La Legge di Bilancio per il 2024 e il bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 rappresentano un documento fondamentale per il futuro dei pensionati italiani. In un periodo di elevata inflazione come quello del biennio 2023-2024, i pensionati con trattamenti superiori ai 2.500 euro lordi (meno di 2.000 euro netti) si trovano a fronteggiare una situazione senza precedenti. Secondo l’analisi del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, la perdita legata alla mancata rivalutazione delle pensioni potrebbe raggiungere, nei prossimi dieci anni, una cifra minima di 13.000 euro. Per chi percepisce assegni oltre i 10.000 euro lordi (circa 6.000 euro netti), le perdite potrebbero arrivare fino a 115.000 euro.
una questione di giustizia sociale
Questa situazione non è solo una questione di numeri, ma un provvedimento che appare iniquo. Come ha evidenziato Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, questa manovra non premia il merito, ma colpisce coloro che hanno maggiormente contribuito al sistema previdenziale. Inoltre, il metodo di calcolo delle pensioni, in particolare per quelle stabilite con il sistema contributivo, presenta profili di incostituzionalità, poiché prevede una rivalutazione piena degli assegni, totalmente ignorata in questo contesto.
l’allarmante svalutazione delle pensioni
L’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate ha fornito dati preoccupanti sulla svalutazione delle pensioni in Italia. Negli ultimi trent’anni, le pensioni medio-alte hanno perso oltre un quarto del loro potere d’acquisto. Ecco alcuni dati significativi:
- Una pensione di 10.000 euro lordi al mese ha visto svanire quasi 180.000 euro nel corso degli anni.
- Questa cifra è equivalente a un intero anno di assegno.
Questa svalutazione non colpisce solo il singolo pensionato, ma ha ripercussioni più ampie sulla società. Le pensioni non sono un privilegio, ma un salario differito, frutto di una vita di lavoro e tasse versate. Esse rappresentano un patto intergenerazionale fondamentale: chi lavora oggi sostiene chi ha lavorato ieri, nella speranza che il proprio impegno sarà riconosciuto in futuro.
la necessità di riforme urgenti
In questo contesto, la richiesta di Cida è chiara: è necessaria una scelta politica netta, con regole stabili e certezza del diritto. La mancanza di fiducia nel sistema previdenziale porta a crescente insoddisfazione tra i cittadini, che si sentono trascurati e penalizzati da decisioni politiche che non considerano i loro sacrifici e aspettative. La questione delle pensioni deve essere vista come un tema di giustizia sociale e rispetto per i diritti dei cittadini.
Le recenti manovre finanziarie sembrano perpetuare un sistema che premia chi ha meno bisogno di aiuto. È urgente rivedere i meccanismi di rivalutazione delle pensioni, come sottolineato dall’analisi di Itinerari Previdenziali. È fondamentale garantire un livello di vita dignitoso a tutti i pensionati, indipendentemente dall’importo dell’assegno percepito.
Per affrontare questa sfida, è necessario un impegno concertato da parte delle istituzioni e dei sindacati. Solo così si potrà costruire un sistema previdenziale che riconosca il valore del lavoro e dei sacrifici di una vita, garantendo un futuro sostenibile per le generazioni a venire. La strada da percorrere è lunga e complessa, ma imprescindibile per il benessere della nostra società.