La crescente domanda di product manager nel turismo enogastronomico

La crescente domanda di product manager nel turismo enogastronomico

La crescente domanda di product manager nel turismo enogastronomico

Matteo Rigamonti

Settembre 20, 2025

L’Italia si conferma come una delle destinazioni enogastronomiche più ambite al mondo, attirando milioni di visitatori in cerca di esperienze culinarie autentiche. Questo settore non solo delizia i palati, ma ha anche un impatto economico significativo, contribuendo per oltre 40 miliardi di euro all’economia nazionale. Di questi, 9,2 miliardi provengono da attività dirette, 17,2 miliardi da attività indirette e 13,7 miliardi dall’indotto, con un rapporto benefici/costi che raggiunge un impressionante 6,9. Inoltre, il turismo enogastronomico sostiene circa 114mila posti di lavoro a tempo pieno, rendendolo una leva strategica non solo a livello economico, ma anche occupazionale.

Le prospettive future per il turismo enogastronomico sono incoraggianti. Secondo la European Travel Commission, nel periodo estivo del 2025, le esperienze legate al cibo e al vino sono risultate le seconde più popolari tra i viaggiatori d’oltreoceano, con il 35% degli intervistati interessati, subito dopo le attività culturali (43%). Anche i turisti europei mostrano un crescente interesse per esperienze gastronomiche: durante l’ultima stagione invernale, il 15,3% degli europei, pari a circa 20,6 milioni di persone, ha dichiarato l’intenzione di partecipare a questo tipo di attività, indipendentemente dal tipo di viaggio.

opportunità di sviluppo nel settore

Con un settore così in espansione, emergono nuove opportunità di sviluppo, in particolare per le aree rurali e interne del Paese. Per sfruttare appieno questo potenziale, è fondamentale investire in professionisti specializzati che possano guidare lo sviluppo dell’offerta turistica enogastronomica in un’ottica integrata. Qui entra in gioco una figura professionale sempre più richiesta: il Product Manager per il turismo enogastronomico. Questa figura si propone come una regia strategica in grado di trasformare l’eccellenza enogastronomica italiana in una vera e propria destinazione turistica di valore.

Roberta Garibaldi, presidente di AITE (Associazione Italiana Turismo Enogastronomico) e docente all’Università di Bergamo, sottolinea l’importanza di questa figura: “Il turismo enogastronomico ha bisogno di professionisti capaci di pianificare strategie territoriali e costruire prodotti integrati. Il riconoscimento del Product Manager è essenziale per dare solidità e futuro al settore.” Questo professionista non si limita a mettere in rete esperienze e operatori, ma adotta un approccio di destination stewardship, finalizzato alla creazione di valore diffuso sul territorio.

responsabilità del product manager

Le responsabilità di un Product Manager spaziano da:

  1. Analisi delle risorse territoriali
  2. Costruzione di prodotti integrati
  3. Supporto delle reti di stakeholder
  4. Definizione di standard qualitativi per garantire esperienze sostenibili e accessibili.

Un aspetto cruciale è legato alla transizione digitale, che implica l’utilizzo di strumenti di Intelligenza Artificiale per migliorare l’esperienza del cliente, un aspetto sempre più centrale nel panorama turistico odierno.

Il lavoro di un Product Manager si svolge a stretto contatto con enti pubblici e privati, dalle Strade del Vino e dell’Olio alle Destination Management Organization, dai consorzi ai distretti del cibo. Questi professionisti ricoprono anche il ruolo di facilitatori nella valorizzazione dei finanziamenti e nella costruzione di partnership istituzionali, trasformando risorse spesso frammentate in un’offerta turistica organica e competitiva.

esempi di successo nel turismo enogastronomico

Diverse esperienze sul territorio dimostrano come questa professione stia già contribuendo a trasformare numerosi territori italiani. Un esempio significativo è quello di Stefania Clemente, responsabile delle esperienze per Trentino Marketing, che racconta: “Siamo partiti da un problema: il turista faticava a prenotare le esperienze in cantina. Il sistema era disorganico e le informazioni frammentate. Abbiamo quindi costruito una piattaforma digitale che consente alle aziende vitivinicole di caricare le proprie esperienze e gestire autonomamente la prenotazione, integrandola con l’ecosistema di Visit Trentino.”

In Toscana, Bruna Caira, direttrice di Valdichiana Living, definisce il Product Manager come “il cuore della trasformazione territoriale in chiave turistica.” Caira spiega: “Il mio ruolo è quello di tradurre l’identità del territorio della Valdichiana in esperienze concrete, costruendo prodotti turistici che siano sostenibili, competitivi e autentici.” Tuttavia, evidenzia anche la necessità di un aggiornamento normativo, sottolineando come la legge sulle Strade del Vino risalga al 1999 e non rispecchi più la complessità attuale e l’evoluzione della domanda turistica.

In Emilia-Romagna, dal 2017, Igino Morini, responsabile della promozione territoriale e turistica del Consorzio del Parmigiano Reggiano, è attivamente coinvolto nello sviluppo del progetto di accoglienza dei caseifici. Morini racconta che “i caseifici hanno aperto le loro porte già dagli anni Settanta, ma oggi il target è cambiato: ci si rivolge al turista e non solo a scuole o giornalisti.” L’obiettivo è supportare le imprese nel gestire questa opportunità con maggiore autonomia, trasformando l’accoglienza in un asset imprenditoriale. Attualmente, circa 40 caseifici aprono le loro porte al pubblico, grazie anche a iniziative come ‘Caseifici Aperti‘, che consolidano il legame diretto tra il turista e il produttore. “Il Parmigiano Reggiano porta con sé il volto e lo sguardo del caseificio visitato,” conclude Morini, sottolineando il valore emotivo che nasce durante la visita, spesso traducendosi in relazioni commerciali durature.