La figura di Mario Adinolfi, noto per le sue posizioni controverse e il suo passato politico, è tornata alla ribalta grazie all’inchiesta condotta dal programma televisivo “Le Iene”. Al centro dell’attenzione c’è il suo gruppo di scommesse, “Scommessa Collettiva”, che prometteva guadagni facili ai partecipanti, ma ha generato un vero e proprio giallo sui soldi che i membri affermano di dovergli.
Adinolfi ha sempre presentato “Scommessa Collettiva” come un’opportunità imperdibile per chiunque desiderasse guadagnare senza rischi. «Chi si associa alla Scommessa Collettiva non può perdere, se succede paghiamo noi», affermava con sicurezza. Le modalità di adesione erano semplici: chi voleva partecipare poteva contattarlo via email, versare una quota d’ingresso che variava da 3 a 10 mila euro, a seconda del rendimento desiderato, e attendere le vincite promesse. Un sistema che sembrava perfetto, almeno sulla carta.
le promesse disattese
Tuttavia, quando alcuni partecipanti hanno tentato di ritirare le loro vincite, si sono trovati di fronte a una realtà ben diversa. Scuse, ritardi e mancate risposte hanno caratterizzato le interazioni con Adinolfi, lasciando molti creditori con una sensazione di impotenza e delusione. Tra di loro c’è Angela, una pensionata con invalidità, che ha deciso di raccontare la sua storia a “Le Iene”. La sua esperienza è emblematica di quanto accaduto a molti altri membri del gruppo.
- Angela ha versato 9 mila euro come quota d’ingresso.
- Ha continuato a inviare denaro per le scommesse.
- Ha investito un totale di 82 mila euro, ricevendo indietro meno di un terzo della cifra.
La promessa di facili guadagni si è trasformata in un incubo finanziario. Il suo racconto mette in luce il disagio di chi, come lei, ha riposto fiducia in un sistema che prometteva rendimenti quasi garantiti. La signora ha sottolineato come quei soldi avrebbero potuto fare la differenza nella sua vita quotidiana.
il meccanismo di scommessa collettiva
Il meccanismo del gruppo “Scommessa Collettiva” si basava su scommesse su eventi sportivi con quote minime, promettendo vincite elevate nel lungo periodo. Inoltre, le vincite, già tassate, non dovevano essere dichiarate nel reddito, rendendo la proposta ancora più allettante per chi cercava un modo per incrementare i propri risparmi senza troppi rischi.
Tuttavia, le scuse di Adinolfi non sono mancate. Quando “Le Iene” hanno cercato di contattarlo, il fondatore ha addotto vari motivi per il ritardo nei pagamenti, parlando di elezioni in corso, controlli antiriciclaggio e di presunti investimenti all’estero, senza mai fornire risposte concrete ai suoi creditori. Anche la sua partecipazione a programmi televisivi, come “L’isola dei famosi”, è stata citata come motivo di distrazione dalle sue responsabilità.
indagini e futuro incerto
L’attività di Adinolfi nel settore delle scommesse non è una novità. Già nel 2009, alcuni post su Facebook dimostrano come avesse iniziato a suggerire giocate sicure, trasformando poi il suo modello in “Scommessa Collettiva”. Nel corso degli anni, il sistema è diventato sempre più strutturato, attirando un numero crescente di partecipanti, molti dei quali ora si sentono truffati.
Interrogato dalle telecamere de “Le Iene”, Adinolfi ha negato ogni responsabilità, affermando che il gruppo “Scommessa Collettiva” è chiuso da tempo e che tutti i creditori avrebbero ricevuto quanto dovuto. Tuttavia, le testimonianze delle persone coinvolte raccontano una storia ben diversa, evidenziando un sistema che ha portato a una spirale di debiti e frustrazioni.
La questione è ora oggetto di indagini da parte delle autorità competenti. Già nel corso dell’estate 2023, il podcast Cerbero aveva sollevato interrogativi sulla gestione di Adinolfi e sulla trasparenza del suo operato. Con il clamore mediatico attuale, è probabile che la vicenda si evolva ulteriormente, portando a eventuali sviluppi legali.
Adinolfi ha dichiarato di voler avviare una causa per tutelare la propria reputazione, ma ciò non ha placato le preoccupazioni dei partecipanti di “Scommessa Collettiva”, che continuano a chiedere giustizia. La loro speranza è che le autorità competenti possano fare luce su una situazione che appare sempre più complessa e, per molti, dolorosa.
In un periodo in cui le scommesse online e i gruppi di investimento stanno diventando sempre più popolari, è fondamentale che gli utenti siano informati e consapevoli dei rischi associati. La vicenda di Mario Adinolfi e di “Scommessa Collettiva” rappresenta un avvertimento per chiunque desideri investire i propri soldi in sistemi che promettono guadagni facili e senza rischi. La trasparenza e la legalità sono valori fondamentali in un settore che, se gestito in modo irresponsabile, può causare danni irreparabili a molti.