Gaza City: 7.500 miliziani di Hamas e Jihad secondo l’intelligence dell’IDF

Gaza City: 7.500 miliziani di Hamas e Jihad secondo l'intelligence dell'IDF

Gaza City: 7.500 miliziani di Hamas e Jihad secondo l'intelligence dell'IDF

Matteo Rigamonti

Settembre 18, 2025

Il conflitto tra Israele e Hamas ha subito un’intensificazione negli ultimi anni, con un aumento delle tensioni che ha raggiunto livelli critici. Recentemente, il colonnello ‘A’ dell’intelligence israeliana ha fornito stime preoccupanti riguardo alla presenza di miliziani a Gaza. Durante un incontro con i membri della Knesset, è emerso che nella città di Gaza operano circa 7.500 combattenti, di cui 5.000 appartenenti a Hamas e 2.500 al gruppo Jihad islamica. Questi dati sono fondamentali per comprendere la situazione di sicurezza nella regione e la strategia operativa di questi gruppi.

la struttura dei miliziani a gaza

La stima di 7.500 miliziani include non solo combattenti di alto livello, ma anche attivisti di livello inferiore, come giovani che svolgono funzioni di avvistamento. Questi ultimi monitorano i movimenti delle truppe israeliane e forniscono informazioni ai loro superiori. La rete di comunicazione e sorveglianza mantenuta da Hamas e Jihad islamica è cruciale per le loro operazioni.

  1. Reclutamento attivo: Hamas sta cercando di reclutare nuovi membri, un processo diventato urgente a causa delle recenti offensive militari israeliane.
  2. Riparazione dei tunnel: I tunnel sotterranei, fondamentali per le operazioni militari, vengono attivamente riparati e utilizzati per il trasporto di combattenti e armi.
  3. Preparazione a nuovi combattimenti: Hamas si sta preparando a un “periodo di combattimenti”, suggerendo che i militanti pianificano sia difese che possibili offensive contro le forze israeliane.

le sfide per le forze di difesa israeliane

La presenza di 7.500 miliziani a Gaza rappresenta una sfida significativa per le forze di difesa israeliane (IDF). La strategia di Hamas di mantenere un numero elevato di combattenti e la loro capacità di operare in modo clandestino complicano ulteriormente le operazioni militari israeliane. In un contesto di tensioni già elevate, il rischio di scontri diretti rimane alto, costringendo le IDF a valutare attentamente le proprie mosse per evitare un’escalation del conflitto.

Negli ultimi mesi, la Striscia di Gaza è stata teatro di violenti confronti, con il lancio di razzi verso il territorio israeliano e risposte aeree da parte delle IDF. Queste azioni hanno causato un numero significativo di vittime tra i civili, sia a Gaza che in Israele, suscitando preoccupazioni da parte della comunità internazionale riguardo all’impatto umanitario del conflitto.

le implicazioni a lungo termine

Il reclutamento attivo di nuovi membri da parte di Hamas rappresenta una minaccia non solo per Israele, ma anche per la stabilità della regione nel suo complesso. La crescita di gruppi militanti come Hamas e Jihad islamica in un’area già instabile potrebbe avere conseguenze devastanti per i territori coinvolti e per i paesi vicini.

È essenziale che i leader politici e militari di entrambe le parti considerino le implicazioni delle loro azioni. Le tensioni tra Israele e Hamas non sono solo un conflitto militare; hanno radici profonde nella storia, nella politica e nelle questioni territoriali. La comunità internazionale ha un ruolo cruciale nel mediare e nel cercare soluzioni pacifiche, ma la complessità della situazione rende difficile trovare un terreno comune.

La dichiarazione del colonnello ‘A’ rappresenta un chiaro avviso riguardo alla situazione critica a Gaza. Gli sviluppi futuri delle forze di Hamas e delle IDF potrebbero avere ripercussioni significative sull’equilibrio della regione e sulla vita di milioni di persone. È fondamentale monitorare attentamente la situazione per comprendere le dinamiche in gioco e le possibili strade verso una risoluzione pacifica del conflitto.