Il fisco ruba 156 giorni di lavoro: la verità sugli 2,5 milioni di evasori

Il fisco ruba 156 giorni di lavoro: la verità sugli 2,5 milioni di evasori

Il fisco ruba 156 giorni di lavoro: la verità sugli 2,5 milioni di evasori

Giada Liguori

Settembre 21, 2025

Secondo un recente rapporto della Cgia di Mestre, i contribuenti italiani hanno dedicato quest’anno ben 156 giorni al pagamento delle tasse e all’adempimento delle richieste fiscali. Questo dato allarmante mette in evidenza un problema strutturale del nostro sistema fiscale: l’evasione fiscale. Con circa 2,5 milioni di evasori fiscali che operano nel Paese, il carico fiscale per i cittadini onesti diventa sempre più gravoso.

Il 2023 ha visto i contribuenti lavorare per l’amministrazione pubblica fino all’inizio di giugno, dedicando quasi la metà dell’anno a soddisfare le esigenze fiscali dello Stato. Questi versamenti coprono i costi per dipendenti pubblici, sanità, scuola, trasporti e forze dell’ordine, rappresentando un onere significativo per le famiglie e le imprese italiane. Solo dopo il 6 giugno, gli italiani possono finalmente lavorare per se stessi e per i propri cari, accumulando un totale di 209 giorni di lavoro personale.

L’evasione fiscale in Italia: un problema persistente

La questione dell’evasione fiscale in Italia è un tema di lunga data. Le stime più recenti dell’Istat, risalenti al 2022, indicano che ci sono quasi 2,5 milioni di persone occupate irregolarmente, senza un regolare contratto di lavoro o senza partita IVA. Questo fenomeno è particolarmente evidente in alcune regioni del Paese. Ecco un elenco delle regioni con il maggior numero di occupati irregolari:

  1. Lombardia: 379.800 occupati irregolari
  2. Lazio: 319.400 occupati irregolari
  3. Campania: 270.200 occupati irregolari

La distribuzione geografica dell’evasione fiscale mette in luce una situazione preoccupante. La Calabria presenta il tasso di irregolarità più alto, pari al 17,1%, seguita da Campania (14,2%), Sicilia (13,6%) e Puglia (12,6%). La media nazionale si attesta attorno al 9,7%.

Le conseguenze dell’evasione fiscale

Questa irregolarità non solo danneggia l’economia, ma crea anche un grave squilibrio tra contribuenti onesti e disonesti. Chi rispetta le normative fiscali si trova a dover sostenere il peso delle spese pubbliche, mentre chi evade riesce a risparmiare su un carico tributario già insostenibile per molti. Questa situazione alimenta un ciclo vizioso in cui i cittadini onesti si sentono sempre più penalizzati, alimentando sentimenti di sfiducia nei confronti delle istituzioni.

Negli ultimi trent’anni, la pressione fiscale in Italia ha subito notevoli variazioni. Il punto più basso è stato registrato nel 2002, durante il governo Berlusconi, con una pressione fiscale al 38,9% del PIL. Al contrario, il picco massimo si è avuto nel 2013, durante il governo Monti, con un carico fiscale salito al 43,4% del PIL.

Le politiche fiscali e la lotta all’evasione

Le politiche fiscali attuate negli ultimi anni hanno cercato di affrontare il problema dell’evasione, ma i risultati sono stati spesso deludenti. La digitalizzazione dei servizi fiscali e l’implementazione di sistemi di tracciamento delle transazioni rappresentano passi importanti, ma è fondamentale che le istituzioni continuino a lavorare per ridurre il fenomeno dell’irregolarità. Un fisco più equo e giusto potrebbe incentivare i cittadini a contribuire in modo più attivo, riducendo il carico sui contribuenti onesti e migliorando i servizi pubblici.

Inoltre, è importante sottolineare che l’evasione fiscale non colpisce solo le finanze pubbliche, ma ha anche conseguenze sociali. La mancanza di risorse destinate a sanità, istruzione e sicurezza pubblica compromette la qualità della vita dei cittadini, in particolare delle fasce più vulnerabili della popolazione. Un sistema fiscale equo e ben funzionante è essenziale per garantire un futuro prospero e sostenibile per tutti.

La sfida per il governo e per le istituzioni è quindi duplice: da un lato, è necessario combattere l’evasione fiscale in modo efficace, dall’altro è fondamentale promuovere una cultura della legalità fiscale e della responsabilità tra i cittadini. Solo così si potrà sperare di ridurre il numero di contribuenti irregolari e migliorare la situazione fiscale del Paese, restituendo ai cittadini il tempo e le risorse necessarie per lavorare per sé stessi e per il proprio futuro.