Raccontare la disabilità: un viaggio dal quotidiano al palcoscenico

Raccontare la disabilità: un viaggio dal quotidiano al palcoscenico

Raccontare la disabilità: un viaggio dal quotidiano al palcoscenico

Giada Liguori

Settembre 19, 2025

Le parole di Stefano Romani, operatore sociale e regista teatrale, risuonano forti e chiare: “Le persone non capiscono quello che faccio. L’ultima cosa è fare il regista teatrale, non lo sanno che fino a due secondi prima ho portato al bagno le persone, che ci sono le merende, il trasporto, le carrozzine…”. Queste frasi racchiudono il cuore pulsante del documentario “Indietro così!” di Antonio Morabito, un’opera che esplora il mondo del teatro integrato con disabili, inclusi anche coloro che affrontano difficoltà psichiatriche. Dopo il suo debutto alla Mostra del Cinema di Venezia nelle Giornate degli Autori, il film sarà proiettato al Cinema Farnese il 18 settembre alle 19, nell’ambito della rassegna Venezia a Roma.

Un viaggio nel teatro integrato

“Indietro così!” non è soltanto un film, ma un viaggio profondo nel lavoro di Romani, che si impegna quotidianamente per rendere il teatro accessibile e significativo per tutti. La sua missione è quella di abbattere le barriere che spesso circondano il mondo della disabilità e di portare alla luce le storie e le esperienze di coloro che partecipano ai suoi laboratori. Le sessioni si svolgono principalmente nelle aree di Tor Sapienza e San Lorenzo, due quartieri romani caratterizzati da una grande diversità sociale e culturale.

Il documentario segue Romani e i partecipanti ai suoi laboratori, tra cui Daniele, Benedetta, Cinzia, Mario, Marco, Rosaria, Elisabetta, Luigi e Alessandra. Ognuno di loro porta con sé una storia unica, fatta di sfide, sogni e desideri. Attraverso il teatro, questi individui trovano un modo per esprimere le loro emozioni e le loro esperienze, affrontando temi complessi come il lutto, l’abbandono e la violenza. Uno degli esercizi più toccanti è quello della sedia vuota, che consente ai partecipanti di rivolgersi a una persona assente, permettendo così di affrontare traumi e dolori irrisolti.

L’importanza dell’empatia e della crescita personale

La leggerezza e l’empatia di Romani emergono in ogni scena, mentre interagisce con i partecipanti in modo naturale e spontaneo. Le conversazioni, che iniziano spesso con un argomento banale, si approfondiscono, rivelando le vulnerabilità e le speranze di ognuno. Questo approccio crea un ambiente sicuro e accogliente, dove il teatro diventa uno strumento di catarsi e di crescita personale.

Tuttavia, il documentario non ignora le sfide che il settore deve affrontare. Carla Parsi, collega di Romani e curatrice di laboratori creativi, sottolinea una verità difficile: “Questo settore non è da investimenti, non risponde alle esigenze di questi ragazzi. C’è un meccanismo per cui la disabilità dev’essere mostrata, ma non deve rompere le scatole. Mostrata è un fiore all’occhiello che mi metto quando serve, ma poi… ti devi accontentare delle molliche che ti danno”. Questa affermazione mette in luce la lotta quotidiana per ottenere risorse e supporto, un tema che affligge molte iniziative artistiche che si occupano di disabilità.

Riflessioni sulla disabilità e l’inclusione

Il documentario di Morabito non solo mette in luce il lavoro di Romani e della Cooperativa Sociale Oltre, ma invita anche il pubblico a riflettere su come la società percepisca la disabilità. Spesso, la narrazione dominante tende a rappresentare le persone con disabilità come oggetti di pietà o come figure marginali. “Indietro così!” sfida questa narrativa, presentando i partecipanti come protagonisti delle loro storie, capaci di affrontare le proprie paure e di esprimere la propria creatività in modi sorprendenti.

Il progetto “Proxima per l’autismo” è un altro aspetto importante del lavoro di Romani, che si propone di integrare le persone autistiche nel contesto teatrale, offrendo loro uno spazio per esplorare le proprie emozioni e abilità artistiche. Il teatro diventa così un luogo dove si può essere se stessi, senza giudizi né pregiudizi, e dove le differenze sono celebrate piuttosto che nascoste.

In questo contesto, il documentario non si limita a raccontare le storie dei partecipanti, ma si pone l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico riguardo alle problematiche legate alla disabilità e all’importanza dell’inclusione. Attraverso le immagini e le testimonianze, “Indietro così!” invita a riconsiderare il significato di normalità e a riconoscere il valore di ogni individuo, indipendentemente dalle proprie abilità o limitazioni.

Il film di Morabito, quindi, si configura come un’opera fondamentale per comprendere il potere del teatro come strumento di inclusione e di espressione personale. Non è solo un racconto di disabilità, ma una celebrazione della vita, delle relazioni umane e della capacità di ogni persona di raccontare la propria storia. Con un linguaggio visivo potente e autentico, “Indietro così!” ci invita a guardare oltre le apparenze e a scoprire le ricchezze nascoste in ogni esperienza umana.