Zero Emissions Day: come le imprese affrontano la sfida del procurement digitale

Zero Emissions Day: come le imprese affrontano la sfida del procurement digitale

Zero Emissions Day: come le imprese affrontano la sfida del procurement digitale

Matteo Rigamonti

Settembre 20, 2025

Alla vigilia della Giornata Mondiale delle Emissioni Zero, che si celebra il 21 settembre, il mondo imprenditoriale si interroga sul ruolo cruciale che le aziende possono svolgere nel cammino verso la neutralità climatica. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, il settore industriale e quello energetico insieme contribuiscono a oltre il 40% delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea. Sorprendentemente, anche la pubblicità digitale ha un impatto significativo, superando le emissioni generate dal traffico aereo globale. Diverse aziende italiane, interpellate da Adnkronos/Labitalia, hanno condiviso le loro esperienze e le sfide che affrontano nel perseguire l’obiettivo di emissioni zero, enfatizzando che questo non è un traguardo da raggiungere nel 2050, ma un obiettivo che richiede azioni immediate, investimenti e collaborazioni.

Il ruolo strategico del procurement

Un aspetto fondamentale nella transizione verso un’economia a basse emissioni è il procurement, che si configura come un nodo strategico per tutte le imprese. Daniele Civini, Head of Sales di Jaggaer Italia, evidenzia l’importanza delle scelte d’acquisto come un modo per influenzare l’impatto ambientale dell’intera organizzazione. “Il procurement è diventato un alleato indispensabile per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità di un’azienda. Grazie all’innovazione digitale, oggi è possibile ottimizzare la supply chain, riducendo inefficienze, costi nascosti ed emissioni,” afferma Civini.

L’importanza della trasparenza nella filiera

Questa visione è condivisa anche da Azzurra Gullotta, Sales Manager di Achilles per l’Italia e la Spagna, che sottolinea come il coinvolgimento dell’intera filiera sia essenziale per raggiungere le emissioni zero. “Trasparenza e monitoraggio costante sono cruciali per garantire credibilità e un impatto ambientale concreto. Molti fornitori desiderano ridurre la loro impronta di carbonio, ma non sempre hanno risorse o competenze. Per questo è fondamentale supportarli con piani pratici, sviluppati con esperti e aggiornati nel tempo.”

Le energie rinnovabili come pilastro della transizione ecologica

Accanto alle filiere produttive, il contributo delle energie rinnovabili e delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresenta un altro pilastro della transizione ecologica. Moreno Scarchini, CEO di EnergRed, osserva: “Siamo nel pieno della sesta ondata di innovazione e rivoluzione tecnologica, il cui driver fondamentale è l’energia. Progresso sociale ed economico, capacità produttiva e occupazionale, benessere individuale e collettivo dipendono da come l’energia viene prodotta e utilizzata.” Scarchini sostiene che dotare le imprese e i territori di infrastrutture per la generazione distribuita da fonti rinnovabili è essenziale per costruire un futuro più efficiente e sostenibile.

Misurare l’impatto delle campagne pubblicitarie

Il mondo digitale non è esente da responsabilità e deve contribuire attivamente alla sostenibilità. Elisa Lupo, Country Manager Italia, Spagna e Portogallo di Integral Ad Science (IAS), sottolinea l’importanza di misurare l’impronta di carbonio delle campagne pubblicitarie digitali. “Con l’inasprimento delle normative sulle emissioni di carbonio e le aspettative degli stakeholder, i brand si stanno impegnando concretamente per la sostenibilità. Misurare l’impatto carbonico è fondamentale per garantire trasparenza e rendicontazione, assicurando che le azioni siano coerenti con le promesse di sostenibilità.”

Tuttavia, affrontare la questione delle emissioni zero non si limita a ridurre le emissioni; implica anche compensare gli impatti negativi, investendo nelle comunità in cui le aziende operano. Mauro Lajo, consigliere di Cisambiente e CEO di Forever Bambù, afferma: “Parlare di emissioni zero non significa solo ridurre, ma anche mitigare supportando iniziative per la riduzione della CO2 nei territori in cui operiamo. I nostri bambuseti in Italia generano crediti di carbonio certificati, offrendo alle imprese un percorso concreto di responsabilità ambientale.”

Il supporto delle istituzioni è cruciale per delineare una roadmap chiara verso il 2035. Alberto Stecca, CEO di Silla Industries, sostiene che il target per le auto a zero emissioni dovrebbe rappresentare un punto fermo, non soggetto a continui ripensamenti. “La transizione energetica è un’occasione storica per rilanciare le filiere produttive e l’innovazione tecnologica. Servono regole chiare e investimenti coerenti per permettere agli operatori del settore di accelerare il cambiamento.”

Anche il settore manifatturiero può trarre vantaggio dall’integrazione tra imprese, un’opportunità per ridurre emissioni e aumentare la competitività. Michela Pancaldi, CEO di Tecnocupole Pancaldi, spiega: “La sinergia tra imprese è fondamentale. Offrire la nostra capacità produttiva alta a disposizione di altre aziende italiane è un modo concreto per coniugare competitività ed emissioni ridotte.”

In questo contesto, le aziende italiane stanno dimostrando che la transizione verso le emissioni zero non è solo un’aspirazione, ma una necessità impellente che richiede impegno e innovazione in tutti i settori. La sfida è grande, ma le testimonianze di questi leader del settore indicano che il cambiamento è possibile e già in atto.