Il misterioso furto del braccialetto di un faraone al museo del Cairo

Il misterioso furto del braccialetto di un faraone al museo del Cairo

Il misterioso furto del braccialetto di un faraone al museo del Cairo

Matteo Rigamonti

Settembre 17, 2025

Un braccialetto d’oro di inestimabile valore è misteriosamente scomparso dal laboratorio di restauro del Museo del Cairo, situato nella storica piazza Tahrir. Questo museo, da anni al centro di un faticoso trasferimento di reperti al Nuovo Museo Egizio di Giza, ha visto susseguirsi eventi che hanno attirato l’attenzione del mondo intero. La notizia della scomparsa del braccialetto è stata riportata dalla BBC, la quale ha citato fonti ufficiali provenienti dal ministero egiziano del Turismo e delle Antichità.

La storia del braccialetto

Il braccialetto, risalente a circa 3.000 anni fa, presenta un design semplice ma elegante: un cerchio d’oro ornato da una perla di lapislazzuli. Questo monile apparteneva al re Amenemope, una figura storica poco nota ma significativa della XXI dinastia egizia, che regnò durante il Terzo Periodo Intermedio, un’epoca caratterizzata da instabilità politica e sociale in Egitto. Il ministero ha già avviato un’indagine, segnalando la scomparsa alle forze dell’ordine e alla Procura della Repubblica. In un tentativo di prevenire il contrabbando, l’immagine del braccialetto è stata distribuita a tutti gli aeroporti, porti marittimi e valichi di frontiera terrestri del Paese.

La figura di Amenemope

La figura di Amenemope è avvolta da un certo mistero. Originariamente sepolto in una modesta tomba a camera singola all’interno della necropoli reale di Tanis, nel delta orientale del Nilo, il suo sarcofago fu successivamente spostato accanto a quello di Psusennes I, uno dei re più potenti del periodo. La tomba di Amenemope fu riscoperta nel 1940, rivelando un patrimonio archeologico di grande valore. Tuttavia, la scomparsa del braccialetto solleva interrogativi inquietanti sulle misure di sicurezza e la gestione dei reperti storici all’interno del museo.

Misure di sicurezza e commercio illegale

Il direttore generale del museo ha chiarito che alcune foto di un braccialetto circolate online non rappresentano l’oggetto scomparso, ma piuttosto un altro braccialetto attualmente esposto nel museo. Questa precisazione è fondamentale, poiché il caos mediatico e la diffusione di informazioni errate possono ostacolare le indagini in corso e confondere l’opinione pubblica. La situazione attuale ha spinto il ministero a decidere di inventariare e analizzare tutti gli altri reperti presenti nel laboratorio di restauro, per garantire che non ci siano ulteriori oggetti mancanti.

Il commercio illegale di reperti dell’antico Egitto rappresenta da tempo una preoccupazione per il governo egiziano. Le autorità hanno intensificato le loro indagini e misure di sicurezza, specialmente dopo che, lo scorso anno, due uomini sono stati arrestati per aver tentato di rubare centinaia di reperti antichi dal fondo del mare nella baia di Abu Qir, vicino ad Alessandria. Durante gli interrogatori, i sospetti hanno ammesso di aver già organizzato la vendita degli oggetti, evidenziando un fenomeno preoccupante che continua a minacciare il patrimonio culturale del Paese.

La sfida per il futuro

L’egittologia è una disciplina che si arricchisce di scoperte e ricerche, ma eventi come la scomparsa di un braccialetto così prezioso mettono in luce le vulnerabilità dei musei e delle istituzioni che custodiscono i tesori del passato. La lotta contro il traffico di reperti è una battaglia che coinvolge non solo le autorità locali, ma anche organizzazioni internazionali e musei di tutto il mondo. È fondamentale collaborare per contrastare il mercato nero e garantire che le opere d’arte e i reperti storici restino nel loro contesto culturale e storico originale.

In questo contesto, il Nuovo Museo Egizio di Giza, che dovrebbe aprire nel 2023, potrebbe rappresentare una svolta per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio egiziano. Con spazi moderni e tecnologie all’avanguardia, il nuovo museo si propone di migliorare la sicurezza dei reperti e di offrire un’esperienza più ricca ai visitatori. Tuttavia, è evidente che la sicurezza resta una priorità assoluta, e la recente scomparsa del braccialetto d’oro ne è la testimonianza più preoccupante.

Le autorità egiziane sono ora di fronte a una sfida cruciale: garantire che il patrimonio culturale non solo venga preservato ma anche valorizzato in modo che le future generazioni possano apprezzare la grandezza della civiltà egizia. La speranza è che, con il rafforzamento delle misure di sicurezza e la cooperazione internazionale, episodi come quello del braccialetto di Amenemope possano diventare rari e che il patrimonio dell’antico Egitto possa continuare a brillare sotto il sole del Cairo.