Dehors liberi fino al 2027: un anno extra per il riordino delle aree pubbliche

Dehors liberi fino al 2027: un anno extra per il riordino delle aree pubbliche

Dehors liberi fino al 2027: un anno extra per il riordino delle aree pubbliche

Matteo Rigamonti

Settembre 16, 2025

La questione dei dehors, quegli spazi all’aperto che caratterizzano la vita sociale e commerciale delle nostre città, ha ricevuto una svolta significativa con l’approvazione di un emendamento al disegno di legge sulla Semplificazione delle attività economiche in discussione al Senato. La nuova normativa, che si inserisce nel contesto post-pandemia, estende la possibilità di utilizzare spazi esterni per i ristoranti e i bar fino al 30 giugno 2027, un anno in più rispetto alla scadenza precedente fissata al 31 dicembre 2025.

Questa decisione rappresenta non solo un sostegno concreto per gli operatori del settore della ristorazione, che hanno sofferto enormemente a causa delle restrizioni legate al Covid-19, ma anche un’opportunità per le amministrazioni locali di ripensare e valorizzare gli spazi pubblici. I dehors non sono solo una questione economica, ma anche sociale e culturale, contribuendo a rendere le città più vivibili e attrattive.

Dettagli dell’emendamento

L’emendamento, presentato dal relatore del ddl, non si limita a prorogare la scadenza per i dehors, ma concede anche al governo un ulteriore anno per attuare la delega prevista dalla legge sulla concorrenza. Questo provvedimento è cruciale per il riordino del settore, che necessita di norme chiare e coordinate per la concessione di spazi e aree pubbliche di interesse culturale o paesaggistico. Il nuovo termine per l’adozione del decreto legislativo in materia di “riordino e coordinamento delle norme sulla concessione di spazi e aree pubbliche” è fissato al 31 dicembre 2026, rispetto alla precedente scadenza del 16 dicembre 2025.

Impatti sulla ristorazione e sull’economia locale

La proroga dei dehors liberi è stata accolta positivamente da molte associazioni di categoria, che vedono in questa misura un passo importante per la ripresa economica. I ristoratori, in particolare, hanno sottolineato come la possibilità di utilizzare spazi all’aperto abbia rappresentato una boccata d’aria in un periodo di crisi, permettendo di accogliere i clienti in sicurezza e di continuare a lavorare anche in condizioni difficili.

Tuttavia, è fondamentale che questa opportunità venga accompagnata da una regolamentazione chiara e adeguata. La legge sulla concorrenza del 2023 ha già previsto un riordino delle norme, ma è essenziale che le amministrazioni locali si attivino per garantire che i dehors siano non solo una risorsa economica, ma anche una componente integrata dell’arredo urbano.

Verso un approccio sostenibile

In diverse città italiane, già da tempo si stanno sperimentando modelli di gestione innovativi per i dehors. Ad esempio:

  1. A Milano, sono stati introdotti bandi per la concessione di spazi pubblici che incentivano l’uso di materiali sostenibili e progetti di design che migliorano l’estetica delle strade.
  2. A Firenze e Roma, le amministrazioni stanno cercando di conciliare le esigenze dei commercianti con quelle dei residenti, per evitare situazioni di degrado e di invadenza degli spazi pubblici.

Inoltre, la questione dei dehors non può prescindere da un approccio sostenibile. Le città stanno iniziando a comprendere l’importanza di promuovere soluzioni ecologiche, come l’uso di arredi riutilizzabili e l’inserimento di piante per migliorare la qualità dell’aria. Questo aspetto è particolarmente rilevante in un momento in cui le tematiche ambientali sono al centro del dibattito pubblico e della politica.

In conclusione, la proroga della normativa sui dehors rappresenta un’importante opportunità per il settore della ristorazione e per le città italiane, ma richiede anche un impegno concertato da parte di tutti gli attori coinvolti. La sfida sarà quella di trasformare questi spazi in luoghi di socialità e cultura, senza dimenticare la necessità di regole chiare e condivise che garantiscano un equilibrio tra le esigenze economiche e quelle dei cittadini.