competenze di diversi esperti è fondamentale per ottenere risultati significativi.

L’importanza di questo tipo di ricerca è diventata ancora più evidente negli ultimi anni, quando eventi sismici di grande magnitudo hanno colpito diverse regioni del mondo, causando ingenti danni e perdite di vite umane. La capacità di prevedere un terremoto, anche solo pochi secondi prima, potrebbe fare la differenza nel salvare vite e ridurre i danni. Progetti come quello del tunnel in Ticino rappresentano passi importanti verso la realizzazione di questo obiettivo.

In conclusione, il tunnel costruito sulle Alpi svizzere è un esempio di come la scienza possa affrontare le sfide più complesse. La ricerca sismologica è in continua evoluzione, e l’apporto di tecnologie avanzate e di collaborazioni internazionali è fondamentale per comprendere meglio i fenomeni naturali che influenzano la vita di milioni di persone. Con il progetto Fear, i ricercatori sperano di fare significativi progressi nella comprensione dei terremoti e, in ultima analisi, di contribuire a una maggiore sicurezza sismica per le comunità vulnerabili.