Trapianto di staminali: una nuova speranza contro l’ictus nei topi

Trapianto di staminali: una nuova speranza contro l'ictus nei topi

Trapianto di staminali: una nuova speranza contro l'ictus nei topi

Matteo Rigamonti

Settembre 18, 2025

L’ictus è una delle principali cause di disabilità e mortalità a livello globale, colpendo milioni di persone ogni anno. La ricerca scientifica è costantemente impegnata nel trovare soluzioni innovative e trattamenti efficaci per contrastare questa patologia devastante. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto da un team di ricercatori della University of Southern California (USC) e dell’Università di Zurigo, ha riportato risultati promettenti riguardo all’uso delle cellule staminali nel trattamento dell’ictus nei topi.

La riprogrammazione delle cellule staminali

L’innovazione principale di questo studio è la capacità dei ricercatori di riprogrammare cellule del sangue umano, trasformandole in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC). Queste cellule hanno la potenzialità di differenziarsi in vari tipi cellulari, inclusi i neuroni. Sono state trapiantate nel tessuto cerebrale danneggiato di topi che avevano subito un ictus. Questo approccio potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento dell’ictus, estendendo la finestra temporale per l’intervento terapeutico.

Tradizionalmente, i trattamenti per l’ictus devono essere somministrati in un intervallo di tempo molto ristretto, generalmente entro 4,5 ore dall’insorgenza dei sintomi. Tuttavia, lo studio ha dimostrato che, anche a una settimana di distanza dall’ictus, il trapianto di cellule staminali ha portato a risultati significativi. Dopo cinque settimane dall’intervento, i topi trattati hanno mostrato un notevole miglioramento nel recupero delle funzioni motorie, oltre a una riduzione dell’infiammazione cerebrale.

I risultati promettenti del trattamento

Uno dei risultati più significativi osservati è stato l’aumento della proliferazione di neuroni e vasi sanguigni nelle aree del cervello colpite dall’ictus. Questi cambiamenti sono stati accompagnati da:

  1. Incremento delle connessioni sinaptiche tra i neuroni.
  2. Riduzione della permeabilità della barriera emato-encefalica.

La barriera emato-encefalica è fondamentale per proteggere il cervello da sostanze potenzialmente dannose presenti nel sangue, e il suo miglioramento è un indicatore positivo della salute cerebrale post-trattamento.

Il team di ricerca, guidato da Ruslan Rust della USC e Christian Tackenberg dell’Università di Zurigo, ha l’obiettivo di valutare la durata e la stabilità del recupero nel lungo periodo. “Se possiamo aiutare le persone trapiantando cellule staminali in un paziente umano colpito da ictus – afferma Rust – vogliamo che queste cellule rimangano lì per il resto della loro vita.”

Implicazioni per la medicina rigenerativa

Questo approccio potrebbe aprire la porta a nuove strategie terapeutiche per i pazienti affetti da ictus, migliorando la loro qualità della vita e garantendo un recupero a lungo termine. L’utilizzo di cellule staminali derivate da sangue umano rappresenta un passo avanti significativo, riducendo la necessità di donazioni di organi e tessuti, e rendendo il trattamento più accessibile.

Inoltre, lo studio sottolinea l’importanza delle cellule staminali nella medicina rigenerativa. Queste cellule hanno la capacità di riparare e rigenerare tessuti danneggiati, non solo nel cervello ma in tutto il corpo. Le implicazioni di queste ricerche potrebbero estendersi oltre l’ictus, aprendo la strada a nuovi trattamenti per una varietà di condizioni neurodegenerative e altre malattie.

Nonostante i risultati promettenti ottenuti nei modelli animali, la strada per l’applicazione clinica nei pazienti umani è ancora lunga. I ricercatori dovranno affrontare numerose sfide, inclusi aspetti etici e la sicurezza a lungo termine delle cellule trapiantate.

In conclusione, lo studio condotto dalla USC e dall’Università di Zurigo rappresenta un importante passo avanti nella ricerca sul trattamento dell’ictus. La capacità di trapiantare cellule staminali in un contesto post-ictus potrebbe non solo migliorare il recupero neurologico nei pazienti, ma anche modificare radicalmente il modo in cui affrontiamo questa patologia. Con ulteriori ricerche e studi clinici, si spera che questi approcci innovativi possano diventare una realtà terapeutica per i pazienti colpiti da ictus in futuro.