Il 28 ottobre 2023, un dialogo tra Roberto Scarpinato, senatore del Movimento 5 Stelle, e Gioacchino Natoli, suo ex collega, ha riacceso l’attenzione su una delle pagine più oscure della storia italiana: l’omicidio di Paolo Borsellino e l’inchiesta relativa a Mafia e appalti. La conversazione, intercettata nel contesto di un’indagine della procura di Caltanissetta, ha rivelato preoccupazioni e strategie in vista della convocazione di Natoli a Palazzo San Macuto, dove avrebbe dovuto discutere sul controverso dossier. Le parole di Scarpinato, «E tu tira fuori questa storia, perché ti farò questa domanda», offrono un’opportunità unica per esplorare i legami tra mafia, politica e giustizia in Italia.
il legame tra mafia e politica
Nel corso dell’intercettazione, Scarpinato ha chiesto a Natoli se fosse a conoscenza dei rapporti tra Felice Lima, un noto politico siciliano, e Borsellino. Questa domanda inquietante suggerisce una connessione tra la sfera politica e l’assassinio del magistrato, il quale tentava di fare luce su una rete di collusioni tra mafia e istituzioni. È insinuato che Borsellino sia stato ucciso proprio per il suo intento di indagare su Mafia e appalti, in seguito all’omicidio di Giovanni Falcone, avvenuto il 23 maggio dello stesso anno.
la trasparenza delle istituzioni
Ulteriori dettagli sull’inchiesta emergono dalle parole di Fabio Trizzino, avvocato e marito di Lucia Borsellino. Trizzino ha riferito che la richiesta di archiviazione dell’inchiesta Mafia e Appalti, presentata dalla procura di Palermo il 13 luglio 1992, fu occultata a Borsellino, privandolo di informazioni cruciali. Questo fatto solleva interrogativi inquietanti sulla trasparenza delle istituzioni e sul loro potere di influenzare le indagini su crimini così gravi.
la preparazione e il ruolo di de lucia
Scarpinato ha condiviso con Natoli i suoi piani di presentare una massiccia mole di documenti alla Commissione antimafia, esprimendo la volontà di far emergere la verità a tutti i costi. Durante la conversazione, Natoli ha messo in guardia il collega sulla possibilità che la presidente della Commissione, Chiara Colosimo, potesse utilizzare la grande quantità di materiale per giustificare ritardi nell’analisi. Questo scambio di opinioni mette in risalto le dinamiche politiche e le difficoltà che i membri del parlamento devono affrontare nell’ottenere giustizia.
Scarpinato sottolinea l’importanza di presentarsi ben preparati per rispondere alle domande e alle sfide che potrebbero emergere durante le audizioni. «Fatti vedere in modo che siamo preparati, prima che ce la buttino adosso», esorta Scarpinato, esprimendo un chiaro desiderio di affrontare la questione con serietà e determinazione. Questo richiamo alla preparazione è emblematico della gravità della situazione; non si tratta solo di una questione politica, ma di un dovere morale nei confronti della memoria di Borsellino e Falcone.
Nel contesto di questa crisi, la figura di Maurizio De Lucia, attuale procuratore capo di Palermo, emerge come centrale. Scarpinato invita Natoli a confrontarsi con De Lucia per assicurarsi che fosse pronto a presentare una relazione orale alla Commissione. La preoccupazione espressa da Scarpinato è chiara: se De Lucia non si presentasse preparato, il suo rifiuto di ricordare fatti cruciali potrebbe ritorcersi contro di lui, trasformandosi in un boomerang per l’intera inchiesta.
la questione delle intercettazioni
La questione delle intercettazioni e delle testimonianze è di fondamentale importanza per la ricostruzione della verità storica. Le rivelazioni di Scarpinato e Natoli pongono domande cruciali su come le istituzioni italiane abbiano gestito le indagini sulla mafia nel decennio degli anni ’90. La memoria di Borsellino e Falcone non deve essere sacrificata a giochi politici e manovre istituzionali; piuttosto, deve essere preservata attraverso una ricerca incessante della verità e della giustizia.
L’inchiesta Mafia e appalti continua a rappresentare un argomento di grande rilevanza, non solo per il passato, ma anche per il presente e il futuro della lotta contro la mafia in Italia. Le intercettazioni tra Scarpinato e Natoli ci ricordano che le domande rimaste senza risposta possono avere conseguenze devastanti e che il dovere di approfondire la verità è un imperativo morale per la società e per le istituzioni.