Il ddl che trasforma il codice penale e potenzia la tutela dei diritti individuali

Il ddl che trasforma il codice penale e potenzia la tutela dei diritti individuali

Il ddl che trasforma il codice penale e potenzia la tutela dei diritti individuali

Matteo Rigamonti

Settembre 18, 2025

L’avvocata Lilla Laperuta, esperta in Diritto del lavoro e contratti pubblici, ha recentemente condiviso con Adnkronos/Labitalia i dettagli di una legge quadro fondamentale per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale (IA) in Italia. Questo provvedimento rappresenta un passo significativo verso la tutela dei diritti individuali, rispondendo alle crescenti preoccupazioni della società civile riguardo all’uso delle nuove tecnologie. La legge non solo modifica il codice penale, ma stabilisce anche un quadro normativo per proteggere i diritti e le libertà fondamentali in un contesto sempre più digitalizzato.

la legge quadro sull’intelligenza artificiale

La legge quadro sull’intelligenza artificiale, approvata in via definitiva, si inserisce in un contesto di crescente utilizzo di strumenti digitali. Laperuta sottolinea che “la rivoluzione informatica ha ampliato in modo esponenziale l’uso di strumenti digitali nella vita quotidiana”. Le macchine, infatti, oggi non si limitano a eseguire operazioni, ma possono apprendere e prendere decisioni autonomamente. Questo cambiamento rende necessario un adeguato inquadramento normativo.

il principio di dignità e la regolamentazione europea

L’avvocata Laperuta richiama il pensiero dell’ex giudice e giurista Stefano Rodotà, che si interrogava sul significato del principio di dignità nell’era della globalizzazione e delle innovazioni tecnologiche. L’Unione Europea ha già avviato un processo di regolamentazione in vari ambiti digitali, come la protezione dei dati personali. Il regolamento UE 2024/1689, noto come AI Act, stabilisce regole armonizzate per l’uso dell’intelligenza artificiale, evidenziando l’importanza di un approccio trasparente e responsabile.

disposizioni penali e tutela dei diritti

Un aspetto cruciale della nuova legge è l’articolo 3, che stabilisce che l’uso dell’intelligenza artificiale non deve compromettere il funzionamento democratico delle istituzioni. Durante l’esame alla Camera, è stata aggiunta una previsione che vieta l’uso di sistemi di IA per interferire illecitamente con il dibattito democratico. Le autorità designate per vigilare sull’applicazione di queste normative sono l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).

Inoltre, il Capo V della legge introduce modifiche significative al codice penale. L’articolo 26 specifica che l’uso di sistemi di intelligenza artificiale può costituire una circostanza aggravante in caso di reato. Le nuove disposizioni includono anche il reato di “Illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale“, punendo chi diffonde immagini o video alterati senza consenso. Le pene previste vanno da uno a cinque anni di reclusione.

Attraverso queste misure, la legge mira a garantire una protezione robusta della persona in un contesto in cui l’intelligenza artificiale gioca un ruolo sempre più centrale. Non solo affronta le problematiche etiche e legali legate all’uso di queste tecnologie, ma cerca anche di creare un ambiente in cui i diritti individuali siano salvaguardati e rispettati, riconoscendo l’importanza di un approccio umano nell’epoca digitale.