Soffocata durante il parto: la tragica storia di Matilde, la neonata nella casa maternità

Soffocata durante il parto: la tragica storia di Matilde, la neonata nella casa maternità

Soffocata durante il parto: la tragica storia di Matilde, la neonata nella casa maternità

Matteo Rigamonti

Settembre 18, 2025

La tragica storia di Matilde, una neonata deceduta durante il parto presso la casa maternità “Il nido” nel quartiere Testaccio a Roma, ha suscitato un’ondata di commozione e interrogativi. Secondo il primo esito dell’autopsia, effettuata presso l’istituto di Medicina legale della Sapienza, la causa del decesso è stata identificata come asfissia. Questo drammatico evento ha portato a una serie di indagini e a un’analisi approfondita delle circostanze che hanno circondato la nascita della piccola.

L’autopsia ha escluso la presenza di patologie congenite che avrebbero potuto influenzare la salute della neonata, suggerendo che il decesso sia avvenuto a causa di complicazioni durante il parto. Il corpo di Matilde è stato trovato con una colorazione violacea, un chiaro indicativo di mancanza di ossigeno nei polmoni. Questo segnale allarmante ha sollevato ulteriori domande sulla gestione del parto da parte del personale medico.

In questi giorni, gli inquirenti stanno esaminando se, in caso di un intervento tempestivo in un ospedale pubblico, la vita di Matilde sarebbe potuta essere salvata. L’ipotesi che un’adeguata rianimazione in un contesto ospedaliero avrebbe potuto fare la differenza è ora al centro delle indagini, sollevando interrogativi non solo sulla struttura della casa maternità, ma anche sull’intero sistema di assistenza al parto in contesti non ospedalieri.

L’analisi dei tessuti e le attese dei risultati

L’anatomopatologo Vincenzo Arena, dell’università Cattolica del Sacro Cuore, è stato incaricato di analizzare i campioni di tessuto prelevati dagli organi vitali della neonata. Questi esami saranno cruciali per comprendere le esatte cause dell’asfissia e per stabilire un momento preciso della morte: se avvenuta durante il parto o successivamente. I risultati di queste analisi sono attesi entro 60 giorni e potrebbero fornire ulteriori elementi per l’indagine.

Nel frattempo, la casa maternità “Il nido” è stata posta sotto sequestro, un passo necessario per consentire un’accurata ispezione della struttura e delle pratiche mediche adottate. Le autorità stanno cercando di comprendere se ci siano state negligenze o errori da parte del personale coinvolto.

L’indagine sull’operato delle ostetriche

Due ostetriche sono attualmente indagate per omicidio colposo: Valeria Barchiesi, fondatrice della casa maternità, e la sua collega, che ha assistito al parto. Entrambe hanno un’esperienza significativa nel campo della ginecologia, con la seconda avendo lavorato anche in un noto ospedale pubblico di Roma. La gravità della situazione ha spinto le autorità a prendere in considerazione la possibilità di responsabilità penali, il che sottolinea l’importanza di monitorare e regolare le pratiche in strutture che offrono assistenza al parto.

Nei prossimi giorni, gli inquirenti prevedono di ascoltare anche la ginecologa che seguiva la partoriente, una donna di 36 anni, per raccogliere ulteriori informazioni sulle circostanze che hanno portato alla morte della neonata. La testimonianza di questa professionista sarà fondamentale per ricostruire la dinamica del parto e comprendere se ci siano stati errori o omissioni nella gestione della situazione.

La sequenza degli eventi

Secondo quanto riportato dagli agenti dell’ufficio prevenzione generale (Upg), coordinati da Tommaso Niglio, il momento critico è avvenuto alle 14.29, quando l’ostetrica ha notato che «la bambina non si muoveva». La situazione di emergenza ha portato alla prima chiamata al servizio d’emergenza 118. I sanitari sono giunti sulla scena 16 minuti dopo, alle 14.45, e hanno tentato di rianimare la neonata per 39 lunghi minuti. Nonostante i loro sforzi, alle 15.24 è stato dichiarato il decesso della piccola.

La drammaticità di questa situazione è amplificata dal fatto che, alle 15.40, il padre, visibilmente scosso dall’accaduto, ha contattato la polizia, dando avvio ufficiale alle indagini. Questo gesto ha aperto un capitolo complesso e doloroso, in cui si intrecciano le emozioni di una famiglia in lutto con le domande sulla sicurezza e sull’efficacia dei servizi di maternità privati.

L’importanza della sicurezza nelle case maternità

La morte di Matilde solleva interrogativi non solo sul caso specifico, ma anche sulla sicurezza generale delle case maternità in Italia. Sebbene molte di queste strutture siano considerate alternative valide agli ospedali per un parto naturale, è essenziale che siano dotate delle attrezzature e delle competenze necessarie per affrontare eventuali emergenze. Le indagini in corso potrebbero portare a una revisione delle normative che regolano queste strutture, al fine di garantire che ogni parto avvenga in condizioni di massima sicurezza per le madri e i neonati.