Il futuro dei fondi pensione: Arca Fondi e Itinerari Previdenziali tracciano nuove strade

Il futuro dei fondi pensione: Arca Fondi e Itinerari Previdenziali tracciano nuove strade

Il futuro dei fondi pensione: Arca Fondi e Itinerari Previdenziali tracciano nuove strade

Matteo Rigamonti

Settembre 17, 2025

Nella cornice prestigiosa della Camera dei Deputati, si è svolto un convegno di grande rilevanza, intitolato “Proposte per lo sviluppo dei fondi pensione: più adesioni nelle micro e piccole imprese e più capitali in economia reale”. Questo evento, promosso da Arca Fondi e da Itinerari Previdenziali, ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulla necessità di rilanciare la previdenza complementare come pilastro fondamentale del welfare italiano e come leva strategica per lo sviluppo economico del Paese.

Il convegno ha visto la partecipazione di figure di spicco nel panorama istituzionale e finanziario italiano, tra cui Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, Ugo Loeser, amministratore delegato di Arca Fondi, e Mario Pepe, presidente della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip). Sono intervenuti anche esponenti politici di rilievo, come Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Antonio Misiani, vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato, e Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera.

le sfide della previdenza complementare in italia

Il tema centrale del convegno ha affrontato le sfide e le opportunità legate alla previdenza complementare in Italia, un ambito che presenta enormi potenzialità ma anche significative criticità. Attualmente, circa 11 milioni di lavoratori delle piccole e medie imprese sono esclusi di fatto dai benefici offerti dai fondi pensione, con tassi di adesione che non superano il 10%. Questo è in netto contrasto con i tassi di adesione che si registrano nelle grandi imprese, dove si attestano tra il 70 e l’80%.

Un’analisi approfondita ha messo in luce come le modifiche legislative introdotte dalla Legge 296/2006 al D.Lgs. 252/2005 abbiano ostacolato la piena attuazione della riforma previdenziale. In particolare, l’obbligo di destinare il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) delle imprese con più di 49 dipendenti al Fondo di Tesoreria Inps ha sottratto oltre 105 miliardi di euro all’economia reale, spostando tali risorse verso la spesa corrente dello Stato. Questo ha creato una situazione in cui le micro e piccole imprese si trovano in difficoltà nel trasferire il TFR ai fondi pensione, aggravata dall’abolizione del Fondo di garanzia per le PMI.

misure concrete per il rilancio della previdenza

Durante il convegno, sono state presentate diverse misure concrete per rilanciare l’efficacia della previdenza complementare. Tra queste:

  1. Reintroduzione del Fondo di garanzia per le PMI: potrebbe fornire supporto finanziario alle piccole imprese per il trasferimento del TFR ai fondi pensione, attraverso l’accesso a credito agevolato.
  2. Implementazione di un sistema di iscrizione automatica ai fondi pensione, con facoltà di recesso (opt-out), per aumentare significativamente il numero di adesioni.
  3. Modifica delle scelte di default degli investimenti, passando a un modello basato sulle logiche del life-cycle, che tiene conto delle diverse fasi della vita lavorativa e dei bisogni previdenziali dei lavoratori.
  4. Aumento della soglia investibile in economia reale fino al 25% del patrimonio dei fondi pensione, superando l’attuale limite del 10%.

Non meno importante è stata la richiesta di una revisione della fiscalità sui fondi pensione, riportando l’imposizione sui rendimenti all’aliquota del 11% e applicandola al momento della prestazione. Questo intervento potrebbe rendere più attrattivi i fondi pensione per i lavoratori e incentivare le adesioni.

l’urgenza di riformare il sistema previdenziale

Il dibattito ha rivelato una convergenza di opinioni sull’urgenza di intervenire per correggere le distorsioni normative attuali e rilanciare il ruolo strategico della previdenza complementare, soprattutto per i lavoratori delle micro e piccole imprese. Ugo Loeser ha sottolineato l’importanza di un “cambio di passo deciso”, affermando che è fondamentale superare gli ostacoli normativi che attualmente bloccano le adesioni e limitano il contributo dei fondi pensione all’economia reale.

Alberto Brambilla ha messo in evidenza la sfida rappresentata dalla transizione demografica in corso in Italia e dall’alto debito pubblico, che rendono imperativa la crescita della previdenza complementare. Con una percentuale dell’11,7% del patrimonio dei fondi pensione rispetto al PIL, l’Italia si colloca attualmente al 27° posto tra i Paesi OCSE, un dato che evidenzia la necessità di lungimiranza e coraggio nell’affrontare le riforme necessarie per incentivare le adesioni e lo sviluppo patrimoniale dei fondi pensione.